Cinque per mille, il balzello dell'alternativa | Megachip
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Cinque per mille, il balzello dell'alternativa

Cinque per mille, il balzello dell'alternativa
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13 Maggio 2011 - 20.59


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kimbepromillidi Ettore Macchieraldo – Megachip.

Ritengo che Alternativa debba svolgere una vera e propria battaglia per la piena realizzazione del meccanismo di prelievo fiscale del 5 per mille. Si tratta infatti di una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia per sostenere il mondo del no profit e della ricerca. Ogni contribuente può indicare a chi destinare il proprio 5 per mille trascrivendo il codice fiscale dell”ente cui vuole elargire la propria preferenza nell”apposita casella della dichiarazione dei redditi. Avevamo già visto il vero e proprio furto che Tremonti voleva compiere a danno di questa forma di finanziamento delle Onlus. Il nostro Ministro delle Finanze aveva infatti intenzione di ridurre del 75% tale voce di spesa, per utilizzare quei soldi in altri modi (esercizio che ripropone continuamente).

Grazie alla mobilitazione del composito mondo del terzo settore, quel tentativo è stato sventato. Ciò non toglie che permane un”ingiustizia. Infatti mentre il DDL di Stabilità , ex Legge finanziaria, del 2011 (13 Dicembre 2010, n. 220) confermava sì lo strumento del 5 per mille anche per l”anno fiscale 2010, ma riducendo a 100 milioni le risorse disponibili, il decreto Milleproroghe (n°225 del 29 dicembre 2010) ha rialzato il tetto delle risorse destinate al 5 per mille a 400 milioni.

In soldoni questo significa che rispetto al gettito dovuto sul totale delle Entrate, viene in ogni caso posto un limite. Non sappiamo se questo limite corrisponderà alla quota dovuta, sappiamo solo che è pari a quella del 2007. Gli Enti che si sono accreditati stanno solo ora ricevendo le quote dovute relative a quel anno di imposta.

Sicuramente da allora ad oggi sono aumentati i cittadini che hanno dato indicazione a chi destinare la propria preferenza del 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi.

E allora: perché porre quel tetto?

Ritengo che questo meccanismo sia molto importante per costruire una nuova mutualità che sostituisca e ricomponga i servizi sociali smantellati dalle trasformazioni economico-sociali, e dai criminali tagli alle spese sociali da parte dei governi.

Cerco, in breve, di elencare le principali ragioni di tale importanza:

 

1) Ragione tattica.

In Italia esistono molti ”corpi intermedi” che non fanno politica, ma si occupano di sociale, di mutualità, di assistenza, di belle arti. E” un composito mondo di associazionismo difficilmente aggregabile, in cui ci sono tendenze diverse e influenze politiche già presenti (CL in primis).

Nonostante questo credo che siano per noi degli interlocutori importanti, non del tutto egemonizzati, e in cui possiamo trovare delle persone e delle esperienze interessanti.

Il 5 per mille e la richiesta di eliminazione del tetto che ne limita l”erogazione, è l”unico punto politico che può interessare trasversalmente questo mondo. E” un mondo che vive di progetti finanziati dalla Comunità Europea e da Fondazioni pubbliche e private, progetti difficili da scrivere e che spesso non corrispondono alle attività reali.

L”avere un meccanismo di finanziamento slegato dai grandi finanziatori pubblici e privati, ma legato all”efficacia e al consenso alle loro attività li porterebbe a fare meno lobbismo e più coinvolgimento dei soci e comunicazione pubblica.

 

2) Ragione strategica.

I continui tagli ala spesa sociale ci costringeranno a ”farci i servizi da soli”.

Questo sarà uno dei punti centrali della Transizione. Chi non sceglierà di fare ”la guerra tra poveri”, dovrà mettersi insieme e trovare delle soluzioni. Sarà difficile che lo Stato riesca a governare questa miriade di iniziative senza uno strumento come il 5 per mille (ricordo: inventato da Giulio Tremonti).

Sarà il modo per conoscere, mappare e coordinare queste iniziative.

 

3) Ragione pedagogica.

Non credo che pagare ”le tasse sia bello”. Penso che la voragine tra chi governa e i governati esista anche perchè le tasse sono vissute sempre più come un furto. Il cittadino ha bisogno che ci sia una corrispondenza tra ciò che versa e i servizi che riceve.

Ora come ora non esiste corrispondenza o è molto minata.

L”incentivazione di un meccanismo come il 5 per mille porterebbe invece il contribuente a trovare una relazione diretta tra quel che versa e i servizi erogati dall”ente a cui lo destina.

 

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