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'No Monti Day. Per un''alternativa a questa Europa'

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24 Ottobre 2012 - 20.03


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Giorgio Cremaschi: «Bisogna riprendere a fare le cose sul serio»

nomontiday 20121024

di Anna LamiMegachip

Sabato 27 ottobre avrà luogo il No Monty Day, manifestazione che si annuncia molto partecipata e che vuole essere l”inizio di un percorso di opposizione al Governo. Abbiamo quindi intervistato Giorgio Cremaschi, portavoce nazionale del Comitato No Debito e tra i principali promotori dell”evento. (a.l.)

Qual è la genesi del “No Monti Day” e per quale ragione in Italia abbiamo impiegato quasi un anno per un”iniziativa di questo genere, nonostante il devastante massacro sociale?

Il 27 ottobre nasce da una considerazione politica: l”Italia è l”unico paese d”Europa dove non c”è un”opposizione ai governi di Draghi, di Trichet, delle banche in sostanza. Ci abbiamo messo un anno a mobilitarci perché le nostre forze, bisogna parlar chiaro, sono quello che sono. Del resto questo lavoro, in altri paesi, lo fanno i grandi sindacati ed i grandi partiti di sinistra, invece in Italia non lo fanno perché o stanno con il governo o comunque non sono all”opposizione. È sufficiente ed esplicativo considerare che in Italia sono passate delle terribili controriforme, dalle pensioni, allo svuotamento dell”art. 18, senza che venisse indetto un solo minuto di sciopero.

Avrà forse influito in questa direzione la speranza di molta sinistra di rientrare in un”alleanza con il Pd? In tal senso, il 27 ci sarà una discriminante chiara nei confronti di chi ancora spera di farsi accettare dal Pd?

Certamente, è una specie di “fiera dell”est”: c”è una catena di Sant”Antonio che parte da Monti ed arriva a Casini, da Casini passa a Bersani per arrivare a Vendola ed ai sindacati maggiori. Ognuno tiene un pezzetto di questa catena che bisogna rompere. Pertanto noi siamo sia contro Monti che contro chi lo sostiene in qualunque modo. Infatti non dobbiamo pensare che Monti sia una breve parentesi: ho voluto farmi del male leggendo le carte d”intenti delle primarie ed i buoni propositi di tutti candidati sono un florilegio di pensieri democristiani, di “vogliamoci bene”. Una cosa però è chiara, la volontà di rispettare gli impegni contratti da questo governo in Europa. La politica di Monti è stata definita in una lettera del 4 agosto dell”anno scorso che contiene il programma di governo imposto dai poteri forti e conservatori d”Europa a tutti i paesi europei in crisi. È chiaro che se si vuole costruire un”alternativa, innanzitutto bisogna dire di no a questi programmi.

In Italia guardiamo spesso a quanto accade negli altri paesi europei come Spagna, Portogallo e Grecia con ammirazione, soprattutto nel momenti in cui i popoli assediano i parlamenti e si prendono le piazze dove si trovano i “palazzi del potere”. Però in Italia si tende a temere forme di mobilitazione che non siano ultramoderate. A cosa dobbiamo questo doppio binario tra quanto accade all”estero e quanto vogliamo accada da noi?

Non escludo che noi andremo anche nei luoghi del potere. La priorità ora è però mostrare che ci siamo e che non siamo in pochi. Dobbiamo , pertanto, forare la cappa mediatica filomontiana che controlla l”informazione nel paese. In Italia oggi abbiamo un telegiornale unico, infatti ascoltando il Tg3 su Monti sembra di sentire il Tg4 di Fede su Berlusconi. Prima di tutto occorre smentire la favola per cui gli italiani starebbero dalla parte di Monti, poi non escludo affatto che in un secondo tempo anche noi faremo azioni come in altri paesi, tanto che abbiamo stretti rapporti con il popolo della Val di Susa, che sa fare, e bene, entrambe le cose: le manifestazioni quando si tratta di farsi vedere in forze, e le azioni per impedire che continuino i lavori nei cantieri. Credo che dovremo fare anche questo, non sabato, ma non è fuori dalle nostre intenzioni future.

Il 27 manifesteremo contro il governo della Bce. Ma per quanto concerne l”Unione europea, è sufficiente opporsi alle misure d”austerità ed al Fiscal Compact o non sarebbe il caso di dire che questa Unione non è riformabile e bisogna farne saltare il banco?

Quest” Unione europea, così come è impostata , non è riformabile, e non la si potrà cambiare bilanciando qualche potere. Ci troviamo una serie di trattati rigorosi da cui non si può sgarrare. L” Unione europea senza il Trattato di Maastricht, senza il patto di stabilità, senza il Fiscal Compact e gli accordi che ci costringono a chiudere gli ospedali ed a smantellare i trasporti, sarebbe un”altra Unione, ma non è quella che abbiamo di fronte. Bisogna smontare un meccanismo costruito negli ultimi vent”anni fatto di leggi e di poteri che liquida la democrazia, e non è aggiungendo qualche parlamentare in più cambieranno le cose. Infatti o il sistema di potere funziona in questo modo oppure salta tutto e sale lo spread. Dunque la UE non è riformabile.

Il Comitato No Debito si definisce in base a punti programmatici molto chiari, come la nazionalizzazione del sistema bancario, il drastico taglio delle spese militari, la riconquista dei diritti sociali e la tutela dei beni comuni. Ma chi sarebbe il soggetto a cui vi rivolgete, l”interlocutore di riferimento che dovrebbe realizzare questi programmi?

Oggi in effetti manca l”interlocutore. Ci mettiamo in campo noi, con la consapevolezza di essere solo una parte. Purtroppo la verità è che vent”anni di berlusconismo hanno prodotto due danni: i danni di Berlusconi ed i danni dell”antiberlusconismo, ossia dell”opposizione che pensava che una volta eliminato Berlusconi si potesse fare tutto, come ad esempio dare la pensione a settant”anni o cancellare l”art. 18, cose che voleva fare Berlusconi ma non è riuscito a fare.

Vediamo che è necessario costruire un popolo per poter ricostruire anche una rappresentanza. Così come in Italia c”è stato un terremoto di popolo antiberlusconiano, dobbiamo costruire un popolo che sia contro Monti che contro le sue politiche, chiunque le vada ad attuare

Il 14 novembre sarà giornata di sciopero generale praticamente continentale. Susanna Camusso ha annunciato, alla manifestazione di sabato scorso, che anche la Cgil farà qualcosa, ma le forme della mobilitazione verranno decise con Cisl e Uil e fin”ora non è stato indicato nulla di preciso.

Rischiamo di diventare i crumiri d”Europa, ed è inaccettabile. Si tratta di un punto centrale dove la Cgil in primo luogo ha una responsabilità enorme. Non ci interessano manifestazioni pomeridiane dove magari verrebbe anche la Fornero, vogliamo uno sciopero generale perché bisogna riprendere a fare le cose sul serio, perché soprattutto a sinistra si sta perdendo l”idea di fare le cose sul serio. Monti fa le cose sul serio, altri no, per questo Monti comanda.



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