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Quale relazione fra crisi, politiche europee del patto di stabilità e beni comuni

Quale relazione fra crisi, politiche europee del patto di stabilità e beni comuni
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4 Novembre 2011 - 09.24


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acqu euro2di Marco Bersani -www.attac.it, segnalato da FabioNews

C”entra la battaglia per la ripubblicizzazione dell”acqua con la crisi e con le politiche monetariste della Banca Centrale Europea?
Moltissimo e per diversi motivi.

Il primo dei quali ha a che fare con la risposta che Governo e poteri forti hanno dato alla vittoria  referendaria dello scorso giugno.  

Consapevoli di aver perso il consenso sociale, preoccupati dell”evidente erosione della catena culturale che per più di due decenni ha legato le persone all”idea del pensiero unico del mercato, Governo e poteri forti hanno rilanciato una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi pubblici locali, giustificandola con le risposte da dover dare all”Unione Europea in merito alla riduzione del debito pubblico.

La stessa Unione Europea, nell”ormai famosa lettera-diktat, con la quale chiede addirittura modifiche della Costituzione al nostro Paese, rilancia le politiche liberiste proprio nel senso della svendita del patrimonio pubblico e della messa sul mercato di tutti i beni comuni.

L”operazione ideologica, che  sottende a questo perseverare in politiche che sono state la causa stessa della crisi globale, è quella  che tenta di far credere, come se fossimo nell”antica Grecia, che esistano nuove divinità impalpabili e  inconoscibili – i cosiddetti mercati – che tuttavia provano emozioni: possono dare e togliere fiducia,  divenire euforici o collerici, turbarsi. E che alle popolazioni non resti altro che fare continui sacrifici in loro  onore, sperando di ingraziarli per suscitare la loro benevolenza o per mitigarne la collera.

Di  conseguenza, il voto della maggioranza assoluta del popolo italiano a favore dell”uscita dell”acqua dal mercato e dei profitti dall”acqua non può essere c o n s i d e r a t o perché cause di forza maggiore, ed  indipendenti dalle v o l o n t à umane, impongono altre strade e direzioni.

Il secondo motivo sta proprio nella radicalità della battaglia del movimento per l”acqua.
Avendo scelto,  con la legge d”iniziativa popolare e con la battaglia referendaria, l”obiettivo strategico di non limitarsi a  contrastare le privatizzazioni selvagge cercando di ottenere una riduzione del danno, bensì di disegnare  uno scenario di fuoriuscita totale dei beni comuni dalle gestioni attraverso SpA, il movimento per l”acqua  apre nuovi scenari che parlano di nuovo ruolo della fiscalità generale, di necessità di una nuova  finanza pubblica, di ridisegno radicale degli enti locali di prossimità, di cultura della democrazia  come partecipazione.

Tutti obiettivi che cozzano inevitabilmente con la costruzione di un”Unione Europea che, lungi dall”essere stata pensata come entità politica e culturale, è stata forgiata come spazio monetario con un unico scopo: il consolidamento dei dogmi liberisti, attraverso le politiche della Banca Centrale Europa, finalizzate esclusivamente alla stabilità dei prezzi, all”equilibrio di bilancio e allo stimolo della  concorrenza e sottratte, attraverso la totale “indipendenza” dai Governi, a qualsivoglia controllo  democratico dei cittadini.

La battaglia per la riappropriazione sociale dell”acqua e dei beni comuni contrata inevitabilmente con il  patto di stabilità esterno ed interno, perché è esattamente attraverso questo strumento che si impedisce  agli Stati di poter esercitare un ruolo pubblico nell”economia e si costringono gli enti locali al  drastico restringimento delle loro funzioni, fino al loro smantellamento definitivo. 
Significativa a questo proposito la norma contenuta nell”art. 4 della manovra finanziaria estiva che, nell”obbligare -nonostante il voto referendario- i Comuni a vendere tutti i servizi pubblici locali, prevede che i ricavi di tali vendite possano essere introitati dai Comuni stessi e spesi per opere che non  verranno conteggiate nel patto di stabilità interno (come dire, se vuoi asfaltare una strada o costruire un asilo devi vendere l”acqua o il trasporto pubblico).

Nell”attuale contesto di crisi, ciò che sta succedendo  è il trasferimento di un debito del sistema bancario e finanziario agli Stati e da questi ultimi ai cittadini;  ovvero, si salvano le banche socializzandone gli oneri e poi si interviene per evitare il default degli Stati  con misure di macelleria sociale che mandano in default i cittadini. Si tratta di una gigantesca  trasposizione dal welfare, che aveva caratterizzato, seppur in forme differenti tra loro, tutti i paesi  dell”Unione Europea della seconda parte del ”900, come compromesso sociale tra il capitale e il lavoro,  verso un sistema di bankfare, all”interno del quale il ruolo del pubblico diviene esclusivamente quello di  sostenere, a spese dei cittadini, il sistema bancario e finanziario internazionale, causa prima della crisi  in atto.
Il risultato è un circolo vizioso grazie al quale il debito degli Stati è notevolmente aumentato proprio grazie al fatto che i governi hanno deciso di accollarsi le perdite del capitale finanziario.

Ma l”idea di  invertire la rotta non sfiora neppur lontanamente i poteri forti politico-economici, tant”è che la linea di  “rigore” è stata recentemente rafforzata con alcune misure a livello comunitario, in primis attraverso le  sei proposte legislative per il rafforzamento del patto di stabilità, così riassumibili: ulteriore controllo  della spesa pubblica, ulteriori restrizioni nei parametri relativi a debito e deficit, obbligo di deposito  cauzionale a garanzia del rispetto delle raccomandazioni, nuove regole di redazione dei bilanci, set di  indicatori economici per valutare gli squilibri, ammende in caso di mancato rispetto.
Sono tutte norme conseguenti al nuovo “Patto per l”Euro”, approvato dal Consiglio Europeo il 24-25 marzo 2011 e che prevede obiettivi comuni per tutti i governi, a partire dalla “sostenibilità” della finanza pubblica, con l” unico scopo di riaffermare il primato dell”impresa e del mercato sui beni comuni, i diritti  sociali e del lavoro.

Che fare, dentro questo quadro?
E” evidente che per il movimento per l”acqua, dopo  la straordinaria vittoria referendaria, si aprono nuovi scenari di lotta. La realizzazione dei risultati  referendari, con la ripubblicizzazione di tutte le gestioni dei servizi idrici e la loro gestione partecipativa e senza profitti è senz”altro il primo compito.  Da questo punto di vista la mobilitazione per l”approvazione  della legge d”iniziativa popolare da una parte e il lancio della campagna di “Obbedienza civile” per  l”autorganizzazione della riduzione delle tariffe in obbedienza al voto del popolo italiano, sono gli obiettivi immediati. Ma possono essere portati a vero compimento solo se collocati in una mobilitazione più ampia che prenda di petto le politiche monetariste dell”UE e liberi un nuovo ruolo del pubblico nella finanza e nell”economia.
Un primo obiettivo non può che riguardare il debito. Un debito che va studiato  ed esaminato attraverso la creazione di auditorie popolari che facciano l”anamnesi dello stesso, ne  identifichino le responsabilità e ne propongano la drastica riduzione/ristrutturazione sino al suo non  pagamento.
Un secondo obiettivo riguarda il controllo dei capitali finanziari, a partire dall”approvazione  della FTT, ovvero la tassa su tutte le transazioni finanziarie, sino alla costruzione di condivise politiche fiscali europee.
Un terzo obiettivo deve diventare l”apertura di un fronte per il superamento del patto di  stabilità, cominciando a sottrarre allo stesso tutta la spesa rivolta all”accesso ai beni comuni naturali e  sociali e all”erogazione e qualità dei servizi pubblici locali.
Infine, la riapertura di uno spazio nuova di  finanza pubblica che preveda la risocializzazione del sistema bancario, a partire dalla ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti, il cui capitale pubblico è immenso, ma tutto orientato alla valorizzazione  finanziaria e all”investimento in dannose grandi opere.

Con la vittoria referendaria il movimento per  l”acqua ha inserito un fortissimo granello di sabbia negli ingranaggi dell”economia liberista, ora si tratta  di costruire percorsi, alleanze e intrecci a livello nazionale ed europeo per arrivare tutte e tutti assieme a  ingripparne definitivamente il motore. Aprendo un futuro migliore per tutte e tutti.

Il Granello di Sabbia è completamente copyleft. E” anzi gradita la riproduzione e la diffusione di tutti gli articoli, in qualunque modo e forma.
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