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L'autoaffondamento dei governi europei in seno alla UE

'I governi europei, su pressione di Washington, nominano una volgare spia USA a capo della Comissione. Ecco chi gestirà l''agenda del patto transatlantico [Thierry Meyssan]'

L'autoaffondamento dei governi europei in seno alla UE
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30 Giugno 2014 - 15.41


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di Thierry Meyssan.

Mentre la stampa europea saluta la nomina di Jean
Claude Juncker alla presidenza della Commissione Europea come “un progresso
democratico”, Thierry Meyssan denuncia l’autoaffondamento della sovranità dei
governi europei, sotto la pressione di Washington, e la nomina di una volgare
spia degli Stati Uniti.

È un autentico autoaffondamento quello al quale i governi
europei sembrano essersi voluti consegnare il 27 Giugno 2014: il Consiglio dei capi
di Stato e di governo ha convalidato la nomina di Jean Claude Juncker quale
presidente della Commissione Europea, in ragione del fatto che il suo partito
(il partito Popolare Europeo) è arrivato primo in occasione delle elezioni del
Parlamento Europeo.

Di conseguenza, il prossimo presidente della
Commissione sarà l’unica personalità eletta dall’insieme dei cittadini dell’Unione,
benché si tratti appena del 45% degli elettori. Pertanto, in caso di opposizione
tra lui e il Consiglio, avrà buon gioco a rimandare la cancelliera tedesca o il
presidente alle loro piccole “regioni elettorali” che sono la Repubblica tedesca
e quella Francese.

Alcuni evidenziano il fatto che la scelta di non
designare il presidente della Commissione con questo sistema, una volta che “qualcuno”
lo aveva promesso, sarebbe apparsa come una negazione della democrazia assai
scoraggiante per gli elettori.

Tuttavia il modo di designare il presidente della
Commissione non era mai stato discusso prima dell’elezione del Parlamento.
Nessuno sa chi abbia messo in giro questa idea che non figura nei Trattati, i
quali prevedono che il presidente sia eletto da una maggioranza qualificata di
capi di Stato e di governo. Suona dunque come una notevole insolenza il fatto che
i partigiani della NATO presentino questa innovazione come un’
«avanzata
democratica
», confondendo uno scrutinio elettorale deprivato di elettori con la
democrazia. Ora, la vera democrazia, l’unica,
è «il governo del popolo, dal popolo, per il popolo»,
secondo la formula
di Abramo Lincoln.

Occorre ricordare ad esempio che nella Repubblica Ceca
il tasso di partecipazione è stato a stento del 13%. Ed è con un tale misero livello
di partecipazione che si conta di imporre ai cechi una personalità sovraordinata
al loro governo.

Soltanto gli ex parlamentari euroscettici dell’Alleanza dei Conservatori e Riformisti
europei
e i nazionalisti dell’Alleanza
Europea per la Libertà
hanno contestato questo processo durante la campagna
elettorale. I governi che ne avrebbero ricevuto un danno hanno capito dove si
andava a parare quando era già troppo tardi. Angela Merkel si è messa alla
testa della fronda, ma l’ha lasciata quando ha raffrontato i propri risultati
con quelli di Jean Claude Juncker, senza preoccuparsi della situazione degli
altri capi di governo dell’Unione né di quel che accadrà alla Germania dopo di
lei. Soltanto l’ungherese Viktor
Orbán e il britannico David Cameron restano fermamente contrari a questo precedente
,
ma per ragioni diverse: il presidente Orbán
pensa alla situazione del suo piccolo paese all’interno della grande
Unione, mentre il Primo ministro britannico si dirige verso una uscita del suo
paese dall’Unione per ritornare alla concezione europea di Winston Churchill.

Dietro la designazione del presidente della
Commissione, si scorge l’influenza
degli Stati Uniti
, che sperano così di far avanzare il loro programma:
limitazione della sovranità degli Stati alleati e creazione di un vasto mercato
transatlantico. Da questo punto di vista, la personalità di Jean-Claude Juncker
è l’ideale. Venne infatti costretto a dimettersi nel suo paese, il Lussemburgo,
quando si dimostrò che era un agente
operativo dei servizi segreti della NATO [1].

Così, non solo i capi di Stato e di governo affondano
da sé la propria autorità, ma piazzano sopra di loro un agente di Gladio.

Le conseguenze di questa nomina non si faranno sentire
nell’immediato, ma il verme è dentro il frutto e quando una crisi arriverà fra
i diversi protagonisti, sarà troppo tardi.

NOTA:

[1] «Gladio-Lussemburgo:
Juncker costretto a dimettersi
», Rete Voltaire, 19 luglio 2013.


Fonte: http://www.voltairenet.org/article184467.html.
Traduzione per Megachip a cura di Matzu Yagi.

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