Merkel & Co e cambiamenti climatici: “gattopardi” tra Berlino e Doha | Megachip
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Merkel & Co e cambiamenti climatici: “gattopardi” tra Berlino e Doha

Merkel & Co e cambiamenti climatici: “gattopardi” tra Berlino e Doha
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20 Luglio 2012 - 08.39


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Merkel petersberg 20120720di Giovanna Tin̬ Рwww.dailystorm.it

Si è recentemente concluso a Berlino il terzo Petersberg Climate Dialogue dal titolo Matching Ambition with Action (“Unire l”ambizione all”azione”), un meeting internazionale “informale” tra Ministri dell”ambiente e delegazioni di più di 30 Paesi con l”obiettivo di preparare i lavori della prossima conferenza sul clima che si terrà a Doha in Qatar dal 26 novembre al 7 dicembre prossimi. Tappa intermedia da qui a Doha sarà la conferenza “informale” di Bangkok (30 agosto-5 settembre).

I temi all”agenda dell”incontro di Berlino, presieduto congiuntamente da Germania e Qatar, erano tre: lo scarto tra gli obiettivi climatici finora posti e ciò che è necessario fare per raggiungere il limite di riscaldamento globale di 2°C rispetto all”era pre-industriale; la transizione verso un”economia a basse emissioni come strategia per la modernizzazione e la crescita; il nuovo trattato sul clima, da negoziare entro il 2015 e implementare dal 2020.

Apprendiamo dalle agenzie di stampa che Angela Merkel ha lanciato un accorato allarme sul fatto che il riscaldamento globale raggiungerà livelli drammatici se i leader mondiali non troveranno un accordo per ridurre al più presto le emissioni inquinanti. Allarme più che giustificato, aggiungiamo noi, dato che l”ultima conferenza sul clima, la COP17 di Durban, lungi dall”aver fatto fare passi avanti nella lotta al riscaldamento globale, sì è conclusa in modo del tutto insoddisfacente. Senza impegni reali da parte dei Paesi industrializzati, senza l”approvazione di un trattato sulle emissioni (ma solo con la promessa di redigerne uno entro il 2015 e con operatività dal 2020), con misure e obiettivi tali da far proseguire il pianeta verso lo scenario drammatico che vede un aumento della temperatura di 4°C, ma – guarda caso – di grande vantaggio per aziende e multinazionali, soprattutto attraverso il mercato delle emissioni.

Leggendo il documento conclusivo dell”incontro e le corrispondenze di questi giorni sui giornali (stranieri: in quelli italiani non c”è traccia dell”argomento, anche perché non era presente a Berlino nessun nostro rappresentante istituzionale), osserviamo come anche questo meeting si sia chiuso senza risultati di rilevo e con un sostanziale ri-assestarsi sulla qualità dei risultati di Durban. Non si è fatta maggiore chiarezza su quella che sarà l”agenda della conferenza di Doha, e l”unico motivo di rallegramento trovato dal Ministro tedesco dell”ambiente Peter Altmaier per giustificare il “successo” dell”incontro è di aver «creato un ambiente di lavoro che speriamo sosterrà gli sforzi internazionali di protezione del clima e porterà a qualche progresso reale».

A dispetto del titolo dell”incontro, dunque, poca ambizione e poca azione. E tanta ambiguità lessicale e di contenuto: di che ambizione si parla? Come vediamo dai tre punti in agenda, infatti, si continua nell”illusione/finzione che l”ambizione nobile e necessaria della salvaguardia del pianeta sia compatibile con quella distruttiva di una crescita capitalistica che ci ha portato esattamente a questo punto “di ebollizione” – in tutti i sensi.

La rubrica Brave New World ama la letteratura, oltre che i temi ambientali. E stavolta ci vengono in mente le famose parole che Tomasi di Lampedusa mette in bocca ad uno dei suoi personaggi ne Il gattopardo: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Si lanciano allarmi ma il cambiamento è ancora marginale, solo apparente o funzionale al mantenimento del sistema. E la temperatura intanto sale.

 

Fonte: http://dailystorm.it/2012/07/19/merkel-co-e-i-cambiamenti-climatici-gattopardi-tra-berlino-e-doha/

 

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