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da Infoaut.
Cӏ un Partito di Sistema e si chiama Partito Democratico.
Il suo ruolo nell”ultimo anno e mezzo è stato quello di garantire una
tenuta istituzionale in funzione anti M5S. A colpi di forzature sulla
prassi costituzionale, tra esecutivi di sconfitti e premier non eletti,
la missione, sotto l”egida di Re Giorgio, è stata portata a termine.
Quale il prezzo dell”impresa? La
completa metamorfosi dello stesso quadro istituzionale traballante e da
salvare. Infatti, mettendo tra parentesi le pur mostruose proporzioni
dell”astensionismo, si registra un dato inequivocabile: l”oltre 40% dei consensi dei votanti raggiunti dal Partito Democratico testimoniano
della cannibalizzazione di tutte le forze partitiche concorrenti,
digerite nel grande serbatoio dem di un nuovo Partito di Sistema,
l”unico possibile per la tenuta dello stesso appunto.
La conventio ad excludendum nei
confronti di Grillo seguita alle politiche 2013, gestita in due fasi e
con una legittimità nulla dal PD, ha introdotto un elemento determinante
nello scenario politico: non c”è possibilità di scontro dentro il quadro istituzionale.
La dialettica tra forze concorrenti è esclusa dal gioco politico e
dev”essere anzi ricomposta nel soggetto di responsabilità nazionale che
si assume, davanti all”empasse generale, anche l”onere di governo.
“Mettendoci la facciaâ€, come ama dire Matteo Renzi lo spaccone.
A
causa del grado di consunzione delle forme democratiche, lavorate con
cura per servire a guardia e tutela del grande capitale – dal TAV agli
interessi dei grossi gruppi bancari – l”istanza di restaurazione
democratica grillina, altrimenti reintegrabile, legata invece a un
capitale più minuto, è stata percepita come una concreta minaccia per un
blocco politico-economico di potere e di governo. La semplificazione
simbolica dell”ostilità alla cosiddetta “casta†non rappresenta che
questa contrapposizione. Ma è con l”espulsione – operata dal PD – di
questa contraddizione dal cerchio della legittimità sistemica che la
contrapposizione grillina è diventata nel concreto un fattore
antagonista ed è stata posta ai margini.
Sotto questo riguardo il
parziale arretramento dei 5 stelle alla prova delle urne segnala un
processo tutto sommato politicamente già compiuto.
La messa al
bando del M5S ha rappresentato l”antidoto obbligato per garantire, senza
scossoni dentro la crisi, la continuità di interessi del grande
capitale d”impresa e di quello finanziario.
Ma non si tratta qui del
sorgere di un nuovo autoritarismo, come lamentano alcuni, preoccupati
per l”incolumità della propria coscienza civile. Assistiamo piuttosto
alla crisi della forma politica nella democrazia. Questa non tollera più alcun grado di conflittualità entro i suoi codici
e anzi espelle il conflitto dal livello del politico, separando così
questo da una realtà sociale al contrario completamente immersa nei
processi sempre più violenti di resistenza alla crisi.
Il voto di
ieri sancisce una fase importante di questa mutazione degli assetti
istituzionali: nello scontro politico non ci si orienta più tra destra e
sinistra ma tra dentro e fuori. Il PD si è mangiato il voto delle destre omogeneizzando completamente il quadro politico.
Frana il Berlusconi versione vintage fino all”ingrato Alfano e quel 10%
che fu del partito del rigore di Professor Monti viene ereditato dalla
nuova cordata di responsabili al governo. Non c”è spazio per nient”altro
con un peso significativo, né a destra né a sinistra. L”avversario,
forse il nemico, se c”è, è fuori, nel mondo reale, diremmo…
Eppure la nemicità in politica è una relazione biunivoca.
Lo scontro politico, non più dialettizzabile in una cornice
istituzionale, si organizza in una prateria sociale senza corpi
intermedi e devastata dalle politiche di impoverimento. La sua
emersione approfondirà prima di tutto uno spazio di alterità e di
contrapposizione sistemica, polarizzando sempre più la forma del
conflitto sociale nello scontro tra il Partito di Sistema oggi vincitore
alle urne e il terreno dell”opposizione sociale.
Se per ora gli
80 euro di Renzi sembrano esser bastati, i livelli di astensione
sensibilmente più alti nel meridione e nelle isole segnalano territori
sociali dove un universo di non garantiti cerca di approntare una
propria grammatica politica. È questo il nostro terreno, quello dove
sperimentare e organizzarci.
Intanto #civediamolundici
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