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' Artico: in partenza per l''ultima frontiera'

Petrolio e gas diventano accessibili in seguito alla fusione dei ghiacci artici: e come nel vecchio West i rudi cow boy partono alla conquista.

' Artico: in partenza per l''ultima frontiera'

Redazione Modifica articolo

20 Maggio 2013 - 08.42


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di Debora Billi.

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E” talmente vero da essere un luogo comune, gli americani hanno sempre
bisogno di una nuova frontiera. La più recente è rappresentata dal
petrolio e dal gas che diventano accessibili in seguito alla fusione dei ghiacci artici:
e come nel vecchio West i rudi cow boy partono alla conquista, appena
appena ammantata (ma non certo nascosta) dal vago buonismo progressista e
obamiano che va di moda ultimamente.

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L”altro giorno la Casa Bianca ha pubblicato un documento intitolato Strategia nazionale per l”Artico.
Ve li vedete, i cow boy preoccupati per il destino dei bisonti e per
le mandrie troppo numerose che sfruttano eccessivamente i pascoli?
Certo che no: però, da allora, i tempi sono cambiati e il serbatoio di risorse naturali offerte dalla Terra ormai segna rosso fisso.
Ma
gli americani sono ancora rimasti che, morta una frontiera, se ne fa
un”altra: come per i Papi. Così, in nome della sicurezza nazionale (che
è come dire: in nome di un approvvigionamento di energia ampiamente
sufficiente ai bisogni nazionali e non legato all”importazione),
tratteggiano per l”Artico sempre più libero dai ghiacci un futuro di infrastrutture e trivellazioni: rispettose per l”ambiente, of course (ecco il tocco obamiano), come le varie tragedie petrolifere hanno insegnato.

Non si fanno grandi crucci per le foche e trichechi, va da sé, come i
cow boy non si preoccupavano dell”estinzione dei bisonti. Più che
altro, gli americani dimostrano di non preoccuparsi granchè neanche per il genere umano: alterare ulteriormente l”ambiente nell”Artico significa esacerbare il caos climatico col suo codazzo di raccolti agricoli scarsi e di fame. Un qualsiasi incidente petrolifero
in quell”ambiente estremo fatto di iceberg, tempeste e notte polare
per i lunghi mesi invernali  sarebbe ancor più difficile da gestire del
pozzo Macondo a 1500 metri sotto il mare.

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Vallo a spiegare ai cow boys. E vagli a spiegare, soprattutto, che dopo l”Artico su questa Terra non ci sarà più niente da depredare

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Fonte: http://petrolio.blogosfere.it/2013/05/artico-in-partenza-per-lultima-frontiera.html.

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