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Corviale a perdere

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3 Giugno 2010 - 07.13


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monster-roma2di Stefano Serafini – Megachip.

Ovvio che gli enti che hanno sulle spalle edifici in cemento armato più vecchi di trent”anni non riescano a stare appresso ai costi di manutenzione. Lo ha ammesso il 31 maggio il sindaco di Roma Gianni Alemanno davanti a una platea di abitanti delle periferie che lamentavano il degrado nel quale sono costretti a vivere, proponendo loro di acquistare a buon prezzo le case popolari che il Comune non riesce più a sostenere, perché «non ha soldi».

Lo hanno ammesso esponenti del Circolo ATER PDL, durante l”incontro dello scorso 13 maggio “Riscattare l”edilizia popolare”, presenti Fabrizio Evangelisti e Paolo Simoncini (Circolo Ater), e gli assessori regionali Lollobrigida e Buontempo.

In quella sede si era anticipata la profferta del sindaco: vendiamo, a prezzo da realizzo, le case popolari agli inquilini, e che poi questi se la vedano da soli! Gli inquilini naturalmente si rallegrano, perché ignorano che il cemento armato dopo 80 anni viene giù, e i possibili interventi di restauro hanno costi proibitivi oltre ad essere altamente tossici. Bidone tra i bidoni, qualcuno all”ATER vorrebbe lasciare agli inquilini persino il chilometrico palazzone del Nuovo Corviale.

Le strutture in cemento armato brutalista del “Serpentone” sono direttamente esposte alle intemperie, e le loro prospettive di durata sono ancora minori. Ve lo immaginate un condominio di 1200 famiglie, più quelle abusive, prendere una decisione e organizzare gigantesche spese e interventi per fermare il crollo progressivo delle strutture? Lo stato cala le brache, e i cittadini più deboli creperanno sotto le macerie, tutt”altro che simboliche, del vecchio assistenzialismo alla deriva.

Soluzioni alternative e responsabili sono possibili, come illustrato ad es. qui: http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_588.pdf , ed esistono fondi europei per realizzarle (quelli che ogni anno il nostro Paese rimanda indietro), per non parlare di quei 34 milioni di euro coi quali si vorrebbe imbellettare il Corvialone, in attesa di dargli il più vergognoso e ipocrita dei benserviti. Occorrerebbe solo che qualche politico prendesse il coraggio di fare una cosa vera, e smettesse di ascoltare le sirene ignoranti. Pensasse al futuro, alle persone.

Ma intanto, nel Comune senza soldi che è la Capitale dell”Italia, Paese a rischio dell”Eurozona in crisi, si inaugura il Maxxi, un edificione storto e molto fico costato 150 milioni di euro, il quale verrà presto decorato da quattro tubi dipinti di rosso, per la modica giunta alla spesa di 1 milione e 130 mila euro.

 

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