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Intervista al prof. Salvo Vitale: in Sicilia spesso si vende la propria libertà di scelta

Intervista al prof. Salvo Vitale: in Sicilia spesso si vende la propria libertà di scelta
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14 Maggio 2010 - 21.05


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Peppino_ImpastatoMattia_Torrierodi Giovanni Zambito – clandestinoweb.com.

Trentadue anni fa, il 9 maggio 1978, nelle campagne di Cinisi veniva ritrovato il corpo senza vita di Peppino Impastato.

La notizia non fece all”epoca molto scalpore, perchè lo stesso giorno i giornali erano impegnati a raccontare la morte di Aldo Moro. Eppure, Peppino Impastato non è stato dimenticato, il suo sangue ha dato linfa e coraggio a chi tuttora lotta ogni giorno contro la mafia, come Salvo Vitale, suo amico fedele e compagno di lotte e autore di Peppino Impastato. Una vita contro la mafia (Rubbettino editore, pagg. 318, euro 15,00), un libro che ha come allegato il cd con le trasmissioni di Onda pazza su Radio Aut.

 

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Un volume che assieme ad altri quattro sempre della Rubbettino fa parte dell”iniziativa Non bacio le mani.
E” di qualche giorno fa la notizia che la chiave della casa di Gaetano Badalamenti, quella de I cento passi, sita in corso Umberto, è stata consegnata al sindaco di Cinisi, che a sua volta l”ha affidata alla Casa Memoria Impastato, Un provvedimento – dichiara al ClandestinoWeb il prof. Salvo Vitale – voluto da Falcone e Borsellino risalente al 1984 ma bloccato dalla difesa di Badalamenti fino al novembre scorso; adesso questa casa sarà gestita dall”Associazione che dopo 32 anni continua la sua opera.

Lei è presidente dell”Associazione: con quali prossimi progetti proseguirete l”opera di Peppino Impastato?

Vorremmo trasferire in questa casa tutti i suoi libri (circa trecento), più altri 1.500 volumi di diverso argomenti, altri miei personali per mettere su una biblioteca collegata a quella di Cinisi soprattutto sui problemi del Meridione e sulla mafia. Inoltre, riprenderemo alcune attività fortemente volute da Peppino come il forum, il cinema, corsi di musica e di recupero per ragazzi svantaggiati”.

Tutto sommato, i mezzi di protesta di Impastato erano semplici ma molto efficaci: non le pare?

Peppino pensava che per realizzare un dato progetto politico bisognava comunicarlo e ci teneva a dire quello che pensava. Nel ”96 ad honorem gli è stato conferito il tesserino di giornalista proprio per la sua alta opera di comunicazione che passava dal manifesto al volantino, dal comizio al giornalino “L”idea socialista” fino alla radio che non era una radio qualsiasi.

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Perchè?

Non veniva trasmessa la pubblicità, prima di tutto; era autogestita finanziariamente e dava un”informazione che spesso non passava attraverso i canali ufficiali perchè si occupava dei problemi della vita di Cinisi, dei suoi abitanti, dei suoi contadini, condizione essenziale per la creazione di coscienze politiche.

Le condizioni che favorivano la mafia secondo Impastato sono rimaste le stesse: lo studio come parcheggio, la disgregazione e la precarietà dei lavoratori, il controllo e l”integrazione della mafia col quadro politico: che ne pensa?

Non c”è dubbio. Da molte parti oggi si canta una grande attività contro la mafia ma mi permetta di dire che spesso si tratta solo di “minchiate”: appartiene per lo più alla logica del far credere che a quella del fare vero e proprio. Anche il governo non puo” menare vanto sull”arresto di latitanti se poi quelli della squadra Catturandi aspettano ancora i soldi della cattura di Provenzano e ci hanno rimesso di tasca propria per continuare a lavorare. La mia analisi è ancora più spietata se mi permette.

Prego…

Il sistema siciliano è di tipo nazista, fondato sul clientelismo, sul ricatto per cui se vuoi lavorare devi vendere la tua libertà di scelta al politico o al mafioso. Difficilmente un giovane puo” costruire un”attività indipendente perchè sussiste la logica del pizzo e l”86% dei commercianti la subisce ancora. E” un sistema strozzato, parassitario.

Dovuto a che?

E” da imputare al sistema violento che impedisce di investire liberamente: quanto di tutto questo è tangente o pizzo? Al nord lo chiamano tangente, da noi è pizzo, ma sono entrambe forme di estorsione: i mafiosi usano la pena di morte, mentre al nord ci sono sistemi più raffinati.

Da qualche anno lei è in pensione dopo aver insegnato al liceo: come coinvolgere i giovani?

La Casa Memoria è il posto più frequentato da forme di turismo responsabile alternativo: è un continuo passaggio di scolaresche, di circa 10-15 mila studenti l”anno. Mi sembra già una buona partenza. Giovanni Zambito.

Tratto da:
clandestinoweb.com
Ripreso da:
antimafiaduemila.com.

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