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Regina del Caos, il vero volto di Hillary Clinton

Disonesta e opportunista. Spietata e guerrafondaia. Con legami oscuri con l’Arabia Saudita. Un libro di Diana Johnstone fa un controcanto alla narrazione prevalente

Regina del Caos, il vero volto di Hillary Clinton
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1 Luglio 2016 - 20.52


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Disonesta e opportunista. Spietata e guerrafondaia. Con legami oscuri
con l’Arabia Saudita. Un libro della giornalista americana Diana
Johnstone offre un documentato controcanto alla narrazione prevalente
sulla donna che potrebbe diventare il prossimo presidente della
superpotenza americana. In questa intervista l’autrice ci spiega perché
la Clinton non è un “male minore” rispetto a Trump.

intervista a Diana Johnstone a cura di Fulvio Scaglione.

Esperimento. Prendere la biografia autorizzata di Hillary Rodham Clinton, uscita nel 2004 col titolo Living History (in Italia come La mia storia, la mia vita).
E poi prendere il libro scritto dalla giornalista americana Diana
Johnstone, biografia politica e certo non autorizzata della stessa
Hillary, intitolato Hillary Clinton regina del caos, da poco
pubblicato da Zambon Editore. È un tuffo vertiginoso non solo da
un’epoca all’altra ma da un mondo all’altro. Là la Clinton è, fin dalla
copertina, la moglie di successo di un uomo di successo, una signora glamour perfetta anche per il country club.
Qua è una donna che fa l’uomo politico, dura, spietata, segnata anche
in viso dalle lotte per arrivare al vertice, abile manovratrice nei
corridoi del potere. Piccolo particolare: è questo, non quello, il
personaggio che ha tutte le carte per diventare il prossimo presidente
della superpotenza americana. Il libro della Johnstone, nel suo
controcanto alla narrazione prevalente, è già imperdibile. Ecco allora
qualche approfondimento dalla sua viva voce.

Quando
ha cominciato a interessarsi a Hillary Clinton? E quale ritiene sia
l’aspetto più pericoloso della sua personalità politica?

“A dire il vero, non ho mai trovato Hillary Clinton interessante. E’
sempre stata troppo ambiziosa, disonesta, opportunista e limitata nella
sua visione del mondo per essere interessante. Ma la sua reazione
all’assassinio di Mohammar Gheddafi (“Siamo venuti, abbiamo visto, è
morto”, seguito da una gran risata) ha rivelato una rara bassezza morale
e una totale assenza di compassione e decenza. Con in più la volgarità
di alludere a una citazione pretenziosa, senza dubbio preparata in
anticipo dai suoi consiglieri per rafforzare la sua immagine di
campionessa del “regime change”. E’ proprio questo l’aspetto più
pericoloso della sua personalità politica: l’assenza di qualunque
rispetto o sentimento umano nei confronti di coloro che lei considera
suoi nemici. Quelli che non le piacciono meritano semplicemente di
essere eliminati. La donna che sostiene serenamente che Vladimir Putin
“non ha l’anima” non può certo portare la pace nel mondo”.

Molti
sembrano pensare che, se Hillary arriverà alla Casa Bianca, sarà suo
marito Bill, in realtà, a guidare l’amministrazione. Lei che cosa ne
pensa?

“A dispetto del loro insolito matrimonio, i
Cinton hanno sempre fatto lavoro di squadra. Se lei sarà eletta, lui
avrà il suo ufficio alla Casa Bianca, proprio come l’aveva lei quando
era First Lady. Tra loro ci sarà una consultazione costante. Difficile
però dire se sarà poi lui a guidare l’amministrazione, anche perché lei è
più tenace e testarda di lui. Fu lei a spingere Bill a bombardare la
Serbia. Hillary è molto impopolare e con ogni probabilità cercherà di
usare Bill per le pubbliche relazioni. Il maggiore ostacolo a un “terzo
mandato” di Bill è la salute: nel 2004 ha avuto un’operazione al cuore
per un quadruplo by-pass, seguita da un’operazione al polmone. A 70 anni
è molto meno dinamico di Bernie Sanders che di anni ne ha 74. Bill non è
più in grado di assumersi responsabilità così pesanti”.

Hillary
Clinton e l’Arabia Saudita, una pagina molto oscura della sua carriera
politica. Perché negli Usa è così difficile dire la verità sui sauditi?

“All’epoca della crisi in Bosnia, quando l’Unione Europea avrebbe
potuto trovare una soluzione di compromesso, l’amministrazione Clinton
trovò conveniente schierarsi con i musulmani. In parte, questa alleanza è
la continuazione della politica di Brzezynski, cominciata in
Afghanistan e basata sull’idea di sfruttare gli estremisti islamici per
attaccare il “ventre molle” della Russia. Aiutare i musulmani contro i
serbi cristiano-ortodossi fu visto anche come un modo per compensare il
tradizionale appoggio a Israele. Ma soprattutto l’alleanza con l’Arabia
Saudita è considerata essenziale sia per regolare il prezzo del petrolio
(strumento ora usato per indebolire la Russia) sia per finanziare il
complesso militar-industriale con le gigantesche spese saudite per
comprare armi americane. Hillary Clinton, con gli intensi rapporti che
ha con Huma Abedin (per lunghi anni assistente personale della Clinton e
figlia di dirigenti della Lega islamica mondiale, n.d.r) e con
il denaro saudita, ha sposato questa alleanza con raro entusiasmo.
Negli ultimi tempi, però, l’alleanza con l’Arabia Saudita sta subendo
molti attacchi politici negli Usa, sia perché cresce il sospetto che i
sauditi fossero implicati negli attentati dell’11 settembre, sia per lo
sdegno causato dalle atrocità dell’Isis, che attirano anche l’attenzione
sulla promozione del fanatismo islamista che l’Arabia Saudita persegue
in ogni parte del mondo. Queste critiche potrebbero produrre qualche
risultato politico se dovesse vincere Trump. Se vincerà Hillary, invece,
non cambierà nulla”.

Hillary Clinton, Samantha
Power, Susan Rice, Madeleine Albright… Lei è molto critica nei confronti
delle donne che hanno un ruolo importante nella politica americana.
Proprio mentre si esalta come una conquista il fatto che una donna possa
diventare Presidente…

“Negli Usa la vita politica
non tende a tirar fuori il meglio delle donne. Ne conosco molte che
ammiro per la loro opposizione alla politica bellicista degli Usa. Ma
difficilmente diventano note al grosso pubblico, ancor meno riescono a
ottenere incarichi importanti. Rispetto moltissimo Cynthia McKinney, che
ha perso il seggio al Congresso proprio per le sue critiche alla
politica Usa in Medio Oriente. Applaudo l’azione di Tulsi Gabbard, anche
lei membro del Congresso, che ha fatto il servizio militare in un’unità
medica durante la guerra in Iraq e ha rotto con i Clinton proprio per
la sua opposizione alle guerre basate sul regime change. In breve, ammiro molto più le donne che affrontano le sconfitte di quelle che sono circondate dall’aureola del successo”.

Ma le donne americane, alla fine, voteranno per Hillary?

“È una questione generazionale. Le donne anziane sono le sue più
entusiaste sostenitrici, e spesso l’unica ragione che riescono ad
addurre è proprio che è una donna. La maggioranza delle donne giovani
alle primarie ha votato per Bernie Sanders. Anzi: le donne giovani erano
la prima linea della campagna di Bernie. Certo, i commenti di Trump
sulle donne sembrano rivelare l’intenzione di scatenare una guerra tra i
sessi. Sta facendo di tutto per esser sicuro che il voto delle donne
vada a Hillary”.

Molti, anche in Italia, pensano che in ogni modo Hillary sarà un “male minore” rispetto a Trump.

“Questa campagna presidenziale potrebbe rivelarsi un caso unico nel
mettere una contro l’altra le due persone più detestate del Paese. Per
molti votanti sarà difficile scegliere il “male minore”. Agli europei
piace di più Hillary perché i media si sono dati molto da fare nel
dipingerla come il candidato ragionevole e civilizzato in opposizione al
pazzo scatenato Trump. Lui, in ogni caso, dice di voler trovare un
accordo con la Russia, il che segna un punto a suo favore. Gli europei
non dovrebbero preoccuparsi di chi vincerà le elezioni ma piuttosto di
che cosa significhi per il mondo la leadership degli Usa. Questo è il
vero tema del mio libro. Gli europei devono smettere di raccontarsi
favole sull’America e riconoscere il pericolo che rappresenta per
l’Europa”.

Lei davvero pensa che Hillary Clinton potrebbe scatenare una terza guerra mondiale?

“È inimmaginabile che qualcuno, persino Hillary Clinton, possa
volontariamente scatenare una terza guerra mondiale. Eppure, solo pochi
giorni fa il New York Times ci ha raccontato che 51 funzionari
del Dipartimento di Stato hanno firmato un memorandum interno criticando
il presidente Obama per non aver lanciato attacchi militari contro
Bashar al-Assad in Siria, anche al rischio di aumentare le tensioni con
la Russia. Gli interventisti liberal e i neocon che si sono impadroniti
della politica estera americana non avrebbero problemi a spingere
Hillary Clinton verso una maggiore aggressività. Anzi, è proprio ciò che
lei vuole. Gli Stati Uniti stanno forzando la Nato a mettere pressione
militare sulla Russia e nello stesso tempo rischiano il conflitto con la
Russia in Medio Oriente. Stanno creando una situazione paragonabile a
quella che portò alla Prima Guerra Mondiale: basta un singolo incidente
per far saltare tutto. Hillary Clinton è particolarmente pericolosa
perché non dubita mai del fatto che gli Stati Uniti prevarranno se solo
mostrano abbastanza “determinazione”. E che cosa hanno fatto gli alleati
europei per impedire il disastro? Finora nulla”.



Diana Johnstone, “Hillary Clinton regina del caos”, pagine 247, euro 15,00, Zambon Editore

Fonte: http://temi.repubblica.it/micromega-online/regina-del-caos-il-vero-volto-di-hillary-clinton/.

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