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Nel giro di vent”anni, poco cibo, rivolte e migrazioni di disperati. Occorre intervenire prima di subito, in primis in Italia…
di Debora Billi – Crisis.
Sembra incredibile. L”umanità ha coltivato la terra per migliaia di anni, e non c”è nulla che ci appaia più “infinito” della risorsa suolo coltivabile. Invece non è così: sembra che ne abbiamo solo per altri 60 anni, continuando con la tendenza in atto. E non sono catastrofisti svitati o decrescitisti allarmisti a dirlo, ma nientedimento che il Wolrd Economic Forum. Trovate tutto qui sul Time, ecco una traduzione:
Un calcolo a spanne dell”attuale tendenza di degrado dei suoli suggerisce che abbiamo circa 60 anni di terra coltivabile rimasta. Il 40% delle terre agricole del mondo sono classificate come degradate o molto degradate – quest”ultima definizione significa che il 70% dello strato superficiale, quello che consente alle piante di crescere, è ormai andato.Â
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A causa dei sistemi moderni di agricoltura intensiva, il terreno superficiale ricco di humus sta andando perso a un ritmo che è da 10 a 40 volte superiore a quello di naturale rimpiazzo.
Le conseguenze saranno che perderemo il 30% di produzione di cibo nei prossimi 20-50 anni, e ciò rispetto ad una domanda che si prevede aumentata del 50%.
Ulteriori conseguenze? Alcune le abbiamo già viste: rivolte nei Paesi più colpiti dal rincaro dei generi alimentari. Si assisterà anche a fughe di massa verso i Paesi più “ricchi”, oltre che alla disperata corsa all”accaparramento delle residue terre buone da parte di chi può permetterselo, ovvero quel land grabbing che sta già avvenendo proprio sotto i nostri occhi.
Leggete l”articolo. E ricordatevi, per tornare in Italia, che qui si è parlato solo di erosione. Aggiungete all”equazione anche le cementificazioni selvagge, le Grandi Opere, le discariche legali o illegali, l”abbandono delle campagne alla desertificazione da parte dei contadini che non riescono più a vivere a causa di un folle sistema economico, e potrete tirare le somme su quanto cibo anche il nostro Paese avrà la possibilità di produrre nei prossimi anni e decenni.
Perché va bene preoccuparsi per l”IMU o il debito, ma se il futuro è la pancia vuota allora è il caso di metterla subito al primo posto.
Foto – Photopin
LINK UTILI:
- Prezzo del cibo: siamo a un anno dalle rivolte globali
- Rivolte arabe: la crisi sistemica presenta il conto
- Land grabbing: dopo petrolio e acqua, si va a caccia di terra
Fonte: http://crisis.blogosfere.it/2012/12/consumo-di-suolo-ne-abbiamo-solo-per-altri-60-anni.html.
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VEDI ANCHE:
Firenze, 27-28 ottobre 2012 – Consiglio Nazionale di Alternativa.
Relazione introduttiva di Pier Luigi Fagan.
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