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Bologna. “Se non ci emancipiamo da questa favoletta di regime secondo la quale la mafia è alle corde, perché la mafia è solo Provenzano e Riina e se non capiamo che la mafia si combatte sì sul fronte giudiziario, ma che la battaglia si vince o si perde sul fronte dei rapporti tra mafia e politica, bene, noi tra 20 anni ci troveremo qua a chiederci perché ancora si paga il pizzo”.
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E” la parte finale di una lunga e desolata relazione del procuratore aggiunto di Palermo Roberto Scarpinato a Politicamente Scorretto, la manifestazione di Casalecchio di Reno voluta dallo scrittore Carlo Lucarelli.
Scarpinato, in un dibattito che sul palco ha visto tra gli altri anche la vedova di Libero Grassi, ha fatto un”analisi impietosa del fenomeno. Ricostruendo la duplice faccia della mafia: quella bassa e popolare dei Provenzano e dei Riina che si alimenta delle estorsioni, e quella della borghesia mafiosa, professionisti, politici, che restano in carica nonostante condanne passate in giudicato nei consigli di amministrazione delle società o negli organismi politici.
Se la prima sembra in difficoltà , per gli arresti dei capi e di centinaia di picciotti, ha detto Scarpinato, la seconda è ancora lì a lucrare sui fondi pubblici, statali ed europei, e a creare quel degrado in cui la mafia popolare si rialimenta.
“La mafia non è solo una storia di brutti sporchi e cattivi – ha detto ancora il Procuratore aggiunto – perché altrimenti sarebbe stata sconfitta, come il banditismo e il terrorismo. E” lecito chiedersi quale coerenza ci sia in uno stato che obbliga a denunciare il pizzo e contemporaneamente vara lo scudo fiscale”.
ANSA
Ripreso da Antimafiaduemila.com.
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