Poca festa, c'è sempre la casta | Megachip
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Poca festa, c'è sempre la casta

Poca festa, c'è sempre la casta
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15 Novembre 2010 - 15.22


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bondianodi Paolo Bartolini – Megachip.

Lo strappo definitivo tra Berlusconi e Futuro e Libertà si compie sotto i nostri occhi, con tempi e modi che non era difficile prevedere. Stasera Fini e Bersani coglieranno puntualmente l”occasione per esibirsi – davanti a milioni di telespettatori che, nel nuovo programma di Fazio e Saviano, cercano sfogo per il loro antiberlusconismo – incarnando l”idea di un”opposizione responsabile che vuole risollevare il paese dallo sfacelo degli ultimi quindici anni.

Che l”opposizione sia interna al PDL o “esterna” (PD) il risultato non cambia.

Nei fatti la classe politica che si prepara a disarcionare in Cavaliere è la stessa di sempre, e questa è forse la sua ultima e più disperata metamorfosi.

Chi legge gli accadimenti in corso come una ventata di novità, o peggio ancora come un barlume di speranza per il nostro Paese umiliato ed offeso, lo fa certo sulla scia dell”emozione e senza accorgersi di essere prigioniero di una cornice concettuale assai angusta.

Tale cornice, che si sostanzia nella convinzione per cui la politica in Italia avrebbe come assoluta priorità quella di allontanare o meno Berlusconi dalla vita pubblica, ha fatto enormi danni e ha corrotto profondamente il pensiero civile della nazione.

Questo non perché Berlusconi non rappresenti un effettivo macigno posto sullo stomaco della nostra democrazia, ma perché egli non incarna affatto un”anomalia rispetto alle tendenze globali del capitalismo neoliberista. Al contrario: le esprime in modo caricaturale, evidenziandone quindi a dismisura gli aspetti salienti.

Trascurarlo significa non aver colto l”essenza stessa della Casta che ci sgoverna. Essa appartiene, nelle sue varie articolazioni di destra e sinistra, ad un”unica realtà parassitaria, totalmente scollegata dai bisogni dei cittadini ed incapace di una presa di posizione forte rispetto alla crisi di sistema che ci sta investendo. La fuoriuscita dalla cornice dell”antiberlusconismo è dunque indispensabile per comprendere quali siano i veri campi di battaglia e quali gli alleati con cui iniziare a costruire un”idea di mondo radicalmente diversa da quella attuale.

Senza un cambiamento di tal fatta siamo destinati ad assistere all”involuzione del quadro politico di questi giorni, che non mancherà di precipitare nella vuota ripetizione di rituali insensati e nell”eterno ritorno delle trattative fra coalizioni capaci solo di amministrare tecnicamente l”esistente.

Per tutti questi motivi sarà bene guardare con diffidenza ai cerimonieri che, da stasera, si preparano a celebrare in diretta TV la rinascita dell”orgoglio italiano e il crollo del regime.

 

 

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