Emergenza petrolchimica: lo spazio tolto alla democrazia | Megachip
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Emergenza petrolchimica: lo spazio tolto alla democrazia

Emergenza petrolchimica: lo spazio tolto alla democrazia
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23 Giugno 2010 - 20.00


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Oildrillingdi Gisella Orsini e Simona Barba – Megachip.

Da giorni il passaparola tra Emergenza Ambiente Abruzzo e le altre associazioni abruzzesi dava appuntamento per il 23 giugno pomeriggio presso l”aula consiliare del Palazzo dell”Emiciclo a L”Aquila. Occasione: il Consiglio Regionale Straordinario richiesto dalle opposizioni e dai movimenti cittadini che affrontano lo scottante argomento ”idrocarburi” in Abruzzo. Dal 2002 il territorio regionale è preda di concessioni e autorizzazioni di ricerca, di estrazioni e di trivellazioni petrolifere. La mobilitazione popolare, dopo aver fermato l”insediamento dell”Eni a Ortona, ora continua la sua battaglia contro la richiesta di un nuovo insediamento petrolchimico,

 

denominato ”Ombrina2”, con raffineria galleggiante annessa a soli 5km dalla costa.

Come ampiamente prevedibile, visto il successo delle precedenti manifestazioni in piazza, una massiccia presenza di cittadini e di associazioni si è presentata anche il 23 giugno, determinata ad assistere al Consiglio Straordinario.

abruzzengagedAnche noi di ALTERNATIVA eravamo tra questi, pronti ad ascoltare la discussione, ma arrivati all”ingresso abbiamo avuto un”amara sorpresa: solo un numero esiguo di persone poteva entrare nell”aula consiliare.

Per motivi di sicurezza.

Una motivazione ben nota agli aquilani dal 6 aprile 2009, spiegazione frequentemente utilizzata per impedire manifestazioni cittadine.

Infatti nella ”città del miracolo italiano” non è presente attualmente una dignitosa sala consiliare che possa accogliere la cittadinanza. La sala scelta per un dibattito così delicato è parzialmente inagibile e permette l”ingresso di soli 25 uditori.

La domanda è sulla bocca di tutti: non era possibile individuare un”altra sede a L”Aquila o nella città di Pescara, già dotata di un sito preposto per tali occasioni? La delusione crea un nuovo pensiero comune: la scelta non è stata casuale.

La guardia di turno continua a ripetere ad una signora: «Ma c”è stato il terremoto!»

Ammantati dalla scusa-passepartout dell”incolumità collettiva oggi a L”Aquila si è impedita una partecipazione democratica a un momento importante di discussione per la cittadinanza.

Le poche persone che sono riuscite a passare entrano ed escono per darci notizie frammentarie su quello che sta accadendo. Noi andiamo via senza aver partecipato, senza aver potuto ascoltare e privati del nostro diritto di essere informati.

 

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