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Riforme, il ‘lasciatemi lavorare' di Matteo Renzi

Renzi, che è pure laureato in Legge, dovrebbe sapere che la Costituzione su cui ha giurato non prevede la dittatura del premier. [Marco Travaglio]

Riforme, il ‘lasciatemi lavorare' di Matteo Renzi
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Redazione Modifica articolo

1 Aprile 2014 - 23.53


ATF

di
Marco Travaglio
.

Dice
Matteo Renzi ad Aldo Cazzullo del

Corriere
: “Io ho
giurato sulla Costituzione, non su Rodotà o su Zagrebelsky”. Dirà
il lettore del
Corriere:
perché, che c’entrano
Rodotà
e Zagrebelsky?
Il
Corriere
infatti, come tutti i giornaloni, si è dimenticato di informare i
cittadini che da una settimana Rodotà, Zagrebelsky e altri
intellettuali hanno firmato un appello di ‘Libertà e
Giustizia’
 contro
la “svolta autoritaria” delle riforme costituzionali targate
Renzusconi
. Stampa e
tv ne hanno parlato solo ieri, e solo perché Grillo e Casaleggio
(molto opportunamente) hanno aderito all’appello.

In
ogni caso Renzi, che è pure laureato in Legge, dovrebbe sapere che

la Costituzione su cui ha giurato non prevede la dittatura del
premier
: cioè il
modello mostruoso che esce dal combinato disposto dell’Italicum,
della controriforma del Senato e del premierato forte chiesto a gran
voce dal suo partner ricostituente privilegiato (Forza Italia).
All’autorevole parere dei “professoroni o presunti tali”, Renzi
oppone “il Paese” che “ha voglia di cambiare”, dunque è con
lui. Quindi, per favore, lasciamolo lavorare.

Grasso
dissente dalla riforma del Senato? “Si ricordi che è stato eletto
dal Pd”, rammenta la Serracchiani con un messaggio mafiosetto che
presuppone un inesistente vincolo di mandato (o il Pd lo contesta
solo se lo invoca Grillo?). Grasso
tradisce la sua “terzietà”, rincara Renzi
, confondendo
terzietà con ignavia: come se il presidente del Senato non avesse il
diritto di commentare la riforma del Senato. E aggiunge: “Se Pera o
Schifani avessero fatto così, avremmo i girotondi della sinistra
contro il ruolo non più imparziale del presidente del Senato”.
Ora, i girotondi nacquero per difendere la Costituzione dagli assalti
berlusconiani: dunque è più probabile che oggi sarebbero in piazza
se B. facesse da solo
quel che fa Renzi con lui
.

Ma,
visto che c’è di mezzo il Pd, anche i giornali di sinistra
tacciono e acconsentono. E gli elettori restano ignari di tutto.
Quanto poi al “Paese”:
Renzi
dimentica che nessuno l’ha mai eletto

(se non a presidente di provincia e a sindaco) e il suo governo si
regge su un Parlamento delegittimato dalla sentenza della Consulta e
su una maggioranza finta, drogata dal premio incostituzionale del
Porcellum.
Altrimenti non avrebbe la fiducia né alla Camera né al Senato.
Eppure pretende di arrivare a fine legislatura e financo di cambiare
la Costituzione: ma con quale mandato popolare, visto che nel 2013
nessun partito della maggioranza aveva nel programma elettorale
queste “riforme”?

Su un
punto il premier ha ragione: la gente vuole cambiare. Ma cosa? E per
fare cosa? Davvero Renzi incontra per strada milioni di persone
ansiose di trasformare il Senato nell’ennesimo ente inutile, un
dopolavoro per
consiglieri regionali e sindaci

(perlopiù inquisiti)? Davvero la “gente” gli chiede a gran voce
di sostituire
il
Porcellum con l’Italicum
,
che consentirà ai partiti di continuare a nominarsi i parlamentari
come prima? Se la “gente” sapesse cosa c’è nelle “riforme”,
le passerebbe la voglia di cambiare.

Prendiamo
l’Italicum, approvato a Montecitorio e già rinnegato dai partiti
che l’hanno votato (peraltro solo per la Camera). Pare scritto da
uno squilibrato. A parte le liste bloccate, le variopinte soglie di
accesso (4,5, 8 e 12%), e i candidati presentabili in 8 collegi, c’è

il delirio del premio di maggioranza
:
chi vince al primo turno col 37% dei voti prende 340 deputati; chi
vince al ballottaggio col 51% o più, ne prende solo 327 e governa
con uno scarto di 6 voti. Cioè non governa. Ma levàtegli il vino. 

Prendiamo
il nuovo
“Senato
delle autonomie”
.
Sarà composto da
148
membri non elettivi e non pagati
:
i presidenti di regione, i sindaci dei capoluoghi di regione, due
consiglieri regionali e due sindaci per regione (senza distinzioni
fra Val d’Aosta e Lombardia, Molise ed Emilia Romagna, regioni
ordinarie e a statuto speciale), più

21 personaggi nominati dal Quirinale.

Con
quali poteri? Niente più fiducia ai governi né seconda lettura
sulle leggi: il Senato però voterà ancora

sulle leggi costituzionali, sul capo dello Stato, sui membri del Csm
e della Consulta
(ma
con quale legittimità democratica, visto che non sarà eletto?), ed
esprimerà un parere non vincolante su ogni legge ordinaria votata
dalla Camera. Ma come faranno i governatori, i sindaci e i
consiglieri a fare il proprio lavoro nelle regioni e nelle città e
contemporaneamente a esaminare a Roma ogni legge della Camera? Renzi
racconta che la riforma farà risparmiare tempo e denaro. Mah. Sul
tempo: le peggiori porcate, come il lodo Alfano, sono passate in meno
di un mese. E chi l’ha detto che all’Italia servono più leggi?
Ne abbiamo almeno 350 mila, spesso pessime o in contraddizione fra
loro. Andrebbero ridotte e accorpate, non aumentate.

Quanto
al denaro, lo strombazzato risparmio di

1 miliardo all’anno

in realtà non arriva a 100 milioni: la struttura resterà in piedi,
spariranno solo i 315 stipendi (ma bisognerà rimborsare le trasferte
dei nuovi membri). Perché non dimezzare il numero e le indennità
dei parlamentari, conservando due Camere elettive con compiti diversi
(tipo Usa) e con 315 deputati e 117 senatori pagati la metà,
risparmiando più di 1 miliardo (vero)? Da qualunque parte la si
prenda, anche questa “riforma” non ha senso, se non quello di
raccontare che “le cose cambiano”.
Cavalcando
il discredito delle istituzioni, Renzi ne approfitta per distruggerle
definitivamente.

Forse era meglio giurare su Zagrebelsky e Rodotà, anziché su
Berlusconi e Verdini. 

PS.
Napolitano fa sapere di essere “da tempo contrario al bicameralismo
paritario”. E quando, di grazia? Quando presiedeva la Camera?
Quando fu nominato da Ciampi senatore a vita? Quando fu eletto e
rieletto al Colle da Camera e Senato? O quando nominò 5 senatori a
vita? Ci dica, ci dica.

Fonte:
Il Fatto Quotidiano, 1
Aprile 2014

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