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'Il movimento NoTAV e l''operaio di Mirafiori '

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27 Gennaio 2011 - 21.53


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notavmoleFERMARE IL SUV si può, e tocca a noi

di FabioNews.

L”esperienza dei NoTAV può essere una grande risorsa anche per il movimento operaio.

Il Movimento NoTAV in questi anni ha affrontato molte battaglie, e da tempo ha visto schierarsi al suo fianco la FIOM e gli operai metalmeccanici, non solo delle aziende della Val Di Susa. In questi giorni a Torino, intorno ai cancelli di Mirafiori, le bandiere bianche dei NoTAV hanno sventolato a fianco delle bandiere rosse della FIOM e pullman di valsusini hanno raggiunto Torino per le manifestazioni pubbliche; ma il contributo alla lotta di Mirafiori da parte del Movimento non si limita alla presenza fisica al fianco degli operai.

I NoTav si sono trovati in questi anni ad affrontare una lotta con caratteristiche particolari che si ritrovano anche nella lotta odierna di Mirafiori, in un contesto politico, ambientale e mediatico diverso da quello che ha interessato le lotte operaie del passato.

Queste caratteristiche hanno portato a creare nel movimento che si oppone alla TAV una coscienza e un”esperienza che può essere una grande risorsa per gli operai – e la stessa FIOM – che oggi si trovano spiazzati di fronte alle scelte industriali, e indotti – per paura o mancanza di coscienza – a credere alle false promesse e ad appoggiare le scelte scellerate dei propri padroni.

L”insegnamento del movimento si può ritrovare in un volantino che un dei comitati NoTAV di Torino più combattivi (Torino e Cintura Sarà Dura) ha diffuso in questi giorni che precedono lo sciopero del 28 Gennaio e la manifestazione a Torino, nella quale sicuramente vedremo di nuovo sventolare fianco a fianco le bandiere NoTav e quelle della FIOM.

Il volantino, riprendendo uno degli slogan NoTav, inizia affermando:
“FERMARE IL SUV SI PUO” E TOCCA A NOI”

La critica al modello Marchionne quindi non si limita all”aspetto dei diritti dei lavoratori, ma mette in discussione la falsa promessa dell”amministratore delegato Fiat che afferma di voler rilanciare la produzione di Mirafiori con la realizzazione di un SUV.

I NoTAV si rivolgono agli operai chiedendo:
“Siamo d”accordo a rifiutare – anche di produrre – ciò che è inutile o dannoso?”
“Qualcuno pensa ancora di aggrapparsi alla catena (di montaggio), pur di conservare il posto, producendo inquinamento e devastazione?”

Nel Movimento NoTAV abbiamo assistito in questi anni a un percorso di analisi e di critica che, partendo dall”opposizione a un”opera inutile e devastante è arrivato a mettere in discussione le basi stesse di questo sistema di sviluppo e a prendere coscienza dei limiti, della necessità di cambiare strada, dell”assurdità di continuare a inseguire la crescita infinita del PIL e a considerare la crescita come l”unico obiettivo da perseguire a costo di compromettere l”ambiente, la salute, la qualità della vita.
Questa coscienza permette di smascherare con facilità le menzogne e sottolineare i limiti della proposta di Marchionne.
Per il Movimento NoTAV gli operari non debbono limitarsi alla difesa dei propri diritti di lavoratori ma debbono opporsi a scelte senza futuro che, nella migliore delle ipotesi, riusciranno a rimandare di qualche tempo una nuova e più pesante crisi.

“E” un”evoluzione critica del pensiero dei produttori che non vogliono più essere complici dei loro padroni pronti a tutto pur di estrarre profitto, nell”epoca della globalizzazione dell”inquinamento.”
Per fare questo il movimento invita gli operai a fare un passo ulteriore per “riprendere in mano la propria sorte” smettendo di delegare “agli specialisti della politica e del sindacalismo le decisioni che riguardano la nostra vita.”

Com”è successo al Movimento NoTAV, oggi anche gli operai, dopo il voltafaccia delle forze, sindacali e politiche, che storicamente sono state al loro fianco si ritrovano soli di fronte all”arroganza dei padroni e in balia dei loro media. Privati dei loro riferimenti gli operai sono chiamati a organizzarsi per passare a forme di lotta autogestite con l”obiettivo di incidere direttamente nelle decisioni e nelle politiche aziendali.

“E” impellente decidere insieme i percorsi per uscire dalla logica di mercato e sottrarci dallo “sviluppo” a tutti i costi. Sviluppo che è soltanto sviluppo dei profitti a scapito delle nostre vite e dell”ambiente.”

L”esperienza del movimento popolare NoTAV insegna che proprio i momenti in cui gli attivisti hanno delegato qualcun altro a rappresentarli sono stati i più critici, hanno portato a divisioni e voltafaccia, laddove la loro forza è stata nell”autogestione e nell”azione diretta: questo il percorso suggerito agli stessi operai per dare un futuro alla propria lotta.
Gli operai sono chiamati a cercare alleanze fuori dai cancelli della fabbrica, tra quei movimenti, anche al di fuori dei confini nazionali: hanno capito che la soluzione ai problemi attuali non può essere cercata all”interno del sistema che è causa stessa di quei problemi. La ricerca non può essere delegata a coloro che hanno responsabilità nel percorso che ci ha portati fino a questo punto.

“Solo così avremo la possibilità di riprenderci tutto ciò che ci è stato sottratto per tutta la vita da “un sistema basato sull”ingiustizia sociale e sul privilegio che sta distruggendo il pianeta: dalla salute all”ambiente, dalle ricchezze al piacere di vivere.”

Mirafiori non dista molto dalla val di Susa, e nelle giornate di sole le sue ciminiere sono visibili anche dalla sacra di San Michele che domina l”ingresso della valle; in questo periodo di crisi e nuove lotte, il sogno di un futuro possibile, sostenibile, dignitoso, avvicina ancora di più questi due movimenti così diversi ma così simili.

Se gli operai sapranno raccogliere e valorizzare l”esperienza dei NoTAV presto anche la FIAT dovrà prendere atto che passare come un treno su diritti e vite degli operai A SARA DURA!

Fonte: http://www.fabionews.info/View.php?id=10401.

 

 

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