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di Paolo Bartolini – Megachip
Piaccia o meno la rivoluzione non si farà . Sicuramente non in questo modo e con questi tempi. Quando leggiamo su Internet che la MMT (Modern Money Theory) salverà il mondo e che l”uscita dall”euro rappresenta la soluzione autoevidente per liberarsi dal giogo della grande finanza e dei debiti sovrani, ci torna in mente Marx e la brutta fine fatta dal sogno comunista.
Oggi come allora scontiamo una mancata comprensione del “fattore complessità “ che pervade l”intero sviluppo capitalistico.
In estrema sintesi: il capitalismo giunto a se stesso – quello odierno, “globale” o “assoluto” che dir si voglia – pervade ormai tutte le sfere della vita umana e riguarda non solo gli aspetti economici e politici della vita sociale, agendo altrettanto sul rapporto tra uomo e natura, sulla psicologia dei singoli individui, sul rapporto tra i sessi, sulle famiglie e sulle relazioni intergenerazionali, ecc.
Il feticismo della forma valore (merce, denaro, capitale) ammanta l”intera esistenza di miliardi di persone.
L”errore del grande Marx e dei suoi seguaci fu quello di “sperare scientificamente” negli esiti dello sviluppo capitalistico stesso, quasi che da esso dovesse seguire necessariamente una presa di coscienza proletaria indispensabile per capovolgere il sistema e approdare alla nuova società comunista.
Nulla di tutto questo accadde, perché la classe operaia era immersa dialetticamente nel processo feticistico di alienazione generato dalla forma valore in quanto tale.
Servi e padroni, insomma, erano e restano nodi inconsapevoli di una rete di connessioni vastissima, dominata dalle cose e dal denaro. Questo è il potere che definisce il capitalismo e il suo peculiare illusionismo.
Ecco quindi che la pretesa di modificare la storia e di salvare i popoli mediante risoluzioni economiche e monetarie, dunque essenzialmente tecniche, ci sembra parziale e controproducente. Anzi peggio: essa rinuncia a porsi come obiettivo un progressivo superamento dei rapporti capitalistici, coltivando piuttosto l”infantile pretesa di un ritorno, ormai impossibile, al capitalismo regolato di cinquant”anni fa, ovviamente in virtù di una moneta sovrana da utilizzare come volano per rilanciare la crescita (va ricordato, a onor del vero, che questa prospettiva appartiene soprattutto ad alcuni fautori della MMT e non necessariamente a tutta la costellazione di sostenitori dell”uscita dall”euro e dall”Unione Europea).
Comunque, senza inoltrarci in ulteriori distinguo, quello che qui più ci interessa è ribadire che per andare oltre allo stato di cose presenti, fuoriuscendo dal mito dell”accumulazione quantitativa, è fondamentale agire su tutti i livelli della vita culturale e politica degli esseri umani, pena l”ambizione irrealistica di modificare in profondità il mondo rimanendo gli stessi uomini, inconsapevoli ingranaggi del meccanismo impersonale del sistema.
In conclusione, chi ha cuore la rivoluzione, come stella polare che indichi la rotta verso una purificazione della nostra vita finalmente senza sangue, deve sapere che essa è chiamata ad avanzare con il passo dell”uomo, e che servono uomini nuovi per far sì che la coscienza collettiva possa svilupparsi e approdare, nel tempo, ad una vera consapevolezza della complessità , senza scorciatoie e linee di fuga subalterne all”economicismo imperante.
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Non posso usare altre parole, mi si perdoni: ora siamo nella merda davvero
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