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di Vittorio Lovera (Attac Italia).
Da quando è iniziata la crisi sentiamo
ogni anno ripetere come, a partire dall’anno successivo, si potrÃ
intravedere una ripresa e l’uscita dal tunnel. Naturalmente a patto che
seguiamo, come soldatini obbedienti e rassegnati, o le politiche di
ferrea austerità che, dalla Troika fino ai governi nazionali,
continuano ad essere applicate a dispetto di ogni evidenza sui
fallimentari risultati, o quelle più sfrenatamente monetaristiche del “quantitative easing†che hanno condotto gli USA sull’orlo di un default per ora solo temporaneamente differito.
questa grande Crisi, generata proprio dall’applicazione sfrenata delle
politiche neoliberiste, i poteri forti, lobbies finanziarie e ceto
politico, rilanciano una nuova diabolica fase, la “finanziarizzazione 2.0“:
restringimento degli spazi democratici, premierati forti e grandi
intese, ma soprattutto privatizzazione selvaggia di tutti gli assets da cui estrarre ulteriore ricchezza (acqua e beni comuni, trasporti, sanità , welfare, scuola, patrimonio immobiliare pubblico, ambiente).
partire dalla grande esperienza del movimento dell’acqua (27 milioni di
cittadini che bocciano sonoramente le privatizzazioni di acqua,
trasporti e rifiuti), ai recenti momenti di piazza per la difesa della
Costituzione, del lavoro, per il diritto all’abitare e contro le grandi
opere, per la tutela della salute e dell’ambiente fino allo spontaneo
ammutinamento di Genova, si palesa l’esistenza di una maggioranza culturale del Paese che si oppone a qualunque ulteriore progetto di finanziarizzazione.
nesso netto e radicale tra tutte queste vertenze può proprio risultare
un progetto forte e condiviso di “nuova finanza pubblica e socialeâ€,
possibile medium coeli per tutti i beni comuni.
è il manifesto collettivo, costruito dal basso e frutto di oltre due
anni di assemblee pubbliche in tutta Italia, che permette ora di
elaborare/concordare una prima fase operativa per un percorso comune di
trasformazione e di riappropriazione sociale, che sappia unire e ridare
speranza ad intere generazioni, consentendo di invertire la rotta e di
uscire dalla Crisi, andando a ragione ben oltre Keynes.
le pagine di questo libro ci si accorgerà di come le cose non siano mai
state come ce le hanno raccontate: quarant’anni di fondamentalismo
neoliberista hanno generato il massimo delle diseguaglianze sociali e la
crisi profonda del capitalismo ha squadernato tutti i suoi errori
sistemici in campo economico, finanziario, sociale, ambientale e
climatico, rendendola difficilmente reversibile.
smontano le teorie del debito pubblico, propongono l’auditoria del
debito quale controllo partecipativo popolare, definiscono una nuova
equità fiscale che parta dalla tassazione reale della finanza
speculativa per giungere alla lotta senza quartiere ai paradisi fiscali e
alla “finanza ombraâ€, prendono a utile modello le buone pratiche
dell’Altra Economia e della Finanza Etica, propongono una completa e
radicale rivisitazione di scopi e finalità del sistema bancario,
ragionano su nuove pratiche auto-organizzate di lavoro e di
riconversione ecologica della società .
forma di finanza pubblica e sociale che, con la
socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti, garantisca la
possibilità di finanziare gli enti locali e di strutturare piani per
nuove forme di economia sociale territoriale, di tutela dei beni comuni e
di un modello sociale alternativo per il Paese.
solo uniti, decisi, e radicalmente innovativi, motori mobili di una Grande Trasformazione Sociale.
Fonte: Il Manifesto del 05.12.2013.
Tratto da: http://www.perunanuovafinanzapubblica.it/uniti-per-una-grande-trasformazione-sociale/.
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