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Cambiare #sipuò. Intervista a Ugo Mattei

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24 Dicembre 2012 - 17.33


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Intervista di Isabella Borghese a Ugo Mattei Controlacrisi

Ci siamo incontrati per la nascita di Cambiare si può. Da allora sono seguite diverse assemblee tutte verso la formazione di questo Quarto Polo. Un tuo bilancio sul percorso sino all”assemblea di ieri.
L” Assemblea al Quirino è stato un vero disastro. Uno scontro semi- militare fra canuti militanti di partito contro ex militanti. Si respirava l” irrilevanza, la sconfitta, il cupio dissolvi della peggior sinistra. Ingroia è comparso ha parlato e non ha neppure ritenuto necessario far finta di ascoltare. Se ne è andato dopo mezz”ora! Altro che nuova politica..Il processo non è chiuso ma certo non è in buone mani.

Un”assemblea ricca di interventi e partecipata quella che ha visto il Teatro Quirino pieno di realtà diverse: politiche, di movimenti, associazioni e singoli individui. Nel teatro si è discusso a lungo, negli interventi che si sono successi, sulla possibile candidatura di Ingroia, su questo confronto con il Pd, mal visto da chi crede con fermezza nella costruzione del Quarto Polo. E” arrivata poi la notizia, da parte di Bersani, che non accetta il confronto con Ingroia. Il tuo punto di vista in merito.
L”ho detto apertamente e lo ripeto. Per me Ingroia, per quel che rappresenta non certo come persona che non conosco, è il peggior candidato possibile. Non solo il metodo della sua scelta, informata alla logica puramente mediatica del suo lavoro, ma anche il merito:

una tetra simbologia disciplinare e legalistica, un “uomo di Stato” che propone i metodi autoritari del ripristino della statualità come panacea di ogni male. “Riforme, meritocrazia, legalità e lotta alla corruzione” sono altrettanti capitoli dei Programmi di aggiustamento strutturale con cui il Fondo Monetario e la Banca Mondiale conducono la loro politica genocida. Io sono, e con me sono davvero tanti compagni, per l” illegalità creativa e costituente, per una visione olistica della politica, per una vera rivoluzione del senso comune. In questi ultimo cinque anni, soprattutto con la Commissione Rodotà ed i referendum avevamo fatto passi da gigante nell” elaborare e diffondere le nostre ragioni. Ci vogliono studio, riflessione ed impegno nelle lotte. Ingroia ha fatto un altro mestiere. Non ci si improvvisa attori del cambiamento sociale. Quanto a Bersani, credo che abbia tutto l” interesse ad un polo guidato da Ingroia. Forse toglierà qualche voto a Grillo, dovrebbe consentire a De Magistris di sfilare l”IDV a Di Pietro, forse toglie qualche voto a Vendola e ricostruisce lo spauracchio ridicolo di Berlusconi che torna, portando il dibattito in dietro di vent” anni. Ne guadagnerà il “voto utile”. Soprattutto, non emozionando alcuna delle giovani energie che ci sono nel paese, Ingroia non porterà a votare neppure uno di quelli che si astengono anche con Grillo in campo, che sono il vero spauracchio della partitocrazia. Quei voti si potrebbero conquistare con una simbologia e un”immagine nuova e credibile del tutto opposta a quella del giustizialismo antiberlusconiano.

In assemblea si doveva arrivare a stipulare le regole per capire le regole sulla formazione della lista elettorale, ma si è protratta e sul finale è stato deciso che Revelli, Pepino e la Sasso proporranno un testo che poi passerà al vaglio delle assemblee territoriali votate dagli iscritti e da chi si iscriverà a Cambiare si può fino al momento del voto e da quelli che il 15 dicembre hanno partecipato alle assemblee in tutta italia lasciando una mail. A quali modalità e regole daresti spazio per proseguire?
Francamente, come avrai capito dalle precedenti risposte, comincio a nutrire dubbi seri sul senso di proseguire. Quali che siano le regole scritte nel dispositivo i mestieranti del vecchio riusciranno a sconfiggere quei pochi, fra i coinvolti in CSP, che vogliono davvero innovare. Io voglio bene a Pepino e Revelli ma credo che il sol fatto che si sia dato a loro l”incarico di questa esplorazione dimostra il fallimento dell” Assemblea del Quirino. Con chi parleranno? Ce li hanno i numeri di telefono dell”insorgenza che c”è nel paese e a cui bisogna spiegare perché abbia ancora senso votare nonostante la crisi terminale della rappresentanza? Ho cercato di dirlo nel mio discorso, che con gran mestiere è stato autorizzato solo quando tutti se ne erano già andati per minimizzarne il senso: sarebbe molto più importante coinvolgere 10.000 militanti giovani e pieni di energie che continuare a ripetere che non c”e” tempo e bisogna affidarsi a chi può andare a Porta a Porta o a Otto e Mezzo. Il Quirino sembrava una famiglia di genitori rissosi dalla quale i figli scappano: dov”erano gli studenti? Gli occupanti dei Teatri? Le prime linee dei movimenti contro le grandi opere? Dove i Centri Sociali? Dove gli acquaioli? L” invito di Ingroia ha fatto scappare i figli ancora di più! Io credo che la sola via a questo punto sia di smetterla con la retorica delle candidature “dal basso” che porteranno solo esponenti di classe politica, e provare a immaginare un gruppo di quattro o cinque persone che abbiano voglia di mettere la faccia e magari annacquino un po” il senso giustizialista-partitocratico emerso al Quirino. Io creerei un comitato di tre saggi, presieduto da Gallino che decidano questi cinque o sei nomi. Poi le assemblee locali compilino i restanti posti in lista e tanti auguri a tutti!

I movimenti che “aderiscono” a Cambiare si può sono una realtà molto importante, dall”acqua al no tav, insieme ad alcuni partiti e rappresentano gran parte dei cittadini che hanno votato il referendum contro la privatizzazione dell”acqua pubblica, sostenuti dall”impegno nei territori. Aumentano i sostenitori a Cambiare si può. Resta un lavoro immane da fare per la campagna elettorale rispetto ai tempi a disposizione.
Io non condivido quest” analisi. A cambiare si può non aderisce alcun movimento in quanto tale. I movimenti non “aderiscono” a un bel niente e si autorappresentano. A CSP per ora ci sono solo alcuni esponenti, più o meno prestigiosi e attivi dei vari movimenti e poi ci sono tutti gli ingredienti di un nuovo, vetusto arcobaleno. Ma l”ottimismo della tua domanda mi fa ben sperare. Ed è forse per questo che, nonostante il processo fin qui mi stia davvero facendo tristezza, ci resto dentro. Non mi piacciono quelli che abbandonano e vanno sull” Aventino. Non è il mio carattere.

Con lo scioglimento delle camere da parte di Napolitano il percorso delle firme raccolte viene interrotto? Cosa accadrà adesso tecnicamente?
Io credo che l”accelerazione della crisi e le dimissioni di Monti accettate senza batter ciglio da Napolitano abbiano come principale scopo la salvezza del “lavoro flessibile” che è stata la più importante conquista neoliberale del Governo Monti in combutta con il PD. Il referendum sarebbe stato pericolosissimo perché prefigurava la forza di un alternativa possibile se SEL non avesse fatto altre scelte. Avrebbe messo in imbarazzo tutti. I poteri forti, danti causa del Montismo e dell”attuale fase non potevano sopportare il rischio che il paese scegliesse. Un po” come per il Referendum di Papandreu. Ora tutto il lavoro è perso.

 

Fonte:  http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/12/24/29627-cambiare-sipuo-intervista-a-ugo-mattei/.

 

 

 

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