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Investimenti pubblici e benefici privati

'C''è un incubo ricorrente: essere in pericolo, tentare di urlare e non esce la voce. O peggio, urlare e gli altri intorno a te non sentono... [Ilaria Lucaroni]'

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12 Aprile 2016 - 21.16


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di Ilaria Lucaroni

C”è un incubo ricorrente in ogni individuo: quello di essere in pericolo, tentare di urlare e non esce la voce. O una versione ancora peggiore, urlare e gli altri intorno a te non sentono. Ecco, questa è la situazione di parte di quell”economia che tenta di urlare la propria verità ma puntualmente non trova spazio nei canali comunicativi, invece a trovare spazio sono altre voci, che ogni tanto appaiono, dicono qualche cosina che ad un lettore medio di un giornale può dire poco, ma che sta riaffermando quell”impostazione economica che ha fatto fallire il sistema. E così stamane scorri velocemente il giornale online “solita ipocrisia, tò forse qualcosa si muove, carina questa fotogallery…” e poi “Katainen: l”Italia ha già molta flessibilità non crescerà spendendo di più”.

A parte favoritismi a lobby di potere nel sempreverde connubio politica-economia quali sarebbero queste spese dell”Italia che, nella spesa pubblica, sta tagliando su tutti i fronti? Viene da chiedersi. E ancora, visto che è sabato mattina e ci piace farci del male “frenare il debito pubblico (…) l”80% di questi 76 miliardi che anticipiamo arriveranno all”economia, verranno dal settore privato (…) saranno utilizzati per finanziare investimenti”.

Forse è troppo presto per un sabato mattina, forse ho letto male, forse intendeva dire che quei soldi andranno ad investimenti sociali, in scuola, sanità, cultura, istruzione, ammortizzatori sociali perché aumentare il benessere delle persone significa far ripartire l”economia come affermano ormai tutta una serie di studi che ci vorrebbe un altro articolo solo per citare la bibliografia, che anche Draghi parla del rischio di una generazione perduta, seppur bisognerebbe aggiungere che la generazione è già bella e che perduta da tempo e che se evitassimo di manganellare le nuove leve quando scendono in piazza per reclamare un futuro, sarebbe già un ottimo punto di partenza. E poi ammetti a te stesso che non ce la fai a continuare a leggere, sai già quello che andrà a raccontare il vicepresidente della Commissione Europea, e che se nella fisica quantistica il punto d”osservazione influenza l”esperimento, oggi facciamo che non osservo questo articolo ma creo un mondo perfetto dove Marx ha vinto e la teoria economica classica ha vinto sulla marginalista e viene insegnata in tutte le scuole ed università, aperte e accessibili a tutti, e che formeranno i dirigenti di domani.

In questo mondo perfetto il livello dei salari è stato scelto da lotte di classe che i lavoratori hanno vinto, un livello compatibile con il comune senso di umanità, mentre i marginalisti che volevano convincere le persone che il mercato del lavoro va in equilibrio nell”incontro tra domanda e offerta e quindi salari più bassi per lavorare tutti, prestano volontariato sociale per la comunità affinché riacquisiscano il comune senso del vivere civilmente in società. Tutte le sere devono poi ripetere come mantra: “non è vero che i mercati portano alla piena occupazione e non è vero che la disoccupazione è causa dei lavoratori”.

Sempre nel mio mondo perfetto la remunerazione va quindi al salario e non al capitale perché si è capito che non è vero che il capitale rinuncia al consumo di quello che ha guadagnato per investirlo e creare nuova domanda di lavoro, ma che se lo spedisce a Panama, viene quindi eretto un monumento a Keynes il quale aveva spiegato che le imprese investono quando la domanda di beni è già in crescita, e quindi si aspettano di vendere di più, quindi è più probabile che un abbassamento di salario diminuisca la produzione con conseguente crisi economica. Inoltre chi afferma che la crescita economica dipende dal risparmio e che lo Stato deve comportarsi come un buon padre di famiglia è guardato bonariamente e con affetto come se affermasse che la Terra è piatta e le streghe vanno bruciate insieme ai gatti neri, si interviene con programmi sociali di recupero e la presa in cura da parte di tutta la comunità per un senso di solidarietà mutualistico che non crea, comunque, segregazione ma si comprende la gravità del problema del soggetto in causa in ottica di prevenzione del danno prima che possa far male a se stesso e agli altri.

Viene fatto capire loro con l”ausilio di assistenti professionali preparati ad affrontare certe patologie che i marginalisti sbagliano quando affermano che lo Stato con il deficit aumenta i consumi e diminuisce il risparmio e quindi gli investimenti, che non è vero che la formazione di nuovo capitale (che in ogni caso fugge all”estero) rallenta bloccando la crescita economica. Viene quindi spiegato che quando lo Stato spende in sanità, stipendi, pensioni, cultura ed educazione e quindi investimento nel capitale sociale, reddito minimo per non perdere generazioni, e così via, fa bene, perché così aumenta la domanda di beni e le imprese devono produrre di più, quindi più occupazione e crescita economica. Alcuni ce la fanno, escono dal programma rigenerati, chiedono scusa alla società e si inseriscono nuovamente in un percorso di vita, altri purtroppo no, prendono le loro valigette nere e scure e se ne vanno a Panama dove trascorreranno il resto della vita a credere di essere Napoleone Bonaparte insieme a Katainen.

(9 aprile 2016)

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