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'Il ''QE'' di Draghi? Sta tutto nell'attesa'

Il "quantitative easing" punta più su aspettative che su effetti concreti. L’idea è che con più miliardi (nelle banche) consumatori e imprese siano meno sfiduciati.

'Il ''QE'' di Draghi? Sta tutto nell'attesa'
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25 Gennaio 2015 - 16.30


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di Sergio Cesaratto.

Una volta Pierangelo Garegnani mi
disse: «Keynes è stato un disastro per la teoria economica perché
ha introdotto il termine aspettativa»
, vale a dire l’idea che lo
studio delle attese detenute dai soggetti circa il futuro sia un
elemento portante dell’economia politica. Compito della politica
economica diventerebbe, dunque, quello di orientare le
aspettative nella direzione desiderata.

Molti economisti eterodossi vedono
addirittura nell’incertezza in cui si formano le attese il vulnus
del capitalismo. Sia nella versione ortodossa che eterodossa,
quella di basare l’analisi economica sulle aspettative è una teoria
assai debole che trascura i fatti reali, che sono invece quelli che
dobbiamo studiare anche per spiegare la formazione delle
aspettative. La diseguaglianza e la conseguente debolezza della
domanda aggregata sono dal punto di vista eterodosso, per esempio,
il vulnus reale del capitalismo e fonte di incertezza nelle
decisioni di investimento.

Da questo punto di vista il varo del Qe
da parte della Bce ci è apparso come un grande esercizio mediatico,
in cui la centralità assegnata alle aspettative ben si adatta al
grande proscenio della comunicazione in cui non c’è soluzione di
continuità fra finzione e realtà. Al riguardo, se la
professionalità di molti commentatori economici fai da te
è assai dubbia, non è però questo il caso di Carlo Bastasin de Il
Sole 24 Ore
, il quale purtuttavia commenta che, sebbene il Qe non
possa da solo «rilanciare consumi e investimenti la cui mancanza
affligge l’economia europea», esso «può attenuare la sfiducia ormai
radicata che è la prima causa del vuoto di domanda».

Attenuare la sfiducia, ecco. Base su
cui il ministro dell’Economia Padoan può incitare le famiglie
a spendere e le imprese a investire. Sulla fiducia. Come dire: il Qe
non ha grandi effetti, ma se voi cominciate a credere che ne abbia,
allora li avrà. Insomma, se il Qe fallisce è pure un po’ colpa vostra.

La fiera delle aspettative su cui si
fonda il Qe è che se la gente credesse davvero che il Qe farà
ripartire l’inflazione, allora anticiperà gli acquisti, per esempio
di case o di auto, così da far riprendere domanda, produzione,
investimenti e livello dei prezzi. Ma faglielo capire alla famiglia
che ha perso il lavoro e al suo datore di lavoro che ha chiuso bottega!
E anche i più fortunati vorranno vedere il cammello della ripresa
prima di spendere di più, non si accontenteranno dell’aspettativa
del cammello.

Già nel 2004 un ottimo economista
della Bce, Ulrich Bindseil, commentando il primo Qe effettuato dalla
Banca del Giappone nel 2001 affermava che al di là dell’infondata
associazione monetarista di aumento della liquidità a maggiore
inflazione, non si capisce come maggiore liquidità alle banche
possa tradursi in maggiore spesa e uscita dalla deflazione, per cui
l’unico argomento a difesa del Qe è che «tanto male non fa». Un po’
poco per la tragedia che viviamo
.

A sostegno di effetti reali del Qe resta
dunque solo il deprezzamento dell’euro, che accentua il ruolo
dell’Eurozona come destabilizzatore dell’economia mondiale
e comunque insufficiente a indurre una seria ripresa, e il puntello
ai debiti sovrani. Quest’ultimo del tutto relativo visto che il rischio
relativo all’80% dei titoli pubblici acquistati da ciascuna banca
centrale nazionale (Bcn) sarà a carico dalla medesima banca
, ovvero
dallo Stato a cui appartiene. Il che crea un circolo vizioso per cui
la Bcn puntella lo Stato il quale puntella la Bcn.

Naturalmente Draghi fa quel che può,
ma ciò non ci esime dal riconoscere che senza la fine dell’austerità —
che non è nell’orizzonte delle élite europee — si sta curando il
cancro con l’aglio (o forse col Prozac).

In sintesi, il Qe avrà effetti
marginali, ma sufficienti per giustificare il Padoan di turno nel
continuare a promettere la ripresa per l’anno successivo
.

Per
altri commentatori il Qe apre spazi per la sinistra e, laddove
fallisse, dischiuderebbe la strada al «Qe per il popolo», la
distribuzione di liquidità direttamente a ciascun cittadino. Ma
in tempi così grami e di fiera delle aspettative come si fa
a biasimare chi fa un po’ sognare la gente? Attenti al
risveglio però.

Fonte: http://ilmanifesto.info/il-qe-di-draghi-sta-tutto-nellattesa/.

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