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Camminando sull'orlo dell'abisso

Come si fa a risolvere la contemporanea convergenza di tutte le linee di crisi del mondo? Quattro letture che ci aiutano a capire. [Miguel Martinez]

Camminando sull'orlo dell'abisso
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5 Novembre 2013 - 22.52


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di Miguel Martinez.

Quattro letture in pochi giorni,
interessanti soprattutto perché somigliano a tante altre cose che altri
avranno letto nello stesso periodo.

Uriel Fanelli,  partendo dalla sua esperienza come informatico, ci parla di un meccanismo che tutti conosciamo: la stampante che costa poco, poi però ti salassano vendendoti le cartucce.

Uriel presenta vari esempi. E’ addirittura possibile che certe aziende costruiranno auto elettriche gratis, rifacendosi sulle batterie, la manutenzione e tutto il resto. Ciò richiede però investimenti iniziali giganteschi, che solo le banche statunitensi concedono – a ditte statunitensi.

Il risultato, secondo Uriel, sarà la
distruzione di tutti quei sistemi industriali, a partire da quello
europeo, cui simili finanziamenti saranno negati.

Non solo: l’elettronica è la componente
decisiva di ogni innovazione dei nostri tempi, e l’elettronica fa sì che
tutto ricada sotto il dominio cibernetico/militare statunitense:

“Sarete
felicissimi di avere il vostro cellulare gratis, e di avere anche
l’abbonamento gratis. Meno felici sarete perche’ ad offrirvelo saranno
Google e Facebook, che si rifinanzieranno vendendo i vostri dati ad NSA.
E sarete ancora meno felici quando, siccome TUTTE le telco chiuderanno,
rimarrete disoccupati. Sarete dei disoccupati col telefono gratis in
tasca.”

Passa qualche ora, e leggo che Facebook sta saturando il mercato
dei 2,4 miliardi di utenti di internet nel mondo. Certo, potrebbe
continuare a fare tanti soldi, ma senza espansione, non crescerebbe il
valore finanziario dell’azienda in borsa.

Per espandere il mercato, Facebook si è quindi alleato con i giganti delle telecomunicazioni, per ridurre del 99% il costo dell’accesso mobile a Internet
nei prossimi dieci anni. Cioè rendere praticamente gratuiti dispositivi
e connessione per l’intera specie umana.[1] La quale specie, come
effetto collaterale, finirà così nel sistema di controllo totale che sta
emergendo in questi giorni, grazie alle rivelazioni di Snowden.

Dopo alcuni giorni mi segnalano un articolo del giovane economista, Roberto Orsi. Che sul sito della London School of Economics, dove lavora, annuncia “la morte dell’Italia e l’insorgere del caos“.

Orsi parla del “livello di tassazione sulle imprese più alto dell’UE e uno dei più alti al mondo“,
dell’inefficienza istituzionale (qui se la prende con “socialisti” e
“cattolici”), dell’incapacità di porre un freno all’invasione di
prodotti industriali a basso costo dell’Asia e del caos politico,
coperto a malapena da menzognere affermazioni di “ripresa”. E sostiene
che per tutti questi motivi, in meno di una generazione non resterà più nulla dell’Italia come moderna nazione industriale“.

Passa ancora qualche giorno, e vedo che
l’Intergovernmental Panel on Climate Change, il foro scientifico a tema
delle Nazioni Unite, ha pubblicato una bozza  del rapporto ufficiale
che uscirà a marzo. E’ un documento molto lungo e impegnativo, e
siccome nessuno mi paga, mi devo limitare al riassunto che ne fa l’ANSA,
ben sapendo che magari dentro il testo originale, ci sono altre cose
interessanti:

“Il rapporto,
che sara’ ufficialmente pubblicato in marzo e che sara’ oggetto di
revisione nei prossimi mesi, fotografa come il riscaldamento globale
stia gia’ avendo effetti sullo stile della vita della popolazione e
cerca di delineare quello che accadra’ in futuro, incluso un forte calo del reddito
che peggiorera’ la piaga della poverta’, che sara’ esacerbata
soprattutto nei paesi a medio e basso reddito. ”Nel 21mo secolo
l’impatto del riscaldamento globale rallentera’ la crescita economica e la riduzione della poverta’ – si legge nel rapporto -, erodendo la sicurezza alimentare’‘.

Gli esseri umani non si spaventano più di tanto, quando pensano a un “rallenamento della crescita“; ma per Facebook e il mercato azionario, come abbiamo visto, è una prospettiva catastrofica, che va respinta crescendo con ancora più violenza.

Siamo di fronte a tre discorsi in apparenza assai diversi.

Uriel prende di mira banche e spioni statunitensi, Orsi i funzionari italiani cattocomunisti e corrotti, gli scienziati i produttori di gas serra. I primi due si lamentano del declino industriale, i terzi si preoccupano al contrario degli effetti della crescita. O meglio, valli a capire, dell’effetto negativo che la crescita ha perché rallenta la crescita…

Uriel ha il difetto di essere un
visionario, che ogni volta che ha un’intuizione, ne fa una chiave
universale; Orsi è tutto interno al sistema capitalistico; gli
scienziati sono sicuramente attenti a non sbilanciarsi o fare passi
falsi.

Uriel parla di un passaggio di dominio, gli altri del contrario del dominio, cioè del caos.

Orsi guarda l’Italia, Uriel l’Europa, gli scienziati il pianeta.

Eppure, al di là delle differenze,
percepiamo un denominatore comune a tutte queste affermazioni. Siamo
arrivati, per le vie più disparata, alla constatazione dell’ovvio: camminiamo sull’orlo di un abisso profondo, e non abbiamo idea cosa ci attenda laggiù.

Quando diciamo che c’è un problema, lo immaginiamo sempre accompagnato dal suo gemello, la soluzione.
In realtà, né Uriel né Orsi parlano di soluzioni, e gli scienziati
dicono che, semmai ce ne saranno, se ne vedranno gli effetti solo alla
fine del secolo.

Uno dei motivi per cui non c’è una
“soluzione” è proprio perché hanno sostanzialmente ragione tutti e tre –
Uriel, Orsi e gli scienziati. E potremmo aggiungere che hanno anche
ragione i biologi del Programma Internazionale sullo Stato degli Oceani,
che denunciano l’imminente collasso del biosistema marittimi; o il
fisico Ugo Bardi, quando elenca minuziosamente i segni della catastrofe
energetica che ci attende.

Non a caso, accanto al titolo del blog di Ugo Bardi leggiamo:

“Cassandra cercò
di avvertire i troiani del pericolo che la città correva; ma non fu
creduta. Allora come oggi, preferiamo le bugie rassicuranti alle verità
scomode.”

Come si fa a risolvere la contemporanea convergenza di tutte le linee di crisi del mondo?

Quando vediamo il livello del mare che,
inesorabile, si alza, è una perdita di tempo mettersi a litigare tra di
noi su chi siano i colpevoli. [2]

Certamente, dobbiamo rinforzare le dighe, ma sapendo che per quanto forti, non reggeranno a lungo.

Le dighe devono servirci soprattutto per guadagnare il tempo che occorre per costruire zattere e navi, e imparare a sopravvivere nella vita acquatica che ci attende.

Nota:

[1] Seguite attentamente il passaggio, che dovrebbe far sballare l’idea da casalinga media che tutti abbiamo della eco-nomia (appunto in greco, “gestione, preferibilmente attenta, della casa”).

Facebook, che fa somme favolose offrendo un servizio gratuito di autoschedatura, non si fonda nemmeno su questo già evanescente prodotto, ma sulla speculazione che gli si crea attorno in borsa. E per muovere la borsa, sono disposti a regalare
all’umanità non solo connessioni, ma anche dispositivi fisici,
trasformando nel processo i comportamenti di tutti gli esseri detti
umani e il loro modo di relazionarsi.

[2] Incidentalmente, trovo inutile
prendersela con la NSA, che non fa altro che ciò farebbe qualunque
dispositivo analogo in situazioni analoghe. La domanda che ci si
dovrebbe porre invece è, se uno Snowden qualunque, che non aveva nemmeno
un alto grado nel sistema, ha potuto attingere a quel deposito di
informazioni, quanti altri in minor buona fede vi possono accedere tutti i giorni, per i loro interessi personali?

 
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