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'Civiltà Occidentale - Un''apologia contro la barbarie che viene'

'Civiltà Occidentale - Un''apologia contro la barbarie che viene'
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6 Gennaio 2011 - 23.01


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badialelibroLa Civiltà Occidentale appare oggi in drammatico, forse irreversibile declino… Conoscerne i pilastri e comprendere perchè sono oggi in crisi è l”obiettivo del libro di Marino Badiale e Massimo Bontempelli, Civiltà Occidentale – Un”apologia contro la barbarie che viene (Il Canneto, 2009). Una videointervista a Marino Badiale illustra i temi forti del libro.

Marino Badiale-Massimo Bontempelli
Civiltà occidentale. Un”apologia contro la barbarie che viene
Il Canneto, Genova 2009
www.cannetoeditore.it
Prefazione di Franco Cardini
Pag. 309, euro 20.

 

Quella di “civiltà occidentale” è una nozione attorno alla quale si sono recentemente accesi dibattiti di grande rilevanza politica e culturale.

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Relativismo, universalismo, scontro di civiltà, dinamiche geopolitiche: sono solo alcuni dei nodi tematici rispetto ai quali la nozione di “civiltà occidentale” ha assunto un peso culturale e ideologico sempre maggiore.

Questo libro pone tale nozione al centro di una serrata analisi storica e filosofica. Le tesi fondamentali in esso sostenute sono le seguenti.

In primo luogo si argomenta il carattere ideologico della nozione di “Occidente” così come viene comunemente intesa, cioè come una civiltà unitaria nata con la Grecia classica, sviluppatasi poi con gli apporti di Roma e del Cristianesimo e arrivata a compimento con la Modernità. Una tale civiltà unitaria, si argomenta nel libro, non esiste. Nello spazio geopolitico di ciò che oggi chiamiamo “Occidente” si sono succedute civiltà diversissime fra loro, come per esempio la Grecia classica e l”Europa di Carlo Magno, o la civiltà liberale nata in seguito all”Illuminismo e alla Rivoluzione Francese.

Esistono ovviamente dei legami culturali (e anch”essi vengono indagati nel libro) ma si tratta di fili tesi sopra distanze profonde sul piano dell”organizzazione politica ed economica, della religione, della visione generale del mondo. Se si può parlare di “civiltà occidentale”, tale termine, per avere un significato, deve essere usato per indicare solo una fra le varie civiltà succedutesi nello spazio geopolitico dell”Occidente. Gli autori hanno scelto di usare l”espressione “civiltà occidentale” per indicare la civiltà liberale, democratica, borghese nata alla fine del Settecento. Di questa civiltà vengono studiati nel libro i pilastri fondamentali: i diritti umani, la libertà individuale, lo Stato-nazione, la razionalità dialogica, la nozione di progresso.

In secondo luogo, nel libro si sostiene che questa civiltà occidentale, che ha segnato la storia degli ultimi due secoli, è oggi investita da un processo di dissoluzione. A tale processo è dedicata l”ultima parte del libro, dove si mostra come gli attuali sviluppi mettano in questione proprio i cinque pilastri fondamentali sopra indicati. Ma tale crisi, ed è questa la seconda tesi fondamentale del libro, non è effetto dell”azione di forze esterne alla civiltà occidentale e ad essa ostili.

Si tratta al contrario dello sviluppo di potenzialità che erano connaturate ai fondamenti stessi della civiltà occidentale, e cioè del libero dispiegarsi dell”economia capitalistica. L”economia capitalistica negli ultimi decenni si è sviluppata in un “capitalismo assoluto” che pervade ogni aspetto della vita sociale, sussumendo società e natura all”imperativo del profitto. In questo modo viene spezzato l”instabile equilibrio, che è proprio della civiltà occidentale, fra interesse privati e “destini generali”, fra bourgeois e citoyen, e la civiltà occidentale si dissolve.

Se questa analisi è corretta, si pone il problema storico-culturale di come salvare le conquiste umane della civiltà occidentale (i diritti umani, la razionalità dialogica come libero confronto delle argomentazioni nell”arena pubblica) dalla sua incipiente dissoluzione. Gli autori non hanno ricette da fornire, ma ritengono che una risposta possa venire dalla interazione fra alcuni momenti alti del pensiero marxiano e marxista e le istanze di critica dello sviluppo capitalistico che oggi si riassumono nello slogan della “decrescita”.

 

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