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Cambiare si può? Sì, si può

Cambiare si può? Sì, si può
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28 Novembre 2012 - 23.02


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di PixelMegachip

1. Il prossimo 1° dicembre si terrà l”assemblea iniziale degli aderenti all”appello “Cambiare Si Può“.

L”obiettivo dell”assemblea è chiaro: gettare le basi per la costruzione rapida di un Quarto Polo elettorale, a sinistra della coalizione PD-SEL e indipendente dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Questo appello è l”esito di una complessa storia che nell”ultimo anno ha visto nascere diversi movimenti in opposizione alla cosiddetta “agenda Monti”, da ALBA (Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente) al Comitato No Debito, da diverse liste civiche al Movimento della ValSusa, movimenti ecologisti territoriali, studenti, professori ed intellettuali, comuni diversamente virtuosi, rivendicazioni civili e di genere, così come ha visto il riposizionamento di alcune organizzazioni della dispersa “sinistra radicale”, quali Rifondazione Comunista e Sinistra Critica.

Il peggioramento della crisi, perfettamente prevedibile ma non dai nostri imbonitori “tecnici” e politici, ha approfondito il già evidente solco tra chi non vuole più subire i tentativi della sua gestione a favore dei fini ristretti dell”accumulazione infinita – oggi rappresentati dall”esorbitate privilegio del capitalismo finanziario – e chi questi tentativi persegue senza alcuna considerazione per le sofferenze sociali che arreca e con l”unica garanzia che ogni “soluzione” raggiunta sarà solo parziale, temporanea e destinata ad inasprire tutte le contraddizioni, finanziarie, economiche, sociali, politiche, geopolitiche ed ecologiche che determinano il carattere sistemico della crisi attuale.

Per contro, il solco e il conseguente spazio tracciato anche dalla folle rincorsa al centro di quelle forze che si autodefiniscono “progressiste”, ha aperto una possibilità di dialogo tra le forze, i movimenti e le personalità che iniziano proficuamente a riconoscersi come elementi di un unico quadro composito e più vasto. E, cosa importante, che potrebbe essere ben più ampio.

Sarebbe necessario che la Fiom (punto di riferimento sociale di ALBA), dialoghi con la Rete 28 aprile e l”Unione dei Sindacati di Base (il cui incontro ha dato vita al Comitato No Debito.

E” necessaria una riconsiderazione radicale delle forze più organizzate, come già sta avvenendo in Rifondazione Comunista, delle proprie strutture in relazione ai movimenti e alla nuove pratiche di democrazia e di partecipazione politica che si stanno diffondendo.

E” necessario che i movimenti locali, le lotte numerosissime ma disperse sul territorio diventino vasi comunicanti che permettano di residuare organizzazione e programma.

2. Abbiamo la possibilità di offrire agli Italiani pratiche politiche inedite, dirette, trasparenti, partecipative.

Abbiamo la possibilità di presentare punti programmatici nuovi, capibili, positivi, attraenti, utili e perfettamente praticabili.

Abbiamo la possibilità di riportare la politica al primo posto dopo una dose etilica da cirrosi epatica di economicismo. La politica come strumento popolare e democratico per incidere sulla realtà e indirizzarla verso esiti non catastrofici, ma anzi di gran lunga migliorativi.

Abbiamo la possibilità di portare la finanza e il mercato al servizio della società, rovesciando il rapporto di subordinazione oggi esistente.

Sabato scorso Alternativa ha organizzato a Milano un convegno dal titolo “Crisi sistemica, neokeynesismo, decrescita. Tra interpretazioni diverse e compiti politici unitari“. Il successo di quel convegno oltre alla partecipazione e alla qualità del dibattito è stato proprio nella verifica che ampi parti di analisi e sintesi, pur da punti di vista ancorati a diverse tradizioni, possono ricomporsi in una visione generale ampiamente condivisa.

Il suicidio (programmato? casuale?) di SEL o, se si vuole, l”omicidio delle proprie “fabbriche” da parte del suo leader, se da una parte lascia pur sempre sconcertati sia nel merito sia nella poco edificante riproposizione di schemi opportunistici di piccolo cabotaggio, è un altro elemento di chiarezza. Speriamo, innanzitutto, per gli stessi militanti di SEL.

Il sindaco di Napoli, De Magistris, di fronte a questo spettacolo deve capire senza titubanze che l”abbraccio di Bersani, come quello eventuale di Renzi, è mortale come lo fu quello di Prodi. Gli esiti di molte incertezze e di molti errori sono oggi sotto gli occhi di tutti e gli Italiani hanno fatto capire ripetutamente che non li tollerano più. E non tollerano più né il metodo, ovvero l”opportunismo maneggione fatto passare per “scienza del possibile”, né il merito, che è sintetizzato dalla fedeltà ai micidiali impegni internazionali firmati da Monti che tutti i candidati alle primarie del PD-SEL hanno dovuto sottoscrivere.

Il solco che loro hanno tracciato non può essere ignorato da noi. Nessuna strizzatina d”occhi, nessuna ipotesi di costituzione della “sinistra del centrosinistra. Solo così avremo la possibilità di far ritornare al voto milioni di Italiani che da anni non scorgono più alcuna ragione di mettere una croce su simboli e candidati imposti dalle segreterie e che hanno il solo compito di garantire che il Nulla appaia come la Realtà, al fine di tutelare circoli di poteri sempre più famelici e al di fuori di ogni controllo democratico o di nascondere la propria debolezza.

La realtà ovviamente c”è, ed è quella della crisi che morde sempre di più e del conseguente stato di caos che le istituzioni sociali, nazionali e internazionali, sperimentano in modo sempre più drammatico. Questo è il nemico che vogliamo contrastare cominciando a produrre un”alternativa praticabile. Questo dobbiamo far sapere e comunicare.

Sarà un percorso parallelo a quello del Movimento 5 Stelle. Questa formazione ha già fatto sapere a più riprese che correrà nel suo splendido isolamento. Anzi, che è costituzionalmente impossibilitata ad apparentamenti e ad alleanze.

Benissimo, così sia. Ne prendiamo atto e non ostacoleremo il Movimento 5 Stelle nella sua marcia solitaria. Saremo però di fatto parziali concorrenti, proprio perché tra Cambiare Si Può e il Movimento 5 Stelle c”è una intersezione non vuota di programmi e di intendimenti, benché non ci sia una netta sovrapposizione. Ovviamente “concorrenza” non significa “inimicizia” né tanto meno esclusione di possibili collaborazioni e sviluppo di processi comuni.

I compiti sono molti, non sono facili e il tempo stringe. Tuttavia non sono fuori dalla nostra portata. Il terreno comune c”è ed è fertile. Questo terreno, fuori delle enclosures dei vari approcci comunque neo-liberisti è il nostro primo “bene comune”. Coltiviamolo.


Per aderire all”appello “Cambiare si può”: http://www.cambiaresipuo.net/


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