di Gianni Petrosillo.
Come nel film Il tocco del male del 1998,
interpretato da Denzel Washington e Donald Sutherland, chiunque viene
sfiorato dai russi viene immediatamente posseduto da un demone che
trasforma gli uomini in assassini della democrazia, persecutori di gay,
violentatori di donne, violatori dei diritti umani e di tutte le altre
amenità del politicamente corretto, tanto in voga nelle nostre culture
decadenti.
Le simpatie del Cremlino nei confronti di singoli personaggi politici
europei o di interi raggruppamenti partitici che vengono incoraggiati o
aiutati finanziariamente (si tratta di prestiti e non di regalie a fondo
perduto) bastano e avanzano per dare la patente di impresentabili, di
autoritari, di nemici della civiltà occidentale a tutti costoro.
Poco
importa se si tratta di amicizie e di legami che nascono da una comune
visione del mondo e dalle riflessioni sulla situazione
economico-politica in Europa, continente del quale anche Mosca fa parte.
Così fan tutti, ma ai russi sono sempre precluse buona fede e
sincerità . Qualità che, invece, vengono concesse automaticamente (a
prescindere, direbbe Totò) alle Ong, alle fondazioni o alle banche
americane che supportano individui, partiti, organismi e movimenti
(anche sediziosi) in ogni angolo del pianeta, Italia compresa. Pecunia
non olet, a meno che non sia in rubli.
In questi giorni lo schema diabolico, questo sì davvero tale, si è
ripetuto contro il Fn guidato da Marine Le Pen, colpevole di aver
accettato un prestito di nove milioni di euro dalla First Czech Russian
Bank, di proprietà di Roman Yakubovich Popov, il quale, si dice, sia
vicino a Putin.
Il tesoriere del partito non ha negato e, del resto, il
FN non aveva altra scelta, poiché gli istituti di credito francesi si
sono rifiutati di concedere mutui ad una organizzazione che si dichiara
apertamente contro l’euro e l’Europa dei potenti ed a favore di un
recupero di prerogative sovrane.
Il presidente dell’istituto di credito russo è stato prontamente
definito dai giornali “l’oligarca dello Zarâ€. Essendo russo, il citato
banchiere non può che essere un oligarca, almeno nella zucca vuota dei
nostri scribacchini di regime. Nonostante Putin sia stato il primo vero
nemico dell’oligarchia speculatrice nel suo Paese, da Eltsin in poi,
tanto da averla combattuta in ogni ambito, politico, economico,
giudiziario e sociale, egli è e resta, per i nostri pennivendoli, il
despota amico dei satrapi del denaro e del furto ai danni dello Stato.
Invece, l’Oligarca Petro Poroshenko, vicino all’occidente ed arrivato al
potere dopo un colpo di stato anticostituzionale, è un sincero
democratico e liberale. Il tocco del bene, a regia obamiana.
In Italia c’è un altro partito che sta seguendo le orme del Front
National, almeno in termini di battaglie politiche e di nuove parole
d’ordine che cozzano con quelle dei circuiti politici dominanti,
spadroneggianti da destra a sinistra. E’ la Lega di Matteo Salvini, alla quale
sono state repentinamente impresse le stimmate del partito antinazionale
foraggiato da una potenza straniera.
Salvini ha negato di aver mai
preso soldi dall’estero ma poco importa, la campagna denigratoria è giÃ
cominciata e non si fermerà finché il movimento del Nord non sarÃ
ridotto a più miti consigli (quelli che non si possono rifiutare,
provenienti da Washington e da Bruxelles) o sprofondato nel fango.
Fango che sta già sgorgando copiosamente ad ogni passo di
avvicinamento che fanno questi leader per intendersi tra loro e per dare
vita ad un fronte internazionale capace di produrre quella massa
critica necessaria a combattere l’Europa dei banchieri e dei politici
asserviti agli Stati Uniti.
I delinquenti della stampa l’hanno giÃ
ribattezzata l’internazionale dell’odio o dei fasciocomunisti, perché
oggi, anche solo parlare di sovranità nazionale e di mutamento dei
rapporti di forza mondiali, ancora troppo sbilanciati a favore di una
sola potenza, quella d’oltreatlantico, costituisce un reato di lesa
maestà che può costare caro (qui penso alla malasorte di Christophe de Margerie).
Salvini e Le Pen si guardino le spalle perché hanno toccato dei
pericolosi fili scoperti sfidando i signori della prepotenza
occidentale.
Inoltre, il segretario del Carroccio si tenga pure a
distanza dall’endorsement di Berlusconi perché non ha bisogno
dell’imprimatur del Cavaliere per scalare un elettorato ormai stufo di
questo gioco degli specchi tra schieramenti opposti ma uniti nel
governo. Berlusconi ha consentito all’attuale obbrobrio istituzionale di
consolidarsi, a nocumento del sistema-paese e dei suoi cittadini. Fa
parte del problema, non delle eventuali soluzioni. Potremo anche capire i
normali piccoli tatticismi per catalizzare i voti di Forza Italia, ma
non un sodalizio organico con quest’ultima che sarebbe ferale per la
Lega e per il notevole lavoro di opposizione, in “solitaria tenzoneâ€,
finora svolto.
Ps. Oggi il Fatto Quotidiano è scatenato contro la Lega. Sono apparsi
due o tre articoli di fuoco, ordinati espressamente da qualcuno. I
giornalisti che li hanno scritti sono membri del “circolo atlanticoâ€.
Uno più uno fa ancora due. Uno di questi pezzi cita anche il nostro sito
(conflittiestrategie).
Fonte: http://www.conflittiestrategie.it/il-tocco-del-male-chi-tocca-i-russi-muore-da-salvini-alla-lepen.
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