Ancora sul signoraggio bancario | Megachip
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Ancora sul signoraggio bancario

Ancora sul signoraggio bancario
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19 Gennaio 2013 - 21.15


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goldmanfatherBuonasera sig. Giulietto Chiesa,

da qualche tempo sto iniziando ad interessarmi al tema del signoraggio bancario, stritolato fra “complottisti” e “negazionisti”.
Mi piacerebbe conoscere la sua illustre opinione in merito.
Grazie,
Giuseppe Pellegrino


Caro Pellegrino,

rispondo a lei a a numerosi altri che mi tempestano di domande su questa questione. Dico subito che viviamo tutti in un mondo strano, bulimico, dove ogni cosa viene trasformata in leggenda metropolitana. Anche questa che, in realtà, nasconde (letteralmente) molte cose. Darò qui la mia definizione.

Il signoraggio è il profitto di chi emette moneta simbolica. La parola deriva, com”è evidente, dal sostantivo “signore”, che in altri tempi era colui che poteva emettere moneta (poteva perché era forte).

In seguito questo potere passò nelle mani dello Stato.

Finché esso restò pubblico le cose andarono bene. Quel profitto era in funzione della ricchezza sociale. Magari lo Stato lo usava male, nell”interesse dei suoi funzionari e padroni, ma restava nell”ambito della decenza, finanziava le pubbliche attività, pagava gl”investimenti sociali, scuole, ospedali, erogava salari e stipendi ai lavoratori delle diverse strutture dello stato ecc.

Nei nostri tempi grami il signoraggio è diventato privato, cioè si è trasformato in un sistema di trasferimento della ricchezza pubblica in mani private. Ciò è avvenuto e avviene attraverso il cosiddetto fractional reserve banking. Adesso sono le grandi concentrazioni finanziarie i principali creatori di denaro. Gli Stati si accontentano (sono stati obbligati ad accontentarsi) di un angolino, cioè del signoraggio sulla moneta corrente, sugli spiccioli. Questo dice chiaro che ora il potere vero non è più nelle mani degli Stati.
Inizialmente le grandi banche hanno lucrato sul fatto che gli Stati consentirono loro di tenere riserve di gran lunga inferiori alle quantità di denaro che prestavano ad interesse. Queste furono decisioni formalmente legali, ma scritte sotto la dettatura delle banche. Così è avvenuto il trasferimento dei poteri dagli Stati alle banche. Ai “padroni dell”Universo”.

Poiché non c”è limite all”avidità umana (ma le cause dell”attuale disastro sono numerose e diverse), i detentori del potere hanno dilatato a dismisura i sistemi per creare denaro. Il processo di creazione del denaro mediante denaro.

Lo hanno fatto con una molteplicità di vere e proprie truffe (sempre legalizzate dagli Stati) che oggi vanno sotto il nome universale di “derivati”. La produzione di denaro, in forma di credito (per chi eroga,) e di debito (per chi lo riceve e deve pagare interesse), è ormai tale che nessuno sa, in realtà, quale sia la massa di denaro virtuale che è stata prodotta a partire specialmente dal 1971, data in cui il dollaro fu svincolato dall”oro, come da ogni altra possibile zavorra. Adesso varie stime attendibili dicono che la massa di denaro virtuale supera di almeno 30 volte il prodotto interno lordo del pianeta. Essendo il PIL del mondo attorno ai 66 trilioni di dollari, fate il calcolo.

Questo debito (che impicca tutti, in primo luogo gli Stati Uniti) si espande a macchia d”olio e, già ora, non è più pagabile. Essendo inesigibile, tutti i grandi giganti bancari del pianeta occidente, che sono pieni di cartaccia, sono già falliti, tecnicamente, più volte.

Gli Stati (che sono al loro servizio) hanno dunque cominciato spasmodicamente a creare anche loro moneta virtuale, al computer. Con la quale comprano la cartaccia dei giganti finanziari come se avesse ancora il valore nominale che vi è scritto sopra. Salvano cioè le banche e permettono loro di ricominciare a fare le follie precedenti.

La Federal Reserve, la Banca Nazionale del Giappone, la Banca Centrale Europea, la Banca d”Inghilterra hanno pompato e pompano decine di trilioni di dollari per tenere insieme il sistema.

La crisi europea è il prodotto di questa situazione. I giganti dei cosiddetti mercati, con i denari ricevuti in dono a tassi quasi uguali a zero, comprano i debiti pubblici degli Stati e impongono loro di pagare gl”interessi che essi stessi hanno fraudolentemente definito. Chiunque dovrebbe ormai capire che questa situazione può portare soltanto a uno sbocco: il collasso finanziario dell”intero sistema. Invece dal 2008 ad oggi, mentre la crisi ha ormai assunto un carattere parossistico, nessuna regola è stata istituita per fermare il delirio bancario. Dunque: buona fortuna a tutti noi. E cordiali saluti

Giulietto Chiesa.


Articoli correlati:

  1. Glauco Benigni, Gli Alchimisti, «Megachip», 14 giugno 2010.
  2. Louise Story, A Secretive Banking Elite Rules Trading in Derivatives, «The New York Times», 11 dicembre 2010.
  3. Federico Rampini, Wall Street, le cene del “club dei derivati”: così i banchieri decidono la speculazione, «la Repubblica», 13 dicembre 2010.
  4. Giulietto Chiesa, Il centro del potere mondiale, «Megachip», 21 dicembre 2010.
  5. Ellen Brown, Perché la moneta dal nulla ha fallito: è andata tutta all”estero, «Global Research», 9 luglio 2011.
  6. Neil Irwin, Federal Reserve audit highlights possible conflicts of interest, «Washington Post», 22 luglio 2011.
  7. C.P. Chandrasekhar, The Fed as Santa Claus, «The Hindu», 5 agosto 2011.
  8. Giulietto Chiesa, Udite, udite!, «Megachip», 13 agosto 2011.
  9. Pino Cabras, Audite, audite!, «Megachip», 17 agosto 2011.
  10. Andrea di Stefano, Sapelli: “Arginare la finanza che non ha nulla a che fare con il mondo reale”, «Il Fatto Quotidiano», 22 agosto 2011.
  11. Luciano Gallino, Tutto inutile senza la riforma della finanza,«la Repubblica», 14 ottobre 2011.
  12. Bloomberg News, Bloomberg News Responds to Bernanke Criticism of U.S. Bank-Rescue Coverage, 7 dicembre 2011.
  13. Ellen Brown, Giù il sipario sulla macchina stampasoldi di Wall Street!, «WebOfDebt.com», 7 dicembre 2011.

 

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