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Burocrazia

La parola per metà greca che la polis non conosceva. [Luciano Canfora]

Burocrazia
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12 Agosto 2013 - 09.27


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di Luciano Canfora

La parola è un composto ibrido, metà francese (bureau) e metà greco (kratein = esercitare il comando). Si possono avere verso la burocrazia due atteggiamenti opposti: di disprezzo o di apprezzamento. Nel «Grand Dictionnaire Universel du XIX siècle» (tomo II), capolavoro di Pierre Larousse, la parola viene così definita e spiegata: «Influenza abusiva del personale degli uffici nella amministrazione». E il primo esempio addotto, tratto da uno scritto di De Gérando, è: «La burocrazia è il dispotismo dell”inerzia». Al contrario, Gaetano Mosca, negli Elementi di scienza politica (II ed. 1923), distingueva due modelli di organizzazione statale: da una parte lo Stato feudale composto di «piccoli aggregati sociali ognuno dei quali possiede tutti gli organi necessari per bastare a se stesso», dall”altro lo Stato burocratico nel quale «ad un avvenuto differenziamento di funzioni corrisponde il costituirsi di classi di funzionari distinte e specializzate».


La polis greca non ebbe quasi affatto funzionari
: ad Atene vi erano di fatto soltanto gli «Undici», un corpo incaricato di eseguire le condanne a morte. È nella repubblica imperiale romana che, in conseguenza del costituirsi di una struttura imperiale-territoriale controllata da un apparato via via sempre più articolato, nasce la burocrazia. Essa raggiunge il vertice nell”età cosiddetta tardoantica, cioè da Diocleziano in poi. E, se fu travolta nel crollo dell”Occidente, vigoreggiò invece in Oriente, nell”Impero bizantino (la cui vita millenaria non di rado imbarazza lo schematismo periodizzante degli storici moderni).

Le monarchie assolute e il Primo impero francese furono daccapo il teatro di grandi e non inefficaci burocrazie. Nella riflessione di Max Weber, all”inizio del Novecento, la burocrazia è vista come un fondamentale principio strutturale delle società moderne. Il che è tuttora vero, nonostante ciclicamente ritornino le mode di tipo feudale che inneggiano alle autonomie e vagheggiano uno Stato «leggero».

Il problema infatti non è se la burocrazia sia in sé un bene o un male. Il problema è se sia stata adeguatamente educata all”onestà e alla competenza (come era nella Germania guglielmina e anche a lungo dopo) o se sia invece impreparata, arrogante, corrotta e invadente. Uno Stato incapace di reclutare con oculatezza i suoi funzionari è destinato a ripiombare nel modello feudale: per esempio, in Italia, a convivere con il para-Stato costituito dal pervasivo e concorrente potere delle mafie.

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