ATF
di Massimo Ragnedda.
Passato il RefeRenzum, l’Istat può finalmente pubblicare i dati sulla povertà in Italia. Faccio una breve sintesi.
– 17 milioni 469 mila italiani sono in condizioni di esclusione sociale, ovvero in condizione “di grave deprivazione materiale”.
– Il 46,4% dei residenti nel Sud e nelle Isole è a rischio di povertà o esclusione sociale, contro il 24% del Centro e il 17,4% del Nord. Il divario tra Nord e Sud è nettamente peggiorato sotto il governo Renzi.
– Il 48,3% delle coppie con tre o più figli sono a rischio povertà . Parliamo di una coppia su due. Lo scorso anno erano il 39,4%. Un netto e pericoloso peggioramento.
– Nel 2015 è cresciuto il numero delle emigrazioni: l’8% in più rispetto al 2014.
– Quasi 23 mila laureati italiani con più di 25 anni di età hanno abbandonato l’Italia nel 2015, perché senza futuro (+13% sul 2014).
– Quasi 11 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi e risparmiare soldi a causa “degli effetti socialmente regressivi delle manovre di contenimento del governo†(fonte Censis).
I problemi di cui il governo si sarebbe dovuto occupare erano ben altri che quella insensata riforma per la quale hanno speso milioni di euro, tempo, risorse e spaccato il paese.
Non vedere che nel sud del Paese quasi un italiano su due è a rischio povertà o esclusione sociale significa vivere in un sistema parallelo e perdere di vista la priorità dei problemi.
Magari questi dati aiutano a capire come mai in Sardegna e nel Mezzogiorno il NO abbia raggiunto numeri bulgari.
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