In America, dove l’economia va bene (crescita del PIL 2,7% e disoccupazione ai minimi storici) con Trump ci sarà quest’anno un deficit pubblico di 900 miliardi di dollari, dove per confronto in Italia invece avremo un deficit intorno a 40 miliardi (espresso in dollari).

Ma nessuno tra i repubblicani e i democratici sembra preoccupato e parla di ridurlo, come si farebbe qui da noi nella UE. Anzi, come leggi su Bloomberg (13 marzo) si sta discutendo molto “Una Visione Alternativa al Dilemma di Indebitarsi o Aumentare le Tasse Per I Governi in Deficit”.

I nuovi leader e candidati Democratici più in vista per l’elezione alla presidenza dell’anno prossimo sponsorizzano infatti le idee della “MMT” (“Modern Monetary Theory”o “teoria monetaria moderna”) lanciata venti anni fa da Warren Mosler (“Alexandria Ocasio-Cortez, il nuovo volto dei progressisti al Congresso, sostiene la MMT e propone maggiori deficit per investimenti ecologici e altri pezzi grossi del Partito Democratico propongono l’altra idea della MMT, l’idea che il governo garantisca un lavoro a tutti quelli disposti a lavorare. Quattro senatori che si sono candidati per la nomina all’elezione presidenziale dell’anno prossimo, Cory Booker, Kirsten Gillibrand, Elizabeth Warren e Bernie Sanders, hanno sottoscritto entrambe le iniziative (da finanziare in deficit)”).

La MMT spiega che il deficit pubblico non è un problema per uno Stato che abbia la propria moneta e la propria banca centrale perchè può sempre ripagare il debito pubblico creando moneta e solamente quando si verifica una situazione di alta inflazione il deficit va contenuto. Come tutti sanno però nel mondo industrializzato da 30 anni l’inflazione e i tassi di interessi sono molto bassi, per cui la MMT sostiene che l’evidenza empirica mostra che oggi si possono tenere deficit pubblici ampi per finanziare programmi sociali, riduzioni di tasse o infrastrutture

La “MMT”, o teoria monetaria moderna di Warren Mosler (e altri come Galbraith junior, Stephanie Kelton, Bill Mitchell, Randall Wray…) è stata portata anche qui in Italia quando Moser tra il 2014 e il 2017 ha tenuto decine di conferenze in giro per l’Italia grazie a Paolo Barnard, che poi ne aveva anche parlato nelle sue apparizioni TV nella trasmissione di Paragone. I professori di economia invece l’avevano largamente snobbata, forse perchè veniva predicata da un giornalista alternativo.
Quest’anno però se si scorrono il Wall Street Journal, Washington Post, New York Times, Forbes, Bloomberg, i blog di economia come quello di Paul Krugman, si scopre che tutti gli economisti americani la stanno discutendo e l’interesse è esploso (come mostra l’aumento di oltre 100 volte su Google della ricerca del termine “Modern Monetary Theory”).

Il fatto macroscopico e difficile da ignorare è che sotto Bush, Obama e poi ora con Trump gli USA hanno aumentato il debito pubblico da 8 mila a 22 mila miliardi di dollari negli ultimi dieci anni. Con Trump, che sarebbe un “conservative”, si è aumentato ancora il deficit per tagliare le tasse e stimolare l’economia e quest’anno il deficit arriverà a 900 miliardi di dollari portando il debito pubblico a 22mila miliardi (nonostante l’economia cresca quasi al 3%).

Questo non ha provocato nessuna inflazione o svalutazione del dollaro, a dispetto delle previsioni della maggioranza degli economisti. Gli USA mostrano un deficit intorno a 900 mld di dollari l’anno, la UE invece ha un deficit complessivo sui 150 mld l’anno e il Dollaro sale e l’Euro scende perchè il mercato dei cambi premia la maggiore crescita del PIL americana.

Con l’elezione presidenziale del 2020 che si avvicina i candidati e leader democratici invece di attaccare Trump sul deficit “irresponsabile” rincarano la dose e propongono piani di investimenti pubblici e sostegno all’occupazione che implicano deficit sempre elevati (oltre il 4% del PIL), che farebbero inorridire i nostri soci finlandesi, tedeschi e olandesi. Sia da destra che da sinistra quindi in America si vuole stimolare l’economia con deficit che in UE verrebbero “sanzionati” dalla Commissione UE nella UE “germanica”.

La MMT era la teoria economica che invece aveva previsto in modo chiaro e netto che questi deficit non avrebbero portato inflazione e svalutazione (e lo stesso per il Giappone, tra parentesi) e ora importanti leader politici fanno proprie le sue proposte. Più che una teoria Mosler la definisce come una descrizione del reale modo di funzionare del sistema monetario moderno, che poca gente comprende. Anche se non ce ne rendiamo conto, il 97% del denaro che circola è debito, perchè i soldi in banca sono creati dalle banche quando erogano un prestito (e per le banche sono contabilmente debito). In realtà non c’è nel sistema monetario moderno una vera differenza tra i conti in banca e i titoli di stato. Entrambi funzionano come denaro perchè si ha fiducia nello Stato, che in caso di bisogno grazie alle tasse che incassa può ripagare i titoli emessi e sovvenzionare e garantire i conti in banca dei cittadini.

Nel sistema monetario moderno avere 100mila in conto corrente in banca o 100mila in Bot o altri titoli di stato è funzionalmente la stessa cosa, sono entrambi liquidità e, se ci pensi bene, ti fidi dei soldi che hai in banca perchè sono garantiti dallo Stato che sostiene e salva sempre le banche.
Gli italiani hanno 4,300 miliardi di ricchezza finanziaria, di cui circa 1,500 miliardi sono conti di liquidità. Lo Stato italiano ha un poco più di 2mila miliardi in titoli. Il valore degli uni e degli altri si basa sulla fiducia nello Stato perchè tecnicamente sono solo numeri nei computers delle banche, entrate contabili e tutti sanno che non è possibile chiedere in banconote i soldi depositati in banca perchè sono stati prestati a qualcun altro per il 90%. Ci si fida delle banche perchè dietro c’è lo Stato e non a caso tutti gli Stati hanno raddoppiato il debito pubblico dopo la crisi del 2008 per garantire in vari modi le banche ed evitare che crollassero.

Logicamente dovresti forse fidarti di più di avere 1 milione di euro in Bot e Btp che 1 milione di euro in un conto bancario. Senza contare che quando “presti soldi allo Stato” comprando 100mila di Btp non rinunci alla liquidità perchè se hai bisogno di soldi cash la banca ti presta quasi la stessa cifra dando in garanzia i Btp.

Se parliamo di istituzioni finanziarie poi con miliardi da gestire, usano i titoli di stato come moneta di scambio tra loro, per cui quando un fondo compra 1 miliardo di Btp poi lo gira una banca per avere liquidità e questa a sua volta ad un altra o un altro fondo e vengono “ipotecati” anche tre volte.

Mosler spiega che quando lo Stato emette titoli fornisce un servizio al pubblico e agli investitori che vogliono un rendimento sicuro, ma non ha bisogno di farlo perchè potrebbe emettere biglietti di 100 euro invece che 100 euro di BTP.  La prova è che esistono paesi come Singapore che non ha quasi mai deficit, ma ha un debito pubblico del 100% del PIL lo stesso perchè emette titoli di stato per appunto fornire ai risparmiatori qualcosa in cui investire. Anche l’Australia aveva eliminato il debito pubblico e il mondo finanziario se ne lamentava per cui ha ricominciato a fare deficit per emettere titoli richiesti dal mercato finanziario.

La MMT spiega che l’idea che lo Stato abbia bisogno di indebitarsi per poter spendere è falsa, perchè lo Stato può farsi dare soldi dalla sua banca centrale o farsi comprare i titoli che emette dalla Banca Centrale senza costo di interessi creando moneta. Per lo Stato a differenza di una famiglia indebitarsi è opzionale, ma sfortunatamente il mondo della finanza (con cui lo Stato si indebita) è riuscito a spargere una cortina fumogena per nascondere questa verità.

Ovviamente si parla di paesi industriali che siano in grado di finanziare i deficit esteri attirando capitali come gli USA o lo UK oppure non abbiano deficit esteri come il Giappone (ma anche l’Italia rientra nella categoria). Paesi come l’Argentina o la Grecia in deficit estero cronico e che non attirano capitali esteri per finanziarlo, hanno problemi perchè poi si indebitano con l’estero per importare.

Ma la stragrande maggioranza dei paesi asiatici e occidentali esportano e attirano investimenti, per cui possono fare deficit del 3% o 5% o 7% del PIL a seconda delle esigenze della produzione e dell’occupazione o per tenere a galla le proprie banche ed evitare che taglino il credito.

Abbiamo detto: “se hanno la propria Banca Centrale e moneta” e purtroppo l’Italia aderendo al sistema della BCE e dell’Euro vi ha rinunciato, per cui non ha potuto come in USA, UK e Giappone aumentare i deficit per ridurre le tasse e ripulire i bilanci delle banche pieni di crediti incagliati.

Morale. In America in effetti, per alcune cose, sono più avanti di noi. Hanno stimolato l’economia e tenuto a galla a tutti i costi il sistema bancario facendo ampi deficit per dieci anni e ora invece di smettere continuano

In Italia la discussione di economia sembra spenta, ci siamo rassegnati al famoso 2% di deficit pubblico e alla crescita più o meno zero e ringraziamo iddio se non siamo già in recessione.

Anche avere portato al governo populisti e sovranisti finora non ha cambiato la politica di austerità che ci soffoca da 20 anni, perchè il famoso deficit del 2% del PIL, a cui anche Salvini e Di Maio si sono adattati, significa in realtà un “surplus” di tasse. Lo Stato paga infatti interessi pari al 3,8% del PIL per cui in realtà le tasse sono maggiori delle spese di un 1,7% del PIL (3,7% di interessi -2% di deficit appunto = 1,7% o se vogliamo in miliardi, 60 miliardi di interessi meno 35-40 miliardi di deficit = 20-25 miliardi circa di surplus (usiamo il circa perchè il deficit effettivo è sempre più alto di quello programmato).

In parole semplici, lo stato tassa di più di quello che spende, di circa 25 miliardi e va in deficit solo per pagare interessi che però vanno all’estero o a banche e banche centrali e non all’economia. Dato che in aggiunta le banche continuano a tagliare il credito alle imprese, (di circa 45 miliardi nell’ultimo anno) e preferiscono comprare Btp, il denaro che gira nell’economia si è ridotto ancora (di circa 60-70 miliardi)

Come abbiamo fatto notare in precedenti articoli però la ricchezza finanziaria detta anche risparmi invece aumenta.