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Come screditare proprio tutto...

Gli scientisti: la scienza non come processo di scoperta da condurre a mente aperta, ma come guerra santa contro sfrenate orde di adepti della ciarlataneria.

Come screditare proprio tutto...
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28 Novembre 2013 - 00.30


ATF

di
Daniel Drasin
.

Tradotto
da Roberto Germano
.1

Prima
di cominciare a screditare qualcosa, preparate la vostra
attrezzatura. Attrezzatura necessaria: una poltrona. Assumete la
giusta espressione. Curate di avere un’aria condiscendente che
suggerisca che le vostre personali opinioni sono sostenute dalla
completa fiducia e credito divino.

Utilizzate
termini vaghi, soggettivi, e di discredito, come “ridicolo” o
“banale” in un modo da suggerire che abbiano tutta la forza
dell’autorità della scienza.

Dipingete
la scienza non come un processo di scoperta da condurre a mente
aperta, ma come una guerra santa contro sfrenate orde di infedeli,
adepti della ciarlataneria. Poiché in guerra il fine giustifica i
mezzi, potete falsare, travisare o violare il metodo scientifico, o
persino ometterlo del tutto, nel nome della difesa del metodo
scientifico.

Mantenete
i vostri argomenti quanto più astratti e teorici possibile. Ciò
“manderà il messaggio” che le teorie accettate schiacciano ogni
effettiva evidenza che possa sfidarle – e che perciò non vale la
pena di esaminare nessuna evidenza di tal genere.

Rafforzate
l’errore comune secondo cui alcuni argomenti sono di per sé non
scientifici. In altre parole, confondete deliberatamente il processo
scientifico col prodotto della scienza. (Qualcuno potrebbe,
naturalmente, obiettare che, essendo la scienza un metodo universale
per la ricerca della verità, deve essere neutrale rispetto
all’argomento, e che quindi soltanto il processo investigativo può
essere scientificamente responsabile o irresponsabile. Se ciò
accadesse, liquidate queste obiezioni utilizzando un metodo impiegato
con successo da generazioni di politici: semplicemente rassicurate
tutti che “non vi è alcuna contraddizione!”).

Organizzatevi
in modo tale da far sì che il vostro messaggio abbia eco in
personaggi autorevoli. Il livello fino a cui potete travisare la
realtà è direttamente proporzionale al prestigio dell’araldo da
voi scelto.

Riferitevi
sempre alle affermazioni non ortodosse dicendo “sostiene che”,
“si dice”, e alle vostre asserzioni come “fatti”, che sono
“stabiliti”.

Evitate
di esaminare la tangibile evidenza. Ciò vi permette di dire
impunemente “Non ho visto assolutamente alcuna evidenza a supporto
di queste ridicole voci!” (Si noti che questa tecnica ha retto alla
prova del tempo, e risale almeno ai tempi di Galileo. Semplicemente
rifiutando di guardare attraverso il telescopio, le autorità
ecclesiastiche hanno condotto la Chiesa per tre secoli, con
trasparenza, svincolata dalla necessità di dover negare!).

Se
diviene inevitabile esaminare l’evidenza, commentate di rimando:
“non c’è niente di nuovo qui!”. Se venite messi di fronte ad
un’inconfutabile prova che è sopravvissuta ai test più rigorosi,
semplicemente liquidatela con un “troppo comodo”.

Identificate
la necessaria componente scettica della scienza con la totalità
della scienza. Enfatizzate quegli elementi della scienza angusti,
stringenti, di rigore e di critica, a detrimento di quelli connessi
all’intuizione, all’ispirazione, all’esplorazione e
all’integrazione. Se qualcuno ha delle obiezioni, accusatelo di
vedere la scienza in termini esclusivamente indistinti, soggettivi o
metafisici.

Insistete
che il progresso della scienza dipende dalla capacità di spiegare
l’ignoto in termini del noto. In altre parole, scienza è uguale a
riduzionismo. Potete applicare l’approccio riduzionistico in ogni
situazione mettendo da parte via via sempre più evidenze fino a che
il poco che resta si può finalmente spiegare interamente in termini
della conoscenza già sistematizzata.

Minimizzate
il fatto che la libera indagine e il legittimo disaccordo sono una
parte normale della scienza.

Rendetevi
disponibile per i produttori dei media che cercano “commenti
bilanciati” su visioni non ortodosse. Comunque, acconsentite a
partecipare soltanto a quelle presentazioni i cui limiti di tempo e i
cui pregiudizi a priori, impediscano lussi come: discussioni,
dibattiti e possibilità di replica.

Ad
ogni opportunità, rafforzate la nozione che “ciò che è familiare
è necessariamente razionale”. Il non familiare è dunque
irrazionale e di conseguenza inammissibile quale evidenza.

Affermate
categoricamente che l’inconvenzionale deve essere rifiutato come,
al massimo, un’onesta ma errata interpretazione del convenzionale.

Marchiate
i vostri oppositori come “creduloni acritici”. Liquidate
sommariamente la nozione che anche voler sfatare tutto rivela un
credo acritico, sebbene nello
status
quo
.

Sostenete
che nell’investigazione di fenomeni non convenzionali, una singola
pecca invalida il tutto. Nei contesti convenzionali, però, potete
saggiamente ricordare il detto secondo cui: “dopo tutto, le
situazioni sono complesse e gli esseri umani imperfetti”.

Una
lametta medievale

Il
“Rasoio di Occam
2”,
o “principio della parsimonia”, dice che la spiegazione corretta
di un mistero coinvolgerà, di solito, principi fondamentali.
Insistete, dunque, che la spiegazione standard è quella corretta,
perché non implica assunzioni ulteriori! Denunciate con forza che il
Rasoio di Occam non è semplicemente un metodo filosofico empirico,
ma una legge immutabile.

Scoraggiate
con forza ogni studio della storia che possa rivelare il dogma di
oggi come l’eresia di ieri. Così pure, evitate di discutere i
numerosi paralleli, storici, filosofici e spirituali, tra scienza e
democrazia.

Poiché
il pubblico tende a non avere chiara la distinzione tra prova ed
evidenza, fate il vostro meglio per mantenervi in questa tenebra. Se
manca una prova assoluta, affermate categoricamente che “non c’è
evidenza!”.

Se
viene presentata evidenza sufficiente a garantire la necessità di
ulteriori investigazioni di un fenomeno inusuale, sostenete che
“l’evidenza da sola non prova nulla!”. Ignorate il fatto che
nessuno suppone che l’evidenza preliminare debba provare qualcosa.

In
ogni caso, insinuate che la prova precede l’evidenza. Questo
eliminerà la possibilità di cominciare ogni processo significativo
di investigazione – specie se non è stato già stabilito alcun
criterio di prova per il fenomeno in questione.

Insistete che i
criteri di prova non possono in alcun modo essere stabiliti per i
fenomeni che non esistono.

Sebbene
si supponga che la scienza non debba tollerare standard vaghi o
duplici, insistete sempre che i fenomeni non convenzionali devono
essere giudicati da un separato, ancora non ben definito, insieme di
regole scientifiche. Fate ciò dichiarando che “affermazioni
straordinarie richiedono prove straordinarie” – ma attenzione a
non definire mai dove termina ”l’ordinario” e dove comincia “lo
straordinario”. Questo vi permetterà di confezionare un orizzonte
delle evidenze che regredisce ad infinito; cioè, di definire
l’evidenza “straordinaria” come quella che giace esattamente
fuori dalla portata, in ogni istante di tempo.

Allo
stesso modo, insistete su classi di evidenze che sono impossibili da
ottenere. Per esempio, dichiarate che i fenomeni aerei non
identificati possono essere considerati reali soltanto se li possiamo
portare nei laboratori per colpirli con dei martelli e analizzare le
loro proprietà fisiche. Ignorate le imprese delle scienze deduttive
– l’astronomia, per esempio, che se la passa abbastanza bene
senza dover portare esattamente i pianeti, le stelle, le galassie e i
buchi neri nei laboratori per colpirli con dei martelli.

Praticate
il discredito per associazione. Ammucchiate insieme tutti i fenomeni
che sono comunemente considerati paranormali e suggerite che i loro
sostenitori e ricercatori parlano con una sola voce. In questo modo
potete trascinare indiscriminatamente materiale da un caso ad un
altro per supportare le vostre visioni così come vi necessita. Per
esempio, se un’affermazione che ha qualche somiglianza superficiale
con quella di cui si discute è risultata una frode (oppure è
comunemente considerata così), citatela come se fosse un esempio
appropriato. Poi assumete un sorriso gongolante, distendetevi sulla
vostra poltrona e dite solo: “Sostengo la mia tesi”.

Usate
la parola “immaginazione” come un epiteto che si applica soltanto
quando si vede qualcosa che non c’è, e non anche quando si nega
qualcosa che c’è.

Se
un numero significativo di persone concorda di aver osservato
qualcosa che viola la normale percezione della realtà, semplicemente
ascrivetela ad una “allucinazione di massa”. Evitate di
considerare la possibilità che la normale percezione della realtà
possa essa stessa costituire un’allucinazione di massa.

Ridicolo!3

Ridicolo,
ridicolo, ridicolo. E’ assolutamente la più potente e scoraggiante
arma nella guerra contro la scoperta e l’innovazione. Il senso del
ridicolo ha lo straordinario potere di rendere le persone – che
abbiano virtualmente ogni tipo di opinione – completamente inconsce
in un attimo. Fallisce soltanto nello sviare quelle poche persone che
sono di mente sufficientemente indipendente da non cascare in quella
specie di consenso emozionale che il senso del ridicolo genera.

Con
appropriate allusioni ed esempi, insinuate che il senso del ridicolo
costituisce una caratteristica essenziale del metodo scientifico che
può aumentare il livello di obiettività e di imparzialità con cui
ogni ricerca è condotta.

Se
siete incalzati rispetto alla vostra nuova interpretazione del metodo
scientifico, dichiarate che “l’integrità intellettuale è un
argomento sottile”.

Insinuate
che gli investigatori dei fenomeni non ortodossi siano degli zeloti.
Suggerite che allo scopo di investigare l’esistenza di qualcosa ci
si deve prima credere assolutamente. Poi pretendete che tutti questi
“veri credenti” conoscono tutte le risposte alle loro domande più
complesse in completo dettaglio già prima. Convincete gli altri
della vostra personale sincerità rassicurandoli che voi stesso
“vorreste credere nei fenomeni fantastici”. Eludete accuratamente
il fatto che la scienza non è una questione di credere o non
credere, ma di scoprire
4.

Usate
“fumo e specchietti”, cioè, annebbiamento ed illusione. Non
dimenticate mai che una scivolosa mistura di fatti, opinioni,
insinuazioni, informazioni fuori contesto e di nette bugie raggirerà
la maggior parte della gente nella maggior parte dei casi. Una
piccola frazione di una parte di fatti su dieci parti di ca***te
basterà normalmente per il trucco. (Alcuni “discreditatori”
veterani usano diluizioni omeopatiche di fatti con notevole
successo!).

Coltivate
l’arte di scivolare avanti e indietro tra fatto e finzione in
maniera così impercettibile che il più inconsistente fondamento di
verità apparirà come una solidissima base per l’intero vostro
edificio di opinioni.

Il
metodo PTC

Utilizzate
la “PTC”: Pseudo-confutazione Tecnicamente Corretta. Esempio: se
qualcuno fa notare che tutte le grandi verità sono iniziate come
affermazioni blasfeme, rispondete immediatamente che non tutte le
affermazioni blasfeme sono diventate grandi verità. Essendo la
vostra risposta tecnicamente corretta, nessuno noterà che non
confuta realmente l’osservazione iniziale.

Banalizzate
il singolo caso preso in considerazione, per banalizzare l’intero
argomento in questione. Caratterizzate lo studio dei fenomeni
ortodossi quale profondo e impegnativo, descrivendo invece lo studio
dei fenomeni non ortodossi come così inconsistente da non richiedere
nient’altro che uno sguardo ai giornali scandalistici. Se venite
incalzato sull’argomento, dite semplicemente “ma lì non c’è
niente da studiare!”.

Caratterizzate
ogni serio ricercatore di argomenti non ortodossi come “buffo” o
“bizzarro”, o come “sedicente” – le parole d’ordine
favorite dai media per “falso”.

Ricordate
che la maggior parte delle persone non ha abbastanza tempo o
competenza per un’attenta discriminazione, e tende ad accettare o
rigettare tutto di una situazione non familiare. Quindi discreditate
l’intera storia sforzandovi di discreditarne una parte. Ecco come:
a) prendete un elemento del caso che sia completamente fuori
contesto; b) trovate qualcosa di banale che possa ipoteticamente
spiegarlo; c) quindi dichiarate che quell’elemento è stato
spiegato; d) organizzate una conferenza stampa e annunciate al mondo
che l’intero caso è stato spiegato!

Assumete
un illusionista professionista che può imitare il fenomeno in
questione; per esempio ESP
5,
psicocinesi o levitazione. Ciò convincerà il pubblico che i
testimoni originali di tali fenomeni devono essere stati a loro volta
illusionisti di talento (o persone ingannate da essi) che si erano
fatti beffe del fenomeno originale esattamente nello stesso modo.

Trovate
un fenomeno banale che, ai profani, appaia identico al fenomeno
descritto. Quindi suggerite che l’esistenza di riproduzioni
dozzinali in qualche modo proibisce l’esistenza dell’oggetto
originale. Per esempio, deducete che poiché la gente vede “facce”
nelle rocce e nelle nuvole, l’enigmatica faccia su Marte deve
essere un’illusione simile e che quindi non può in alcun modo
essere artificiale.

Quando un fenomeno
inspiegato mostra evidenza di un’intelligenza (come nel caso dei
misteriosi cerchi nel grano) focalizzate l’attenzione
esclusivamente sul meccanismo che potrebbe essere stato brandito
dall’intelligenza piuttosto che sull’intelligenza che potrebbe
aver brandito il meccanismo. Più attenzione dedicate al meccanismo,
più facilmente potete distrarre la gente dalla possibilità
dell’esistenza di un’intelligenza non ordinaria.

Accusate i
ricercatori dei fenomeni inusuali di credere in “forze invisibili e
realtà extrasensoriali”. Se dovessero far rilevare che le scienze
fisiche hanno sempre avuto a che fare con forze invisibili e realtà
extrasensoriali (gravità? elettromagnetismo? …) rispondete,
ridacchiando con condiscendenza, che questa è “un’ingenua
interpretazione dei fatti”.

Insistete
che la scienza occidentale è completamente oggettiva, e che non è
basata su assunzioni non verificabili, credenze nascoste o interessi
ideologici. Se accade che un fenomeno non familiare o inesplicabile
viene considerato vero e/o utile da un’altra società tradizionale
o non occidentale, potete rifiutarlo su due piedi come “errore
dell’ignoranza”, “superstizione medievale” o “tradizione
folcloristica”.

Etichettate
ogni fenomeno non ben compreso come “occulto”, “marginale”,
“paranormale”, “metafisico”, “mistico”, “soprannaturale”,
o “new age”. Ciò metterà immediatamente fuori dal gioco la
maggior parte degli scienziati ordinari, su basi puramente
emozionali. Se siete fortunati, ciò ritarderà ogni ricerca
responsabile su tale fenomeno per decenni o anche per secoli!

Lo
sosteniamo da anni…

Ponete
domande che sembrano contenere una conoscenza data per scontata che
supporti il vostro punto di vista; per esempio, “perché i
poliziotti, i piloti militari, i controllori del traffico aereo o gli
psichiatri non parlano di avvistamenti UFO
6?”
(Se qualcuno precisa che lo fanno, insistete che quelli che lo fanno
devono essere mentalmente instabili.)

Ponete
domande a cui non si può dare risposte perché sono basate su
criteri arbitrari di prova. Per esempio, “se questa asserzione
fosse vera, perché non l’abbiamo vista in TV?” oppure “in
questa o quella rivista scientifica?”. Non dimenticate mai la madre
di tutte le domande di questo tipo: “Se gli UFO sono
extraterrestri, perché non sono atterrati sul prato della Casa
Bianca?”.

Analogamente,
rafforzate la favola comune secondo cui la conoscenza scientifica è
completa e finita. Fatelo asserendo che “se questo-e-quello fossero
veri, già lo sapremmo!”.

Ricordate
che potete facilmente far sembrare che state refutando le asserzioni
di qualcuno, costruendo “uomini di paglia” da distruggere. Un
modo di fare questo è citarli in maniera sbagliata ma al tempo
stesso mantenendo un grano di verità convincente; per esempio,
interpretando in tal maniera come se avessero sempre inteso l’estremo
delle posizioni che hanno assunto. Un’altra strategia efficace, con
una lunga storia di successi, è semplicemente riprodurre male i loro
esperimenti – o evitare proprio di riprodurli sulla base del fatto
che ”farlo sarebbe ridicolo o inutile”. Per rendere l’intero
procedimento perfino più semplice, non rispondete alle loro
affermazioni vere ma alle affermazioni così come riportate dai
media, o come sono diffuse nella tradizione comune.

Insistete
che questa-e-quella affermazione non ortodossa non si può provare
scientificamente perché nessuna istituzione che si rispetti
finanzierebbe degli esperimenti così ridicoli.

Siate
selettivi. Per esempio, se un metodo di cura non ortodosso non è
riuscito ad indurre una totale remissione in un caso di malattia
terminale, potete ritenerlo senza valore – evitando con cura di
menzionare alcun difetto della medicina convenzionale.

Considerate
gli autori delle affermazioni come se fossero i responsabili
dell’etica aziendale e delle politiche editoriali di ogni mezzo di
comunicazione che riporti le loro affermazioni. Se un evento inusuale
o inesplicabile è riportato in maniera sensazionalistica,
consideratela una prova che l’evento stesso deve essere senza
alcuna sostanza o valore.

Quando
un testimone afferma qualcosa in una maniera che è scientificamente
imprecisa, consideratela come se fosse totalmente ascientifica. Se la
persona che fa l’affermazione non è uno scienziato con
credenziali, deducete che le sue percezioni possono probabilmente non
essere oggettive.

Se
non siete in grado di screditare i fatti del caso in esame,
screditate i partecipanti – o i giornalisti che hanno fatto la
cronaca del caso. Argomenti
ad
hominem
,
o attacchi personali, sono tra i metodi più potenti per influenzare
il pubblico ed evitare la discussione. Per esempio, se i ricercatori
dei fenomeni non ortodossi hanno avuto profitti finanziari dalle
attività connesse con le loro ricerche, accusateli di “trarre
profitti finanziari dalle attività connesse alla loro ricerca!” Se
la loro ricerca, le pubblicazioni, le conferenze e così via,
costituiscono la loro normale modalità di lavoro o il solo mezzo di
sostentamento, considerate questo fatto come “la prova decisiva che
il loro reddito è stato tratto da queste attività!”. Se hanno
provato a raggiungere un pubblico riconoscimento del loro lavoro,
potete senza correre alcun rischio caratterizzarli come persone “in
cerca di notorietà”.

Fabbricate
delle competenze che vi sostengano quanto è necessario, in modo da
poter citare le opinioni di coloro i quali sono comunemente
considerati possessori della necessaria preparazione. Per esempio,
gli astronomi possono essere tirati fuori come esperti sulla
questione UFO, sebbene i crediti ottenuti nei corsi in ufologia non
sono mai stati un prerequisito per una laurea in astronomia.

Fabbricate
confessioni. Se un fenomeno rifiuta ostinatamente di sparire,
procuratevi una coppia di coloriti vecchietti eccentrici perché
dicano che si tratta di una loro burla
7.
La stampa ed il pubblico tenderà sempre a vedere una confessione
come sinceramente motivata, e abbandonerà prontamente il proprio
senso critico. Dopo tutto, nessuno vuole apparire senza compassione
per dei peccatori che si autodenunciano.

Fabbricate
sorgenti di disinformazione. Sostenete che “avete trovato la
persona che ha diffuso la voce che questo fenomeno esiste!”

Fabbricate
interi progetti di ricerca. Dichiarate che “queste asserzioni sono
state completamente discreditate dai maggiori esperti del campo!”.
Fatelo sia se questi esperti hanno mai realmente studiato queste
affermazioni, sia se non lo hanno fatto, oppure, per ciò che
importa, anche se non esistono.

Nel
caso dello scenario peggiore – in cui un fenomeno precedentemente
considerato anomalo è improvvisamente accettato dalla comunità
scientifica ordinaria – ricordate soltanto che il pubblico ha
memoria corta. Semplicemente acclamatela come “una vittoria del
metodo scientifico” e dite con disinteresse: “Bene, tutti sanno
che si tratta di una questione di rilevanza monumentale. In verità,
i miei colleghi ed io l’abbiamo detto da anni!”

1
Questo paragrafo, ed i successivi, sono la mia traduzione
dall’inglese del gustoso pezzo di Daniel Drasin dal titolo “How
to debunk just about anything” (Come screditare proprio tutto),
reperibile in Internet: http://members.aol.com/ddrasin/zen.html
“Zen and the Art of Debunkery”, tra l’altro segnalato
sul sito web personale di Brian Josephson, premio Nobel per la
Fisica. Ringrazio Daniel Drasin per avermi consentito di effettuare
e riportare qui la traduzione italiana del suo scritto. In effetti,
si configura come “il manuale del perfetto Cicappino”, ma questo
sarebbe riduttivo; per apprezzare appieno, dovrete vedere molti
documentari “scientifici” e leggere un po’ di riviste di
“divulgazione”. Potrebbe essere poi interessante, nei prossimi
tempi, andare ad analizzare le imputazioni discreditanti che mi
verranno eventualmente mosse per aver riportato in questa sede tale
lucida “classificazione” delle tecniche standard di discredito,
utilizzando come guida di riferimento la classificazione stessa.

2
Entia
non sunt multiplicanda preter necessitatem
,
cioè: non bisogna moltiplicare gli enti senza necessità, ovvero se
una cosa si può spiegare più semplicemente in un modo piuttosto
che in un altro, la spiegazione migliore è quella più semplice!

3
A questo proposito, e del nostro comune timore di essere meno
intelligenti degli altri, vi consiglio di leggere quella che è
l’unica fiaba che mi piaceva da piccolo: “Il vestito nuovo
dell’Imperatore”, o “del Re” o “del Granduca”… Fiaba
da cui deriva l’espressione. “Il Re è nudo!”.

4
Non so quante volte persone in apparenza appartenenti alla classe
intellettuale, o comunque pagati dalla collettività per espletare
tale ruolo, mi hanno chiesto, riguardo a qualche questione
scientifica “controversa”, come ad esempio la fusione fredda:
“Ah! Ma, tu ci credi?!”. E’ pericoloso che si affermi la
concezione secondo la quale alcuni “argomenti tabù”, di per sé
sottoponibili a normale indagine scientifica come tanti altri,
possano essere invece considerati al di fuori di tale ambito, e
argomento di “fede filosofica”.

5
Extra
Sensorial Perceptions
,
le cosiddette percezioni extrasensoriali, tra cui ci si
classificano: percezioni a distanza (telepatia), percezioni del
futuro o del passato, ecc…

6
Unidentified
Flying Objects
,
oggetti volanti non identificati
.

7
E’ un chiaro riferimento alla
vexata
quaestio

dei cosiddetti “cerchi nel grano” (i famosi
crop
circles
,
come vengono chiamati in inglese), la cui presunta “spiegazione
reale” che saltò fuori nel 1991 era di gran lunga la più assurda
di tutte le altre mai proposte: due vecchietti (Doug Bower and David
Chorley) “confessarono” di essere proprio loro i burloni che
avevano realizzato i 2000 cerchi nel grano comparsi in Gran Bretagna
tra il 1978 ed il 1991, avremmo cioè due vecchietti che fanno circa
143 cerchi nel grano all’anno costantemente per 14 anni, al ritmo
di uno ogni due giorni e mezzo… Le organizzazioni “scettiche”,
stranamente, accolsero questa incredibile “confessione” con
grande entusiasmo e la più grande creduloneria possibile. Sulla
strana ed intrigante tematica dei “cerchi nel grano”, per
vederla affrontata in maniera seria e scientifica, si può leggere
l’interessante saggio del fisico olandese Heltjo H. Haselhoff
“La
natura complessa dei cerchi nel grano – Ricerche scientifiche e
leggende urbane”
,
Natrix editore.

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