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Processo Standard & Poors. Tutti in Tribunale

Byoblu: questa vicenda dovrebbe essere su tutte le prime pagine dei giornali, ma è solo qui. E in pochi altri posti. Un processo sulle manovre sovversive della grande finanza

Processo Standard & Poors. Tutti in Tribunale
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9 Ottobre 2015 - 04.51


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di Claudio Messora.

Doveva testimoniare, Mario Draghi, nel corso delle udienze al processo di Trani contro “Standard & Poor’s“. Era stato citato dal PM Michele Ruggiero, ma non verrà. Già, perché – ha detto – “è un momento delicato per l’economia mondiale” e “teme clamori mediatici“.  Un altro modo per dire che più sali in alto, più sei intoccabile

E’ vero che l’imputato non era lui, ma l’agenzia di rating che il 21
maggio 2011 preannunciava in un report l’instabilità dell’Italia e che
nel gennaio 2012 la declassava da A a BBB+, però nel corso di
un’audizione un teste viene interrogato e potrebbe
correre il rischio di rispondere a domande scomode, che poi verrebbero
riprese dai giornali e – guarda un po’ – finirebbero in pasto
all’opinione pubblica. 

Che non deve sapere, mi raccomando! 

Così
bisognerà accontentarsi delle dichiarazioni che già aveva reso
quando venne sentito, quattro anni fa a Roma, dal pm Michele Ruggiero e
dalla Guardia di finanza di Bari in merito al pericolo di un contagio
greco per il sistema finanziario italiano.  

Per l’occasione, aveva
dichiarato che il sistema nazionale era solido (e quindi, perché
declassarlo?). 

Invece, lo scorso 24 settembre i giudici hanno ascoltato Giulio Tremonti, che all’epoca dei fatti era il Ministro dell’Economia, il
quale ha dichiarato: «Il quadro economico finanziario
dell’Italia era solido; l’economia del Paese correva più di Francia e
Germania, esposte molto più per i prestiti alla Grecia; e non c’era
rischio di una paralisi politica
».


Elio Lannutti, presidente Adusbef e vecchia conoscenza di questo blog (qui attacca Draghi sul mistero dei derivati scomparsi) non ha avuto esitazioni nella sua deposizione: Â«Il
declassamento del rating dell’Italia fu deciso per far cadere il
governo Berlusconi e far arrivare il governo Monti, non legittimamente
eletto
», mentre il colonnello della Guardia di Finanza Adriano D’Elia, classe 1967, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenza, ha sostenuto che 

«Standard & Poor’s non ha personale adeguato a svolgere valutazioni sul debito sovrano».

PER LEGGERE ANCHE IL RESTO DELL”ARTICOLO:

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