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Il tempo che resta

Un giovane lettore scrive a Giulietto Chiesa una lettera bella e drammatica. La risposta corre sul filo di una speranza difficile e solidale.

Il tempo che resta
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9 Ottobre 2013 - 09.15


ATF

Signor Chiesa,

sono Mattia, non so se si ricorda di me, le scrissi qualche tempo fa.
Poco fa ho letto un articolo che parlava del futuro ormai deciso
dell”Italia, nel quale diceva che la Troika ha già impartito gli ordini
per far collassare il paese…
A questo punto le chiedo, quanto
ci resta?… O meglio quanto “mi” resta (mi perdoni se parlo di me ma
più questa storia mondiale va avanti, più mi sembra che se non faccio io
personalmente qualcosa, non si sbloccherà mai nulla), per sperare di
avere qualcosa, una base per poter dire in questo mondo: “Io sono..”
anche se dovrebbe essere concesso solo a Dio.

Sono
troppo preoccupato… ormai il dado è tratto, le persone che ho
conosciuto e alle quali tengo, sono tutte sulla stessa barca ( me
compreso certo ), e molto probabilmente soffriranno ed io non posso fare
nulla.
Ho 22 anni e voglio ancora credere che: Il meglio deve ancora venire.

Cordiali saluti.

Mattia

 

Caro Mattia,
la
tua lettera è bellissima e tragica, al tempo stesso. Per questo la
voglio condividere, insieme alla mia risposta, con tutti coloro che mi
seguono e condividono, in tutto o in parte, le tue angosce, ma anche il
tuo desiderio di reagire.
Non credo che quelli della Trojka abbiano
deciso di far collassare il paese. Il loro comportamento irresponsabile è
quello di bambini scocchi che giocano con le nostre vite senza nemmeno
rendersi conto di ciò che fanno. Non credo che decidano qualche cosa.
Sono fedeli di una dottrina insensata e ad essa si affidano, piuttosto
che dei solenni decisori.
Ma te lo immagini uno come Monti, che
prende decisioni solenni e di tale portata? Non li sopravvaluterei. Il
loro livello intellettuale, così come quello morale, non li rende
adeguati a tali decisioni. Se capissero quello che fanno, penso ne
sarebbero spaventati loro stessi.
Il problema è un altro: è che i
loro padroni, quelli che Paul Krugman chiama i “masters of the
Universe”, hanno perduto il controllo della situazione e danno ordini
insensati, ai quali i maggiordomi rispondono con atti insensati. Questi
ordini insensati derivano dal fatto che il modello di vita in cui
costoro hanno prosperato, non è più riproducibile. E tutti costoro, come
bambini capricciosi, frignano e rifiutano di prendere atto che tutti
gl”infiniti (della produzione, del denaro, di una natura sfruttabile
senza limiti) sono alla corda e non sarà più possibile riprodurli. Per
questo cercano di scaricare sui più deboli la loro impotenza e la loro
ingordigia.
Non capiscono che è finita l”era dell”abbondanza. 
Questo
è importante che lo capiamo noi, prima di loro. Altrimenti, prima di
fare collassare l”interno sistema, faranno una o più grandi guerre,
nelle quali molti di noi periranno, per appropriarsi delle risorse
disponibili, fino a che ce ne saranno.
Se lo capiamo capiremo anche
che non sarà possibile, nemmeno per noi, continuare a vivere con le
briciole che cadevano dal tavolo dei potenti. E che, per vivere
degnamente, dovremo cambiare il nostro modo di vita, facendolo diventare
più sobrio, meno egoista, meno consumista, eccetera. Questo comporta
un”azione politica collettiva e consapevole per rovesciare la tavola dei
potenti. Poiché essi sono ancora molto più forti di noi, e per questo
dobbiamo temerli.

E qui viene la seconda parte della tua
lettera. Tu dici , giustamente, che, se non fai personalmente qualche
cosa, non si sbloccherà mai nulla. E” così. I rapporti di forza, qui
come altrove, non si cambiano con i piagnistei, ma con la lotta. Da
soli, però non c”è lotta che possa essere utile. Bisogna lottare
insieme. E su molti fronti. Uno di questi, il principale, è fare in modo
che tanti sentano il tuo stesso bisogno di “fare qualcosa”. Il che
significa renderli consapevoli dei pericoli che corrono, cioè
informarli.
E poi si dovrà fare in modo che la loro macchina
mostruosa s”inceppi, ingranaggio per ingranaggio. Bisogna guardarsi
intorno e cercare l”ingranaggio più vicino. Bisogna assediare le
televisioni e i giornali perché comincino a dire anche solo qualche
brandello di verità. Bisogna organizzare l”evasione da Matrix. Bisogna
impedire che perforino le montagne per fare denaro. Bisogna ostacolare
le loro trivellazioni dei terreni. Bisogna fermare la devastazione dei
territori. Bisogna ripristinare la scuola pubblica. Bisogna difendere le
buone leggi che ci regolano, a cominciare dalla Costituzione. Bisogna
impedire che i nostri figli siano istupiditi dalla loro pubblicità.
Bisogna ricostruire il lavoro dignitoso per i troppi che non ce l”hanno.
Tutto questo lo si può fare solo insieme ad altri, a compagni di strada come siamo io e te.
Ecco
perché ho fondato Alternativa: per mettere, insieme alle mie, le forze e
gli ideali di altri. E per convincere i molti che, solo se saremo
capaci di costruire una grande alleanza democratica e popolare, potremo
evitare di essere ridotti in schiavitù. E”, come vedi un programma
politico vero e proprio.
Hai ragione a voler credere che i giochi
non sono ancora stati fatti e che possiamo fermarli. Anche se non sarà
facile e dovremo, per questo, imparare molte cose. Non credo però che il
meglio debba ancora venire. Ci aspettano tempi più duri di quelli che
già stiamo vivendo. Ma credo che, agendo con tutta la capacità di
sacrificio di cui saremo capaci, avremo se non un benessere materiale
simile a quello che hanno avuto i tuoi padri, almeno una dignità umana
di cui essere orgogliosi. Questo io lo considero un altro tipo di
benessere, sicuramente migliore di quello dato dalla quantità di beni
che possiamo consumare.
Vieni dunque con noi a tentare, non la sorte, ma la giustizia e la verità.

Giulietto

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