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Rampini, parliamone

Massimizzare il benessere collettivo. Ecco perché stampare moneta con il Quantitative Easing non è sinonimo di Modern Money Theory. [Daniele Basciu]

Rampini, parliamone
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7 Luglio 2014 - 15.39


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di Daniele Basciu.

Non è la prima volta che Federico Rampini, su Repubblica, cita la Modern Money Theory. Lo fa anche oggi, qui: LINK.

Purtroppo, come già accaduto in passato, nell’illustrare che cosa sia
la MMT ne interpreta alcuni punti fondamentali in modo non corretto.
Così ( tra [ ] l’originale dell’articolo di F. Rampini)

[La MMT da` un ruolo dominante alla politica monetaria per trainare l’economia fuori dalla crisi]

No. La MMT illustra come l’unica politica efficace in situzioni di crisi legate a carenza di domanda aggregata sia la politica fiscale, e non quella monetaria. La carenza di domanda aggregata deriva da deficit troppo bassi.

Allora la domanda aggregata può essere ripristinata (fino al livello
corrispondente alla piena ocupazione delle risorse materiali e dei
lavoratori) dal monopolista della moneta (Governo che
si avvale della Banca Centrale) ampliando il deficit con un taglio delle
tasse (a spesa invariata), con un aumento della spesa pubblica (a
tassazione invariata), o con un mix di taglio tasse + aumento spesa.
Ciascuna di queste soluzioni amplia il deficit, quale delle tre adottare
è semplicemente una scelta politica

La politica monetaria NON modifica i deficit, non incide sulle
quantità aggregate di domanda. È inefficace, quindi, nel ripristinare i
livelli dei deficit necessari per il pieno impiego delle risorse.

[In un certo senso questa dottrina ha anticipato l’esperimento eccezionale del “quantitative easing”]

Sì, il QE è la manifestazione che le Banche centrali non possono
“terminare i numeri sui propri pc” con cui creano i “soldi”. Ma La
Mosler Economics / MMT ha ripetutamente messo in luce che il QE non è “fare la MMT”.
Anzi tutto per mano del fondatore Warren Mosler (che, per inciso, ha in
“sign” nelle proprie mail la frase “Il QE è semplicemente un’altra
tassa”, e poi in vari altri documenti pubblicati a più riprese. Si veda “Il QE è una tassa sull’economia” di W. Mosler, pubblicato su www.retemmt.it, “La moneta da sola non basta”, o “Non è tutto oro l’Abenomics che luccica”.

[oltre 4.000 miliardi di dollari di liquidità creata, stampando moneta]

Il QE NON è “stampare moneta”, non è “immettere liquidità”. Con il QE
la BC acquisisce titoli di Stato e li scambia con riserve, che NON sono
liquidità. Non sono “soldi che vengono spesi”, o “soldi che vengono
prestati dalle banche” (che non possono “prestare le riserve”, come la MMT evidenzia).
La Bank Of England ha attuato anch’essa interventi di QE e il risultato
(visibile) è che sono aumentate le riserve che le Banche
obbligatoriamente detengono presso i suoi conti:

In aggiunta, il QE rimuove dal settore privato il “reddito da
interesse”, che non viene più percepito dai soggetti che cedono i Titoli
di Stato alla Banca Centrale. Per cui di fatto rimuove liquidità,
piuttosto che crearla. In questo senso è paragonabile a “una tassa in
più”.

(Su quali siano i reali effetti del QE sull’economia è necessario,
per motivi di spazio, un intervento scritto a parte rispetto a questo)

[L’ultimo discorso della Yellen e` importante per il principio
che stabilisce: la banca centrale deve evitare di far pagare all’intera
popolazione gli errori dei banchieri]

Principio condivisibile. Far pagare alla popolazione gli errori dei
banchieri è, invece, ciò che ha fatto e  farà l’UE e il sistema
Eurozona.

[La Yellen in questo e` coerente con il suo predecessore Ben
Bernanke che negli ultimi anni ha dato un’interpretazione progressista
del mandato istituzionale della Fed: anzitutto perseguire la piena
occupazione]

Non riuscendo però ad ottenerla, per i motivi sopra indicati. Solo il
Governo con politiche fiscali che ampliano i deficit può ottenere la
piena occupazione, e sfortunatamente l’amministrazione Obama sta
cercando di ridurre i deficit.

[In quanto alla Mmt: la Yellen non si occupa di teorie, ma certe convergenze sono evidenti]

Come sopra: sì, è evidente che la Banca Centrale (che per il Governo è
un foglio di calcolo) non può “finire i numeri”, come la MMT dimostra
in lungo e in largo. Questo significa che fino a che ci sono risorse
inutilizzate, uno Stato avrà sempre “i soldi” per impiegarle. Ma questo
non avviene, né può avvenire, attraverso il Quantitative Easing.

Concludendo: è positivo, è importante che Federico Rampini su
Repubblica scriva contro l’austerity, e scriva della MMT. Ma è
enormemente utile, per le finalità di benessere pubblico, che della MMT
siano messi in luce in modo corretto i principi portanti, che sono molto
più ampi, e diversi, dal semplice porre in essere gli interventi di
Quantitive Easing. La MMT è la scuola economica che ha gli strumenti
necessari per la massimizzazione del benessere collettivo possibile.

Speriamo che Federico Rampini scriva ancora di MMT, partendo da
quello che il fondatore della MMT, Warren Mosler, ha scritto in
occasione del suo mese di docenza presso l’Università di Bergamo, a
Marzo 2014. La vera MMT è qui: ME/MMT. La valuta come monopolio pubblico – di W. Mosler (2014).

Fonte: http://www.retemmt.it/component/k2/item/274-rampini-parliamone.

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