Referendum sull'acqua, firme strappate alla non informazione | Megachip
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Referendum sull'acqua, firme strappate alla non informazione

Referendum sull'acqua, firme strappate alla non informazione
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30 Maggio 2010 - 18.49


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watersigningsdi Simona Barba e Gisella Orsini – Megachip.

 

La raccolta di firme a sostegno della campagna referendaria dell”acqua pubblica è sicuramente un successo. Al momento in cui scriviamo, la soglia delle 500mila firme in tutta Italia è stata superata abbondantemente. Una tendenza nazionale si può cogliere in filigrana anche da un”angolazione locale. Prendiamo Pescara, dove le adesioni sono già più di 12mila. Buon risultato, a prima vista. Ma il numero raggiunto, forse, non è così entusiasmante, se rapportato al numero degli elettori e all”importanza capitale della tematica trattata.

Osservazioni che troverebbero anche un loro riscontro non appena si passi un po” di tempo nei banchetti organizzati per la raccolta delle firme.

Ed è quanto è successo a noi.

Acqua_nn_si_vende_10x15_piccolo_Non siamo venditrici di enciclopedie per strada, né proponiamo fantomatici corsi di lingua, attiriamo invece l”attenzione in questa domenica di maggio su un gazebo organizzato dal Meet up di Grillo, lungo il corso principale di Pescara, addobbato dai logo “Firma per l” acqua bene comune”.

Le associazioni a Pescara si stanno dando la staffetta in modo che ci sia in ogni weekend la possibilità di firmare a favore del referendum abrogativo della legge sulla privatizzazione. Oggi tocca a noi sensibilizzare le persone a passeggio.

Però come prima impressione dobbiamo sembrare in effetti venditrici ambulanti: «no grazie» è la risposta più usuale al nostro «buonasera, vuole firmare a favore del referendum?»

Alcune persone però sono già informate, sono coppie di quarantenni, con bambini, e con un cenno fanno capire che non c”è bisogno di dire altro e si avvicinano al banchetto della raccolta firma.

Altre si fermano, ascoltano, e rispondono «non so, mi devo informare».

La risposta più frequente tra i ventenni è «grazie non m”interessa», e l”espressione che accompagna le parole svela il loro disinteresse diffuso per qualsiasi conversazione che parli di politica e società.

Si ferma a parlare un signore di 76 anni, veramente dispiaciuto di non poter firmare perché uscito di casa senza documento. «Io ho visto la guerra, ho patito la fame, ed è questo che mi ha fatto sempre trovare la forza di lottare. Ma le persone non si rendono conto che ora ci stanno disossando, lentamente disossando». Ci augura in bocca al lupo e promette di ritornare il weekend prossimo per firmare.

Dopo qualche altro sorriso distante da parte di ventenni, un signore si avvicina commentando le reazioni degli ultimi ragazzi: anche lui ha partecipato qualche giorno fa nel suo comune alla raccolta firme e con grande rammarico ha notato che sono proprio i ventenni i più disinformati, su questo e altri temi.

Continuiamo per strada con l”urgenza di fornire informazione, ma veniamo stoppate da un signore che decreta tassativamente: «lei non capisce niente!». Ogni tanto si affaccia una sensazione di impotenza nel far comprendere alla maggioranza delle persone l”importanza di quella firma, decisamente all”oscuro di questa tematica o ancora peggio, completamente disinteressate, come se non riguardasse loro in prima persona.

Poco dopo però veniamo rinfrancati dalla repentina decisione di due signore quasi ottantenni che calorosamente firmano.

Il pomeriggio passa, le firme vengono raccolte.

Due particolari risposte però oggi porteremo con noi: un signore con un trolley che fissandoci negli occhi sibila «io non ho una casa», e una signora che lamenta: «vorrei, ma io non ho diritti» con un calmo accento dell”est…

 

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