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Contro la dittatura della teoria dominante e per una nuova etica
Questo Manifesto si propone di suscitare una discussione aperta sugli orientamenti della ricerca economica e delle sue implicazioni politiche e culturali. L”Associazione Paolo Sylos Labini, che si è fatta promotrice dell”iniziativa, raccoglie le adesioni (per firmare vai in fondo).
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In questa pagina si trova un apposito spazio per ospitare commenti ed analisi da parte di tutti coloro (singoli individui, associazioni, siti web ecc.) che vorranno aderire al manifesto.
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1. La teoria dominante è in crisi
Oggi dopo anni di atrofizzazione si affaccia un nuovo sentire al quale la scienza economica deve saper dare una risposta. La crisi globale in atto segna un punto di svolta epocale.
Come in tanti hanno rilevato, oggi entrano in crisi le teorie economiche dominanti e il fondamentalismo liberista che da esse traeva legittimazione e vigore. Queste teorie non avevano colto la fragilità del regime di accumulazione neoliberista.
Esse hanno anzi partecipato alla edificazione di quel regime, favorendo la finanziarizzazione dell”economia, la liberalizzazione dei mercati finanziari, il deterioramento delle tutele e delle condizioni di lavoro, un drastico peggioramento nella distribuzione dei redditi e l”aggravarsi dei problemi di domanda. In tal modo esse hanno contribuito a determinare le condizioni della crisi.
E” necessario ricondurre l”economia ai fondamenti etici che avevano ispirato il pensiero dei classici.
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2. E” urgente riaprire il dibattito economico
E” urgente riaprire il dibattito sulle fondamenta delle diverse impostazioni teoriche presenti nel campo economico. Occorre respingere l”idea – una giustificazione di comodo per tanti economisti e commentatori economici mainstream – che esista una sola verità nella scienza economica.
Occorre dare spazio alle teorie alternative – keynesiana, classica, istituzionalista, evolutiva, storico-critica nella ricchezza delle loro varianti – nell”insegnamento e nella ricerca. Occorre adeguare ai tempi i nostri strumenti, assumendo l”analisi di genere nei nostri studi.
E” necessario dare “diritto di tribuna” ad ogni nuova idea economica nel segno della libertà e del libero confronto. Le concentrazioni di potere (nelle università , nei centri di ricerca nazionali e internazionali, nelle istituzioni economiche nazionali e internazionali, nei media), come quelle che hanno favorito nella fase più recente l”accettazione acritica del fondamentalismo liberista, debbono essere combattute.
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3. Un”economia al servizio delle persone
La scienza economica dev”essere intesa in modo ampio, senza definizioni unilaterali e con piena apertura all”interscambio con le altre scienze sociali.
L”obiettivo della ricerca dovrebbe consistere nella comprensione della realtà sociale che ci circonda, come premessa per scelte politiche dirette a migliorare la condizione di vita delle persone e il bene comune.
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4. Un metodo non più fine a se stesso
A questo fine va indirizzato l”utilizzo delle tecniche disponibili, dall”analisi storiografica a quella econometrica, dall”analisi delle istituzioni alla costruzione di modelli matematici, senza preclusione verso alcuna tecnica ma allo stesso tempo senza che la raffinatezza tecnica dell”analisi divenga un obiettivo autoreferenziale, fonte di conformismo e di appiattimento nella formazione delle giovani leve di economisti.
Per questo, va favorito un confronto critico tra impostazioni e analisi diverse.
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5. Una nuova agenda
Suggeriamo cinque temi – su cui promuovere studi e iniziative – che ci sembrano di particolare rilievo nella fase attuale:
a. Mercato, stato e società . Dopo decenni in cui il mercato e la sua presunta “mano invisibile” hanno invaso gli spazi dell”azione pubblica e delle relazioni sociali, è necessario pensare nuove forme di integrazione tra mercato, stato e società , con attenzione per i temi della democrazia, della giustizia, dell”etica, in un quadro di sostenibilità ambientale dello sviluppo;
b. Una globalizzazione dal volto umano. Dopo una mondializzazione dei mercati trainata dalla finanza e priva di regole, è necessario pensare a un”integrazione internazionale tra i popoli che sia democraticamente governata, che alimenti i flussi di conoscenze e di persone accanto a quelli di merci, e che promuova la cooperazione sociale anziché la feroce competizione globale.
c. Un nuovo umanesimo del lavoro. E” necessario ripensare il ruolo del lavoro nelle società moderne, come fonte di reddito dignitoso per tutti, di conoscenze, di relazioni sociali e come strumento di formazione ed emancipazione civile dei cittadini.
d. La riduzione delle disuguaglianze. Le differenze di reddito e di potere, tra paesi e – al loro interno – tra gruppi sociali e persone sono cresciute in modo inaccettabile ed è necessario quindi pensare ad un modello di organizzazione delle relazioni che punti realmente a ridurre le disuguaglianze sociali, territoriali, tra uomini e donne e tra le singole persone. Questo è necessario anche per individuare una credibile via d”uscita dalla crisi, che richiede un rilancio dei consumi individuali e collettivi e degli investimenti pubblici, e l”emergere di una nuova domanda da parte di paesi e gruppi che in passato erano rimasti al margine dello sviluppo e del benessere sociale.
Senza tali cambiamenti il rischio concreto è che si punti a ripristinare il regime di accumulazione neoliberista fondato sulla speculazione finanziaria, e che si alimentino per questa via crisi ulteriori ed ancora più gravi dell”attuale.
e. Uno sviluppo più equilibrato. Va favorita la transizione da una crescita quantitativa senza limiti verso uno sviluppo più equilibrato basato sulla qualità . Occorre impegnarsi per costruire degli indici alternativi al prodotto interno lordo che è inservibile e fuorviante dal momento che non riesce a rappresentare diverse attività economiche, i costi ambientali e il reale benessere della popolazione.
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LINK PER ADERIRE: QUI.
Hanno già aderito:
Critica Liberale.
Sbilanciamoci.info
Economia e Politica
Associazione Rossi-Doria
Giorgio Ruffolo
Alessandro Roncaglia
Marcella Corsi
Roberto Petrini
Stefano Sylos Labini
Francesco Sylos Labini
Loretta Napoleoni
Enzo Marzo
Mario Pianta
Riccardo Realfonzo
Agostino Megale (Segretario confederale Cgil nazionale e presidente Ires Cgil)
Mauro Gallegati
Luciano Gallino
Luciano Barca
Massimo Paradiso
Giulietto Chiesa
Michele Salvati
Marcello Degni
Giovanni Vetritto
Attilio Pasetto
Stefano Zamagni
Roberto Artoni
Giovanni Scanagatta (segretario generale UCID)
Marco Berlinguer
Michele Macri”
Paolo Raimondi
Valeria Panzironi
Stefano Prezioso
Pierangelo Dacrema
Carlo D”Adda
Salvatore Biasco
Paolo Palazzi
Anna Giunta
Giacomo Becattini
Cristina Marcuzzo
Michele de Benedictis
Gilberto Seravalli
Bruno Jossa
Giorgio Lunghini
Massimo Livi Bacci
Stefano Fassina (Responsabile Economia e Lavoro PD)
Laura Pennacchi
Arrigo Opocher
Pier Luigi Porta
Mario Sarcinelli
Gaetano Sabatini
Marco Cipriano
Gianni Viaggi
Roberto Romano
Emilio Carnevali
Paolo De Joanna
Ferruccio Marzano
Cosimo Perrotta
Claudio Gnesutta
Loredana Mozzilli
Pierfranco Pellizzetti
Nadia Urbinati
Cristina Comencini
Antonella Stirati
Fabrizio Botti
Carlo D”Ippoliti
Guglielmo Forges Davanzati
Antonella Picchio
Carlo Panico
Paolo Bosi
Giovanni La Torre
Stefano Fragasso
Guido Tortorella Esposito
Augusto Rasori
Paolo Pini
Marco Colombino
*le firme sono disposte in ordine di arrivo
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