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di Paolo Bartolini*
Com”era prevedibile il declino dell”Euro e il decorso della crisi dei debiti sovrani, stanno seguendo traiettorie drammatiche su cui nessuna forza antisistema può anche solo sperare di intervenire.
Le recenti sortite di Berlusconi, che si prepara a raccogliere i consensi di una buona fetta di coloro che invocano la fuoriuscita dal tritacarne delle politiche di austerità , non devono illudere quanti da mesi – con sicura coerenza e una buona dose di fantapolitica – cercano di rilanciare l”opposizione alla globalizzazione neoliberista mediante l”idea fissa dell”uscita dall”Euro e dalla UE.
Era chiaro a molti, infatti, che restare o uscire dall”attuale sistema monetario non sarebbe dipeso dalla buona volontà e dalle geniali intuizioni delle ultraminoranze (di destra o sinistra).
Una sufficiente conoscenza del mainstream e di chi possiede le leve del comando massmediatico, avrebbe dovuto suggerire a tutti una maggior cautela, in quanto le proteste dei cittadini sono destinate (spesso, se non sempre) ad essere incanalate, da chi detiene il controllo dei media e della ricchezza, verso la foce dell”autoritarismo e del populismo a buon mercato.
In fondo chi possiede i mezzi di comunicazione – oltre a quelli di produzione – orienta l”opinione pubblica e stravolge a suo vantaggio anche le idee apparentemente più rivoluzionarie.
È vano, quindi, chiedersi cosa sarebbe potuto succedere se al posto di Berlusconi ci fosse stato un manipolo di eroi ad impugnare pubblicamente la bandiera No-Euro e a sventolarla nelle catacombe di internet insieme a cento-duecento amici. Oggi, piuttosto, la questione centrale diventa sempre più quella di guardare ad una nuova Unione Europea, di impegnarsi a costruirla fin d”ora, iniziando dai Paesi deboli del sud, e di perseguirla anche se dovesse crollare la moneta unica. Tutto questo per non essere lasciati soli nelle mani dei poteri nazionali e internazionali, tutti inequivocabilmente antipopolari.
Si parli dunque di exit strategy dall”euro e di altri temi della massima importanza, ma con la chiara visione di un”Unione Europea da ripensare e difendere, pena la scomparsa di un possibile e indispensabile protagonista mondiale, forse l”unico capace di limitare le pretese imperiali degli Stati Uniti e il suicida sviluppo produttivista dei suoi “competitor” globali.
* Membro dell”Ufficio Centrale di Alternativa – Alternativa Marche
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