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da daw-blog.com.
Berlino 1931, i manifesti recitano: “Unsere letzte Hoffnung. Hitler” – “La nostra ultima speranza. Hitler“
Il G8 e il G20 ormai sono utili quanto un semaforo spento. Nessuno ormai ci crede più. Neppure i leader delle grandi potenze del mondo che fra qualche foto di gruppo, una partita dei mondiali e tante pacche sulle spalle se la spassano a zonzo in incontri spensierati qua e là per il globo
come quattro amici che si ritrovano per un long week-end fra risate, sorrisi, strette di mano, volti di cera paralizzati degni del Madame Tussaud.
Tante parole confuse senza capo o coda e tante promesse tipo salviamo l”Africa, sconfiggiamo l”HIV e la malaria (quando ancora solo pochi hanno ganciato quanto promesso 10 anni fa), tagliamo i deficit (ma senza dire come.) e altri bei fioretti che fanno fine e non impegnano. Insomma il nulla totale. Nessuna tassa alle banche e nessuna sanzione per chi ha provocato il collasso del secolo. Nulla.
La sostanza drammatica però è che a due anni dalla più grave crisi finanziaria ed economica dal ”29, nessuna soluzione e nessun accordo è stato adottato per evitare il baratro. L”armageddon finale. Si va avanti alla spera in Dio e ognuno pensa per sè e sorride per quanto riesce di fronte all”abisso. Anche stavolta il nulla è uscito dai “grandi” della Terra. Per fortuna che qualcuno ha osato far notare il proprio disappunto e prefigurare la realtà a questi signori incipriati che gozzovigliavano a Toronto. Dalle colonne del New York Times in un editoriale tanto schietto quanto terrificante, Paul Krugman ha fatto un quadro non solo realistico ma tragico di quello che ci attende a questo punto.
Krugman inizia ricordando le due grandi depressioni della storia economica, quella del “Panico” del 1873 e quella più nota del 1929/31 detta la “Grande Depressione“. I punti in comune sono tanti quanto terribili, soprattutto con la seconda e spiega che questa terza depressione sarà in primo luogo un fallimento della politica come dimostrato dal G8/20 dove i governi non sono giuti a nessuna soluzione. I paesi rimangono ossessionati dall”inflazione piuttosto che pensare a quello che è in atto, ovvero una terribile deflazione, predicando i tagli alla spesa e al deficit quando l”unica soluzione sarebbe aumentare la spesa. Ricordiamoci che l”ultima volta che si ridusse ferocemente la spesa fu nella stessa Germania dell”iperinflazione del 1922-23,0 attuata da Heinrich Brüning, che portò sereno alla vittoria e al potere Hitler, cavalcando lo scontento e la disperazione dei tedeschi.
We are now, I fear, in the early stages of a third depression. It will probably look more like the Long Depression than the much more severe Great Depression. But the cost – to the world economy and, above all, to the millions of lives blighted by the absence of jobs – will nonetheless be immense. And this third depression will be primarily a failure of policy. Around the world – most recently at last weekend”s deeply discouraging G-20 meeting – governments are obsessing about inflation when the real threat is deflation, preaching the need for belt-tightening when the real problem is inadequate spending.
Krugman continua facendo notare che non vi è alcuna prova che l”austerità fiscale e di spesa di breve periodo in un”economia depressa rassicuri gli investitori. Al contrario: la Grecia da quando ha deciso la via dell”austerità , piuttosto che dichiarare default, ha peggiorato il suo livello di rischio e i suoi rendimenti sul debito sono schizzati alle stelle. L”Irlanda, che ha imposto tagli selvaggi alla spesa pubblica, è stata trattata dai mercati con un livello di diffidenza peggiore della Spagna. E certo non sarà facile convincere i mercati neppure delle scelte di Francia, Germania e Italia.
It”s almost as if the financial markets understand what policy makers seemingly don”t: that while long-term fiscal responsibility is important, slashing spending in the midst of a depression, which deepens that depression and paves the way for deflation, is actually self-defeating.
Ridurre la spesa nel bel mezzo di una recessione è un suicidio che apre le porte alla deflazione e si finisce nel bel mezzo di una depressione. La terza.
In the face of this grim picture, you might have expected policy makers to realize that they haven”t yet done enough to promote recovery. But no: over the last few months there has been a stunning resurgence of hard-money and balanced-budget orthodoxy.
I politici non hanno ancora fatto nulla per recuperare il prezioso tempo perso: c”è solo stata stata la rinascita spettacolare dei tagli e dell”ortodossia ossessiva verso i budget degli stati.
Quale sarà il risultato di questa ortodossia che nulla ha a che fare con l”analisi razionale? Sicuramente il principio di base errato è che la sofferenza imposta sulle persone, sul popolo, sia il modo per dar prova di leadership in tempi difficili. Questo equivarrà ad un massacro politico ed economico che farà davvero fallire stati o potrà creare i terreni fertili per nuovi Hitler. E chi pagherà il prezzo del trionfo dell”ortodossia? Decine di milioni di lavoratori disoccupati, molti dei quali resteranno senza lavoro per anni, alcuni dei quali non potranno mai più lavorare.
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Fonte: http://www.daw-blog.com/2010/06/28/la-terza-depressione-alle-porte/.
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