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di Paolo Bartolini – Megachip.
Si moltiplicano in Rete le analisi, gli appelli e le provocazioni a Beppe Grillo. Inevitabile che ciò accada, dunque prova della centralità assoluta conquistata dal suo movimento nel nostro Paese. A questo punto, infatti, è chiaro a tutti che bisogna guardare al Movimento 5 Stelle se si vuole portare in Parlamento un”opposizione intransigente alla Casta di centro-destra e centro-sinistra.Qualcuno tuttavia in un recente articolo esprime dubbi sull”opportunità di condurre la battaglia al sistema operando dal suo interno. Fatto sta che se decidiamo di abbandonare la fase adolescenziale della politica e diventiamo adulti (quindi responsabili), risulta subito chiaro che il Movimento 5 Stelle ha il dovere di entrare nelle istituzioni e di tradurre in proposte concrete lo slancio critico che l”ha sempre caratterizzato.
Il paradosso – mentre sbocciano come bubboni purulenti le incomprensioni tra la base e il vertice del Movimento stesso – si gioca ormai tutto sulla coerenza rispetto ai propri ideali.
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Ecco il bivio che si apre dinnanzi al leader genovese: o aprire il Movimento al confronto con altri soggetti della società civile per costruire una forza unitaria che rappresenti tutti i cittadini che, ancora votanti o astensionisti, vorrebbero un reale cambiamento, oppure scegliere di proteggere la propria creatura, irrigidendo i suoi confini identitari e isolandola da tutti i gruppi sociali che cercano convergenze e un terreno comune per contrastare il declino causato dalla cecità e dall”avidità delle elite nazionali e globali.
La domanda da porsi è strategica, oltre che morale, e ci riporta all”antico dramma che ha lacerato grandissima parte delle forze innovatrici apparse sulla scena della politica moderna: si può evitare la divisione e la passione velenosa per l”autoriferimento con lo scopo di affermare finalmente il Bene comune? Non è questo l”obiettivo a cui punta lo stesso Grillo da almeno vent”anni?
Alcuni giorni fa, con le stesse domande in testa, invitavo Grillo a ripassare la matematica; adesso gli chiedo, in modo ancor più deciso e fraterno, di spingere la logica e l”etica fino alle loro ultime conseguenze. È tempo di rischiare l”azzardo dell”intelligenza e della comprensione reciproca. Qui non è più tempo di “ballare da soli”.
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