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Verità di Stato e falsi segreti

Una proposta: costituire un comitato delle vittime dei dossieraggi illeciti dei servizi. Obiettivo: il Governo permetta l’accesso alla verità. E paghi i danni.

Verità di Stato e falsi segreti
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17 Novembre 2014 - 22.22


ATF

Intervista all’avvocato
Francesco Paola
.

La
Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Giudice dell’udienza
preliminare di Perugia, che dichiarò non potersi procedere contro Niccolò Pollari
capo del SISMI e Pio Pompa consulente dei servizi. Il primo aveva ordinato, il
secondo eseguito – in modo illegale – attività di dossieraggio ai danni di magistrati e giornalisti . Di quelle
attività illegali c’è prova. L’argomentazione fu che non poteva esserci
giudizio poiché era stato opposto il segreto
di Stato
.

L’annullamento
di quella sentenza del Gup riapre la faccenda. Ne parliamo con Francesco Paola,
avvocato di alcune delle parti civili, magistrati e giornalisti
. È da rilevare
che, tra coloro che furono sorvegliati illegalmente c’era anche Giulietto
Chiesa.

Avvocato
Paola, grazie per aver contribuito a scoperchiare la pentola. Che strada si può
seguire, ora?

La
decisione della Cassazione conferma che l’intuizione fu giusta. Questa vicenda
è emblematica dello stato attuale della democrazia e
dello stato di diritto in Italia. Troppo spesso esiste un doppio livello, occorrono trasparenza e linguaggi nuovi. Ma i fatti
sono questi: il giudice di Perugia aveva chiesto alla Corte Costituzionale se
fossero state legittime
le direttive del Presidente del Consiglio
(all’epoca era Silvio Berlusconi) che apponevano il segreto di Stato. La Corte
Costituzionale rispose al quesito che il capo del governo poteva astrattamente
imporre il segreto di Stato, ma non lo poteva imporre qualora avesse impedito
di scoprire attività extra istituzionali dei servizi segreti. Il giudice di
primo grado, tuttavia, decise di prosciogliere perché accettò la tesi generale
e astratta del diritto dei governo di imporre il segreto. Dunque prese atto
dall’impossibilità di procedere. In realtà ignorò la seconda parte della
risposta della Corte Costituzionale, cioè non valutò gli elementi di prova che
erano già stati raccolti dall’indagine e che dimostravano attività extra-istituzionali dei servizi. Ecco credo che l’errore
sia stato questo. E, per questo, la Cassazione ha annullato. In altri termini
giudicando non valido il rifiuto del giudice di primo grado di non prendere in
esame gli elementi di prova. Questi elementi sono
numerosi e concordi e vanno valutati.

Dunque
decine di magistrati e di giornalisti sono stati spiati illegalmente. Il
governo ha fermato l’indagine con il segreto di Stato. Il giudice di primo
grado ha accettato l’alt del governo. E la Cassazione ha riaperto il caso. Ci
sono speranze che si possa non solo punire i colpevoli ma correggere le
deviazioni e l’illegalità perpetrata da diversi organi dello Stato? Insomma,
che si faccia giustizia, almeno in questo caso?

Noi
abbiamo sostenuto l’ipotesi che dentro i servizi segreti si fosse installata
una struttura parallela, estranea
alle loro finalità istituzionali. Questa struttura si serviva, secondo noi, dei privilegi
e delle coperture dei servizi, ma
per svolgere servizi di “dossieraggio” che servivano per bloccare,
delegittimare – la parola che venne usata è davvero impressionante: “disarticolare”
– persone che
venivano scelte in base all’ipotesi che fossero oppositori di Berlusconi o che,
in prospettiva o in atto, potessero mettere a repentaglio i suoi interessi
privati, tra cui quelli aziendali. Insomma era stata creata, parrebbe, una specie di “security” aziendale, al
servizio di interessi privati, ma alloggiata entro strutture pubbliche, con
funzionari pubblici che agivano per interessi privati. Da sottolineare che
quelle informazioni
non erano destinate a rimanere chiuse nei cassetti.
Erano destinate a essere utilizzate contro
gli spiati, per delegittimarli, metterli in difficoltà, perfino esporli eventualmente al pubblico
ludibrio
. Queste circostanze sono presenti nel capo d’imputazione. Da
tenere presente che esiste un collegamento cronologico tra i fatti: alcune
delle persone sottoposte a dossieraggi illegali furono negli stessi periodi
sottoposti a provvedimenti disciplinari, oppure vennero sottoposti ad azioni
giudiziarie da parte di Mediaset.

Si
dovrà accertare se si tratti solo di coincidenze cronologiche, ose vi fossero
intrecci tuttora sconosciuti. Ma l’esistenza di un doppio livello è visibile in
trasparenza.

Dalla
lettura dell’esame di Pollari, nel giudizio di primo grado, emerge che lei è
stato l’unico a porre domande in questa direzione. Risulta un palese imbarazzo
di Pollari, perfino su questioni che nulla avevano a che fare con il segreto di
Stato. Ma di questo non avrebbe dovuto dare conto la sentenza ora annullata? 

La Corte Costituzionale effettivamente ha detto che deve essere
valutato il comportamento di chi opponga il segreto di Stato, che è tenuto a
speciali doveri di lealtà. Questo
processo deve essere ora riaperto con il dovuto coraggio. La presenza dei dossierati, delle vittime cioè, non era marginale ed
indiretta, quasi casuale, ma era necessaria
. Ho sostenuto che non potesse
essere solo lo Stato la persona offesa ma anche i soggetti
contro i quali  queste azioni erano dirette.  Purtroppo  la Corte di Cassazione ha dichiarato
inammissibile il nostro ricorso. Ma credo
che il ricorso per Cassazione sia stato una battaglia culturale e di principio necessaria
nella prospettiva dell’obiettivo principale che era l’annullamento.

L’obiettivo
essenziale è stato raggiunto, anche se è un po’ surreale che le vittime non
possano proporre direttamente ricorso per Cassazione. Sarebbe una riforma
urgente da adottare.

L’annullamento
disposto dalla Cassazione apre sicuramente delle prospettive e delle chances rilevanti, è questo ciò che conta al momento. L’azione civile di
danno proposta con le costituzioni di parte civile continua. Ora c’è la
questione assai pratica ed
attuale dei risarcimenti dei danni. Qualche mese fa  ho diffidato il Ministero della Difesa e la
Presidenza del Consiglio a riconoscere i risarcimenti alle vittime ma non vi è
stata nessuna risposta. Dopo la Cassazione attendiamo prese di posizione
pubbliche su questo, senza altri indugi. Sarebbe sicuramente utile  la costituzione di un comitato delle vittime di queste azioni
illegali anche per chiedere al Governo di uscire dal silenzio. E paghi i danni
per avere ospitato queste strutture illegali ed aver loro permesso di operare. 

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