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Gerusalemme, l'Emanazione del gigante Albione

E’ un testo oscuro, scritto con parole chiare. Con immagini bibliche ma con un senso che non ha nulla a che vedere con quello del normale cristianesimo [Miguel Martinez]

Gerusalemme, l'Emanazione del gigante Albione
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18 Febbraio 2015 - 12.39


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di Miguel Martinez.

Sto leggendo lentamente – tra lavoro, quartiere e la difficoltà del testo stesso – Jerusalem, the Emanation of the Giant Albion, il profetico incisore e poeta inglese degli anni della grande svolta del mondo.

E’ un testo oscuro, scritto con parole chiare.

Pieno di immagini bibliche ma con un
senso che non ha nulla a che vedere con quello del normale
cristianesimo; racconta il destino di Albione, ai tempi della
“separazione tra lo Spettro e l’Emanazione” – sono termini con cui Blake
definisce i due grandi poli della realtà, quello logico e quello
sensibile, visionario, emotivo.

Ma questa separazione nel regno degli archetipi si riflette su tutto
il mondo, agendo insieme nel campo filosofico, religioso, sociale,
politico e sulla natura stessa.

In unp’epoca in cui i conservatori come Burke sostenevano le moderate consuetudini, e i liberali come Paine i diritti individuali,
Blake, nella sua incredibile sensibilità, coglie tutto il processo nel
suo insieme: le sue strane parole apparentemente deliranti, ci
raccontano il mondo in maniera assai più esatta delle spettrali riflessioni di Karl Marx. Anche perché Blake si trova nella città centrale del mondo, nel momento centrale, e ne ha piena coscienza.

Si potrebbe leggere per ore il brano che
segue, cogliendo ogni volta nuove profondità, perché Blake vi racchiude
in parallelo il grande passaggio religioso della Riforma; quello
sociale dell’imbrigliamento nell’esercito e nella fabbrica;
l’incatenamento e la razionalizzazione del corpo umano che è la
caratteristica più marcata della modernità;  e quindi il rapporto molto
più ambiguo di quanto pensino i laicisti, tra religione, senso di
peccato e modernità.

“Afferrò il martello d’oro; e l’incudine di irremovibilità.

Afferrò le sbarre di pensieri condensati, per forgiarle:

trasformandole nella spada di guerra! In arco e freccia;

nel tonante cannone e il fucile assassino.

Ho visto gli arti formati per muoversi, imprigionati; e la bellezza

dell’Eternità vista come deformità e la grazia come un albero secco:

ho visto la malattia formare un Corpo di Morte attorno all’Agnello

di Dio, per distruggere Gerusalemme e divorare il corpo di Albione

tramite guerra e inganno per strappare il lavoro del libero contadino.

La goffaggine in armatura d’acciaio; la follia in un elmo d’oro:

la debolezza con corna e artigli; l’ignoranza con un becco affamato!

Ogni gioia Emanativa proibita come Delitto:

E le Emanazioni sepolte vive nella terra con la pompa della religione”.

Fonte: http://kelebeklerblog.com/2015/02/10/gerusalemme-lemanazione-del-gigante-albione/.

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