Sovranità e moneta: alcuni appunti ai tempi di Mario Bilderberg Monti. | Megachip
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Sovranità e moneta: alcuni appunti ai tempi di Mario Bilderberg Monti.

Sovranità e moneta: alcuni appunti ai tempi di Mario Bilderberg Monti.
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9 Novembre 2011 - 00.09


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monti-bilderbergdi Felice Sardi – Megachip.

Non sono soltanto i popoli estenuati a festeggiare – ma per poco – il rapido declino di consolidate dinastie politiche ormai incapaci di gestire le contraddizioni dei loro paesi, bombardati da pressioni finanziarie insopportabili. Il crollo dei Papandreu e dei Berlusconi si accompagna allo smottamento della sovranità di Grecia e Italia, preceduto dall”incubazione della perdita della sovranità monetaria.  È un cambio storico la cui reversibilità sarà difficilissima, perché strettamente sorvegliato in nome dello “stato d”eccezione” proclamato da governi tecnici emanati dalla dittatura eurocratica atlantista, sempre meno mascherata. (Vero, Mario Bilderberg Monti? Vero, Loukas Trilateral Papademos?).

L”interesse di certi poteri va in direzione diametralmente opposta a quella di un ritorno alla sovranità monetaria nazionale. Anzi, si potrebbe forse dire che uno dei punti fondamentali delle loro strategie di lungo periodo sia consistito proprio nel limitare prima (con le teorie “monetariste” che attaccavano la discrezionalità delle politiche monetarie) e sottrarre poi (con l”Euro ad esempio) la sovranità monetaria ai singoli stati, perché consapevoli dell”enorme potenziale di una politica monetaria correttamente “canalizzata” in attività di incremento della produttività del sistema economico.

L”effetto inflazionistico della creazione di moneta dipende infatti, in modo cruciale, dal modo in cui la nuova moneta viene impiegata. Se la nuova moneta è canalizzata verso attività di consumo o verso attività di investimento finanziario si avrà rispettivamente inflazione sul mercato dei beni di consumo e inflazione sul mercato dei capitali (bolle finanziarie); ma se fosse canalizzata in investimenti che migliorano la produttività complessiva del sistema (infrastrutture, educazione, ricerca, etc) la maggiore quantità di moneta si distribuirebbe su un maggior numero di beni e servizi (o di maggior valore) evitando quindi l”insorgere di qualsiasi forma di inflazione (nell”equazione di Fisher PY=MV cioè, l”aumento di moneta M verrebbe compensato da un aumento del reddito Y e non del livello dei prezzi P). 

Ogni stato sarebbe così autorizzato a finanziare (con emissioni monetarie dirette o con garanzie statali) ogni progetto in grado di aumentare la produttività del sistema  aumentando così costantemente l”efficienza e il livello di occupazione delle risorse. Gli unici vincoli alla crescita dovrebbero essere quelli fisici delle risorse naturali e quelli tecnologici, ma mai economici.

La moneta è un unità di misura (di valori economici) e come tale non dovrebbe mai essere scarsa; come qualcuno ha brillantemente detto: «dire che un investimento socialmente valido non può essere attuato per mancanza di risorse monetarie è come dire che un ponte non può esser costruito per mancanza di kilometri … »)

Riguardo a questi fondamentali temi economici, nel caso i lettori fossero interessati, segnalo gli studi sulle teorie istituzionali della moneta del gruppo di ricerca facente capo a Randall Wray, l”ebook “Creating New Money” di Joseph Huber e James Robertson (http://www.jamesrobertson.com/book/creatingnewmoney.pdf) e l”unico libro di macroeconomia che secondo me merita di essere letto, “New Paradigm in Macroeconomics” di Richard Werner.

Sono letture utili, un ottimo antidoto rispetto all”intossicazione di “pensiero unico” che vi propineranno in questi mesi da ogni direzione, approfittando della vostra soddisfazione per l”eclisse di Silvio Berlusconi.



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