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Come pianificare un disastro ambientale

'Maccarese: 30mila litri di cherosene su un ecosistema delicato e un''oasi naturale, già nelle mappe per le trivellazioni selvagge di SbloccaItalia. Ovunque così?'

Come pianificare un disastro ambientale
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24 Novembre 2014 - 22.59


ATF

di
Francesco Manetti
.

Quel
che si è consumato a
Maccarese
(Roma) è
un
immane disastro
,
passato del tutto inosservato nell”assordante silenzio del
mainstream
mediatico italiano, tutto impegnato a calmare una tensione sociale
sempre più intensa. A Maccarese si sta spazzando via – e purtroppo
già in buona parte è stato compromesso –
un
intero ecosistema
:
oltre
30mila
litri di cherosene
,
fuoriusciti da uno dei condotti ENI che riforniscono il vicino
aeroporto di Fiumicino, si sono riversati in piena Riserva Naturale,
in uno dei principali fiumi della zona, l”
Arrone.

Parlano
di incidente, di un tentativo di furto andato a finire male, ma con
il passare dei giorni altre ipotesi sono emerse, tra cui il possibile
“
cedimento
strutturale della condotta
”.
Un vero e proprio “assassinio”, uno” sterminio”
dell”ambiente, della flora, della fauna: migliaia di animali sono già
morti, altri stanno morendo, molti altri continueranno a morire nelle
prossime settimane, mesi, anni.

Si
tratta di un ecosistema ad altissimo livello di
biodiversità,
una vasta area che comprende in sé un intero mondo: oltre
all”agricoltura, animali delle più disparate specie e una flora
multiforme e multicolore. Addirittura un”Oasi, gestita dal WWF, che
ha dovuto annunciarne la momentanea
chiusura
in via precauzionale

per disastro ecologico, fintantoché il danno non sarà stato
quantomeno “contenuto”.
Ripararlo,
il danno, ormai non si può più
.

Le
migliaia di litri di cherosene hanno già toccato i fondali del fiume
Arrone e degli annessi canali d”acqua che si ramificano su tutta
l”area. Si è insinuato nelle profondità del suolo, compromettendo
le falde acquifere, tantӏ che il sindaco
Montino
ha dovuto emettere una ordinanza di divieto a oltranza per
bloccare l”utilizzo e l”irrigazione dei campi agricoli.

La
catena alimentare è stata ormai irrimediabilmente compromessa:
l”acqua è stata avvelenata, dunque anche i pesci, i volatili che se
ne nutrono, e pure le volpi che a loro volta si procurano il cibo a
terra. È un effetto domino: una volta colpita la prima
pedina, tutto l”intero “sistema” viene colpito.

Lo
chiamano progresso umano. Trattasi invece di un abnorme ecocidio, e a
pagarne il prezzo, l”altissimo costo, come sempre più avviene, è la
Madre Terra e tutti i suoi figli. Essere umano compreso.

E
come se non bastasse, l”ondata di veleno sta andando a sfociare verso
il mare
; è un po” come una amara metafora del controllo ormai
perduto da parte dell”uomo sulla sua stessa creatura, la “bestia”,
la nostra società: in essa non vi è limite, non vi è regola, si
mira sempre “verso l”infinito ed oltre”… Così come il fiume di
cherosene mira al mare aperto.

Stiamo
parlando dunque di un danno ambientale immane. La moria di animali è
testimaniata dalla Lipu: “animali trovati morti, impregnati
di idrocarburi, nei canali di Maccarese e del Villaggio dei
Pescatori. Moltissimi aironi, cormorani, anatre, così come decine e
decine di pesci, che galleggiano morti nei canali…”. E, come
dicevamo, pure la catena alimentare è stata irreparabilmente
danneggiata, fino a minaciare la salute dei consumatori, a fronte
della contaminazione causata dal cherosene sulle acque utilizzate
anche per irrigare i campi. A tal riguardo, va però segnalato quanto
dichiarato dalla consigliera M5S di Fiumicino Fabiola Velli:
«Gli agricoltori hanno detto
che non cӏ minaccia per le colture e gli animali da allevamento in
quanto l”acqua utilizzata per innaffiare e abbeverare non proviene
dai canali. Dal momento che c”è già stata una flessione nella
vendita dei prodotti agricoli (immotivata perché erano prodotti in
parte già raccolti) credo che temano ulteriori contrazioni delle
vendite».

La
situazione è dunque molto delicata, e richiede una prudenza
in più quando la si analizza: screditare gli agricoltori e la
loro produzione potrebbe infatti essere un”operazione diffamatoria,
per metterli in ginocchio e costringerli ad andarsene: se
nessuno comprerà più i loro prodotti agricoli, questi onesti
lavoratori saranno infatti costretti ad abbandonare le terre,
lasciando ancor più campo libero alle lobby della petrolchimica.

Ci
imponiamo comunque di mettere da parte il cuore e i sentimenti per
poter carpire fino in fondo la verità. Ed è così che, scavando più
a fondo, altri dati inquietanti emergono, informazioni passate del
tutto inosservate e nel silenzio. Si apprende infatti dal comunicato
stampa del
M5S
sulla Questione Maccarese che nel pomeriggio del 6 Novembre, giorno
in cui la tragedia si è consumata,
un
secondo pesante sversamento
,
ancor più terribile del primo, sarebbe avvenuto, aggravando
ulteriormente la situazione, già pesantissima per l”impatto
distruttivo e nocivo che la prima ondata di cherosene ha avuto
sull”intero ecosistema di Maccarese. Nel comunicato stampa del M5S si
legge che
«a
denunciarlo sono stati alcuni cittadini residenti nell”area colpita,
il giorno seguente
»,
7 Novembre.

La
responsabilità dell”ENI in questa immane tragedia era già da
considerarsi pesantissima
,
data la totale
assenza
di un programma di monitoraggio

a regola d”arte delle proprie strutture, atto a prevenire ed evitare
i tentativi di furto. C”erano infatti molti precedenti. Avrebbero
dovuto spingere già da molto tempo l”ENI a potenziare, se non
addirittura attuare del tutto, tale programma di monitoraggio.

Le
responsabilità del colosso petrolchimico erano inoltre già
profondamente aggravate dal ritardo con cui l”ENI si è adoperata nel
far scattare le operazioni d”emergenza e l”intervento di bonifica,
avviate molte ore dopo l”avvenuto disastro e in maniera alquanto
insufficiente. Lo sottolinea
Fulvio
Mamone Capria
,
presidente della Lipu: «l
”allarme,
partito nei giorni scorsi, è stato probabilmente sottostimato» e a
quanto riscontrato finora l”ENI si è limitata a «disporre barriere
per rallentare l”onda, ma data la vastità della contaminazione serve
un intervento di ben altra entità. Naturalmente, noi ci costituiremo
parte civile una volta che le autorità deputate avranno individuato
le respo
nsabilità
di questo scempio». Infine, Mamone Capria esprime il sospetto che
«
gli
interventi di bonifica siano partiti in ritardo
».

E
se fin qui la
responsabilità
dell”ENI
,
del tutto ingiustificabile visti i precedenti, poteva essere
attenuata al livello di noncuranza e menefreghismo, di fronte al
secondo sversamento, passato (volutamente?) del tutto inosservato, il
quadro delle responsabilità si aggrava ancor di più. Nel Paese dei
disastri colposi sembra profilarsi un nuovo caso.

Sempre
dal comunicato stampa del M5S si apprende infatti che «i tecnici e
ingegneri dell”ENI, auditi in Commissione Ambiente presso gli uffici
comunali di Fiumicino, non sono stati in grado di fornire una
spiegazione» ma «sorge il dubbio che dopo il primo tentativo di
furto, l’oleodotto sia stato rimesso in funzione troppo
affrettatamente, forse per non sospendere troppo a lungo il
rifornimento di carburante agli aeroplani».

L”ENI
del resto ha già dato prova della sua conduzione irresponsabile nei
confronti dell”
ambiente,
come ad esempio tramite il suo nuovo AD Descalzi, direttamente
nominato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, ed inquisito per
presunta “
megatangente
in Nigeria
”
o tramite i fatti riferiti in un
documentario
di REPORT

del 2009, dal quale si apprende che «in Nigeria, tutta la regione
del delta del Niger, un tempo ricchissima di pesce e di coltivazioni
agricole, è stata appaltata alle attività di estrazione e ricerca
di petrolio delle multinazionali straniere, dalla Shell all’Agip»,
tra cui «uno degli aspetti più controversi è il
gas
flaring
».
I fatti dimostrano che i disastri come quello di Maccarese siano per
l”ENI all”ordine del giorno.

A
questo punto, indignazione alla mano, si potrebbe decidere di
fermarsi qua, onde evitare il crepacuore. Ma siccome ciò che ci
interessa è perseguire la verità, scavando ulteriormente ci si
rende conto che il pozzo non ha mostrato ancora il suo fondo. Facendo
delle ricerche ulteriori, emergono infatti ulteriori dettagli che
fanno semplicemente rabbrividire, e supporre che ciò che si è
consumato a Maccarese non sia altro che la cosiddetta “punta
dell”iceberg” di una faccenda assai più ampia, e purtroppo, dalle
tinte fosche. Ma scendiamo nel dettaglio…

Anzitutto,
dove si trova Maccarese? È vicinissima all”aeroporto di Fiumicino, a
pochissimi km dal mare. Tramite una rapida ricerca su GoogleMaps, si
può ritrovare la centrale ENI… a pochi km da Maccarese,
praticamente sul mare. La posizione dell”area è dunque di quelle
strategiche, e non è un caso che l”impianto ENI sia vicinissimo al
mare Mediterraneo: una “porta” verso le principali tratte
marittime, verso i paesi del Sud Europa, verso il Nord Africa ricco
di idrocarburi e dove ENI ha profondi interessi e numerosi impianti
d”estrazione e stoccaggio.

Scava
scava, e altri dati importanti emergono. Trattasi della
mappa
diffusa dagli uffici del Ministero per lo Sviluppo Economico

in merito allo
“Sblocca
Italia”
.
Ebbene si, proprio il provvedimento che con le sue norme conferma la
volontà politica del Governo Renzi: trasformare l”Italia in
un”immensa distesa di buchi. Un”operazione nata dall”inganno
mediatico, e spacciata agli italiani come la salvezza della patria,
necessaria affinché gli investitori tornino nel nostro paese per
rimetterlo in moto. Ma basta poco per rendersi conto di cosa sia
realmente lo Sblocca Italia, e che cosa comporterà. E la mappa in
questione ci rivela tante cose. Una volta aperta, ecco una visione
agghiacciante, un vero e proprio teatro degli orrori: una distesa di
piattaforme
di trivellazione

dei fondali marini, dislocate lungo tutta la costa dell”est italiano,
dalla laguna di Venezia fino agli splendidi mari azzurri della
Puglia, passando per l”entroterra, da Potenza fino a Milano, Sardegna
e Sicilia incluse, con segnalazioni sulla mappa di intere aree
concesse a operazioni di ricerca/coltivazione/estrazione di
idrocarburi. Una svendita da parte del governo italiano tramite
concessione
totale dell”intero patrimonio territoriale nazionale alle grandi
lobby dell”energia petrolchimica
,
e una colossale
catastrofe
ambientale

che si staglia all”orizzonte già da ora.

Ma
non è tutto, purtroppo… Torniamo per un attimo a Maccarese,
l”anteprima della catastrofe futuribile. Osservando nuovamente
e bene la mappa sopra citata, ci si accorge di come l”intera area del
Maccarese corrisponda esattamente a una delle aree che tramite lo
Sblocca Italia vengono concesse e messe alla mercè delle lobbies
della petrolchimica. Ed osservando bene la legenda, si può anche
apprendere a cosa sia stata destinata quell”area, a dispetto della
sua altissima biodiversità: area tratteggiata con linea continua di
colore verde, ovvero corrispondente ad area concessa per “permessi
di ricerca”
. L”intera area del Maccarese è stata concessa a
questo scopo.

Proprio
la stessa area colpita dal disastro delle settimane scorse,
proprio i luoghi in cui grandi interessi strategici, tecnologici,
logistici trovano ogni intreccio. Così come denunciato
dal
comitato
RifiutiZero,
nell”area si sono accentrate e si accentreranno, tutta una serie di
attività industriali altamente tossiche, come ad esempio il
gassificatore di Cerroni, l’inceneritore di rifiuti
ospedalieri
di Ponte Malnome (“l’unico nel Lazio che di
polveri e nano particelle cancerogene le emette dal 1996”), o i due
impianti biogas della Maccarese SpA
da 999 kw (dal 2011) e da 625
kw (dal 2012), «rispetto ai quali, nonostante le ripetute richieste,
si ignorano la tipologia e la qualità del materiale in entrata e del
digestato e delle emissioni dei gas in uscita».

Solo
menti offuscate dal dio denaro potevano pensare che tutto questo
fosse compatibile con l”agricoltura, con l”ambiente naturale, con la
vita.

Sarebbe
bello poter dire che i fatti e le loro intersezioni si concludano
qua. Ma non è così. Se scaviamo ancora verso la verità, ecco
emergere un altro inquietante dato… Un altro utilissimo link, che
tratta in maniera approfondita l”elenco dei titoli estrattivi Regione
per Regione e aggiornato al 31 agosto 2014,
(http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/titoli/titoli.asp),
ci rimanda al sito del MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO.

Spulciando
per bene, si accede ad una pagina che contiene l”elenco completo con
permessi e concessioni di ricerca-coltivazione-estrazione degli
IDROCARBURI, così come previsto nello SbloccaItalia.

Cosa
si scopre?

Tramite
la voce “permessi di ricerca in terraferma”,
selezionando poi in base alla regione, in questo caso quindi sulla
regione Lazio, emerge che in tale regione i permessi di ricerca
interessano ben sei aree, tra cui, ma guarda un po”, il Fiume Arrone,
proprio quello che è stato interessato dal disastro ambientale di
Maccarese.

Ricolleghiamo
i puntini di questo oscuro puzzle. Inevitabilmente si torna allo
Sblocca Italia, alla sua serie di oleodotti, gasdotti,
trivelle, rigassificatori diffusi per mare e per terra.
La domanda e il dubbio sorgono spontanei: quello di Maccarese è
stato forse un disastro causato a tavolino, spacciato per
accidentale, con il reale scopo di poter sgomberare l”intera area,
concessa appunto dallo Sblocca Italia ai fini della ricerca di
idrocarburi?

Per
il WWF «si è trattato di un vero e proprio crimine
di natura
causato da ladri ma amplificato da un intervento
inadeguato nei tempi rispetto alla caratteristica morfologica del
territorio, un intricato reticolo di canali d’acqua». Non mancano
i precedenti in cui si è chiuso un occhio laddove si poteva
intervenire e si è lasciato invece correre. Il senso meno nobile del
“laissez faire” in nome del profitto è proprio questo.

Maccarese
è dunque un disastro a tavolino? E il disastro risponde a chi
intende perseguire interessi occulti?

Con
i dati a disposizione è ovvio chiederselo. Ma non lo sapremo
fintanto che non sarà possibile dimostrarlo ufficialmente. Fino a
quel momento, probabilmente per sempre, questa rimarrà soltanto una
congettura. E come sempre avviene in un sistema che basa la propria
esistenza e il proprio funzionamento sulla dinamica della
distruzione, ci sarà sicuramente qualcuno che trarrà in qualche
modo il proprio profitto da questa catastrofe.

Quante
altre tragedie ambientali serviranno per risvegliarci tutti e
resistere ai potenti che ci impongono regole fatte di carbone,
petrolio, gas, trivellazioni, disboscamenti, che portano alla
distruzione totale dell”Ambiente? I fatti di Maccarese parlano a
tutti, rappresentano il primo vero ritratto dello Sblocca Italia.
Raccontano il prossimo ordine del giorno dei territori devastati, con
gli ecosistemi definitivamente e irrimediabilmente saccheggiati:
l”intera penisola e le più grandi isole del Mediterraneo trasformate
in un gran cantiere a cielo aperto.

Lo
Sblocca Italia distruggerà il nostro paese, sarà un”apocalisse
ambientale, con il benestare del governo italiano. E con il benestare
di noi cittadini, se non faremo qualcosa per tempo.

Sarà
inoltre un”apocalisse ambientale suggerita come al solito dagli
interessi e dall”egemonia USA: lo Sblocca Italia è anche il frutto
della decisione di tagliare i ponti con la Russia, economicamente,
politicamente, energeticamente, strategicamente, etc. Uno
sfruttamento più intenso dei nostri territori, specie dal punto di
vista energetico, è una delle varie tappe di questa cavalcata finale
verso l”autodistruzione. L”Italia diventerebbe una piattaforma dove
stoccare-estrarre-far passare gas e petrolio. Il vassallaggio a
stelle e strisce punta a renderci l”ex Bel Paese.

Tutto
questo va fermato, mostri come lo Sblocca Italia devono essere
sostituiti da piani intelligenti, consapevoli, lungimiranti, che
mirino a una totale riconversione della società, fuori
dall”ossessione della crescita e dello sviluppo infinito. Mentre
vogliamo salvare il territorio, stiamo parlando di un severo
autoesame dei nostri stili di vita.

LINKOGRAFIA

IL COMUNICATO DEL M5S:

[url”http://www.fiumicino5stelle.it/index.php/disastro-ambientale-responsabilita-delleni/”]http://www.fiumicino5stelle.it/index.php/disastro-ambientale-responsabilita-delleni/[/url]

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