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Investimenti pubblici finanziati con la Moneta Fiscale

Abbiamo bisogno di investimenti pubblici per rimettere in piedi questo Paese disastrato e per creare lavoro. Con gli sconti fiscali a scadenza (CCF) si potrebbe finanziare un piano consistente.

Investimenti pubblici finanziati con la Moneta Fiscale
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13 Gennaio 2019 - 00.03


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di Stefano Sylos Labini.

Abbiamo bisogno di investimenti pubblici per rimettere in piedi questo Paese disastrato e per creare lavoro. Infrastrutture, manutenzione del territorio, riassetto idrogeologico, ristrutturazione del patrimonio edilizio, centrali eoliche offshore su piattaforme galleggianti, trasporto pubblico ecologico, riciclo e smaltimento non inquinante dei rifiuti, bonifiche ambientali, depurazione delle acque dei fiumi, dei laghi, del mare.

Con gli sconti fiscali a scadenza (CCF) si potrebbe finanziare un piano consistente di investimenti e lavori pubblici senza chiedere soldi in prestito sul mercato. I CCF andrebbero a realizzare la cosiddetta “golden rule” (lo scomputo degli investimenti nel calcolo del deficit) garantendo un moltiplicatore abbastanza elevato. Dunque i pagamenti alle imprese avverrebbero in parte con i CCF e per questo bisognerebbe fare un patto con le imprese che accettano di essere pagate con i CCF in rapporto di 1 a 1 con l’euro. Del resto uno sconto fiscale è più sicuro di una cambiale perché alla scadenza lo Stato potrebbe non avere i soldi in cassa per rimborsare la cambiale mentre arriverà sempre il giorno in cui bisognerà pagare le tasse e con lo sconto fiscale si potrà pagarne di meno.

Per partire dobbiamo semplicemente raddoppiare gli investimenti pubblici da 35 a 70 miliardi di euro (4% del Pil).

Simulazioni effettuate su un orizzonte di breve-medio periodo con il modello econometrico trimestrale della Banca d’Italia indicano che nello scenario più favorevole il moltiplicatore è superiore all’unità e l’aumento del prodotto ottenuto con i maggiori investimenti determina una riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL nell’arco di un quinquennio.

https://www.bancaditalia.it/…/integov2018/Visco_22_09_2018_…

Credo che per attivare un grande piano di investimenti pubblici rapidamente realizzabile bisognerebbe coinvolgere i Comuni più grandi i quali dovrebbero predisporre un elenco di opere urgenti. Lo Stato centrale dovrebbe selezionare gli interventi, assegnare i fondi in CCF, seguire lo stato di avanzamento e, quando richiesto, fornire il sostegno operativo alla realizzazione delle opere. Il problema degli investimenti pubblici sta nei tempi lunghi che servono per farli partire e poi per completarli. Con un’azione decentrata si potrebbero superare questi ostacoli riuscendo a sfruttare rapidamente i benefici degli interventi. Il piano potrebbe svolgersi attraverso un “decentramento con controllo coordinato” da parte dello Stato centrale secondo uno schema organizzativo simile a quello ideato da Alfred Sloan per la General Motors.

In conclusione, ogni giorno che passa senza agire è un peso sulla coscienza. In Francia si protesta da settimane per migliorare le condizioni di vita delle fasce sociali in difficoltà mentre in Italia il problema è sempre l’immigrazione. Se non creeremo lavoro con gli investimenti pubblici il malcontento verso gli immigrati si aggraverà e il reddito di cittadinanza servirà a poco. Dobbiamo agire rapidamente ma abbiamo una classe politica incapace e irresponsabile. 

Fonte: https://www.ideologiasocialista.it/index.php/home/canali-tematici/economia/item/126-investimenti-pubblici-labini-moneta-fiscale

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