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Grecia, il fattore N(ato)

Tsipras incontra Putin proprio durante un nuovo vertice Ue-Bce-Fmi sulla Grecia, che il giorno dopo deve rimborsare una rata. Sullo sfondo, vincoli atlantici [M. Dinucci]

Grecia, il fattore N(ato)
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7 Aprile 2015 - 11.36


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di Manlio Dinucci.

Tsipras
incontra Putin a Mosca domani, nel momento stesso in cui Ue, Bce e Fmi tengono
un nuovo vertice sulla Grecia, che il giorno dopo deve rimborsare una rata di
450 milioni di euro del prestito concesso dal Fondo monetario internazionale.

 I
temi ufficiali, nel colloquio a Mosca, sono quelli del commercio e
dell’energia, tra cui la possibilità che la Grecia diventi l’hub europeo del nuovo gasdotto,
sostitutivo del South Stream bloccato
dalla Bulgaria sotto pressione Usa, che attraverso la Turchia porterà il gas
russo alle soglie della Ue. Si parlerà anche di un possibile allentamento delle
controsanzioni russe, permettendo l’import di prodotti agricoli greci. 

Secondo
quanto ha dichiarato alla Tass (31 marzo), il premier Tsipras ha comunicato al
presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e alla rappresentante della
politica estera Ue, Federica Mogherini, che «non
siamo d’accordo con le sanzioni alla Russia»
. E, al primo vertice Ue a cui
ha partecipato il 19-20 marzo, ha ufficialmente sostenuto che «la nuova architettura della sicurezza
europea deve includere la Russia»

A
conferma di tale posizione, Tsipras sarà di nuovo a Mosca il 9 maggio per il
70° anniversario della vittoria sulla Germania nazista, celebrazione boicottata
dalla maggioranza dei leader occidentali (a partire da Obama, Merkel e
Cameron).

Ci
sarà invece il presidente cinese Xi, con una rappresentanza delle forze armate
cinesi, che sfilerà nella Piazza Rossa con quelle russe a simboleggiare la
sempre più stretta alleanza tra i due paesi. Il presidente Putin, a sua volta,
sarà in settembre a Pechino per celebrare il 70° della vittoria sul Giappone
militarista.

Avvicinandosi
alla Russia, la Grecia di Tsipras si avvicina quindi di fatto anche alla Cina e
alla nuova area economica euro-asiatica, che sta nascendo sulla base della
Banca d”investimenti per le infrastrutture asiatiche creata da Pechino, cui ha
aderito la Russia insieme a circa altri 40 paesi. 

Dagli
organismi finanziari di quest’area e anche da quelli del Brics (Brasile,
Russia, India, Cina, Sudafrica) – che mirano a soppiantare la Banca mondiale e
il Fmi dominati dagli Usa e dalle maggiori potenze occidentali – la Grecia
potrebbe ricevere i mezzi per sottrarsi alla stretta soffocante di Ue, Bce e
Fmi. Anche perché la Cina vuole fare del Pireo un hub di primaria importanza della sua rete commerciale.

Secondo
«The Independent» (3 aprile), «il governo greco è pronto a nazionalizzare le
banche del paese e a creare una nuova moneta»
, ossia è pronto a uscire
dall’euro e, se costretto, anche dalla Ue.

Entra
però qui in gioco un altro fattore: l’appartenenza della Grecia non solo alla
Ue ma alla Nato. «Una Grecia amica di
Mosca potrebbe paralizzare la capacità della Nato di reagire all’aggressione
russa»
, avverte Zbigniew Brzezinski (Afp, 25 marzo). Parole minacciose da
non sottovalutare, dato che Brzezinski è stato a lungo consigliere strategico
della Casa Bianca, con cui è ancora in stretto contatto.

Anche
se il ministro della difesa Kammenos assicura che «il nuovo governo greco mantiene i suoi impegni nella Nato nonostante
le sue relazioni politiche con la Russia»
, a Washington e Bruxelles stanno
sicuramente preparando un piano per impedire che la Grecia divenga un «anello
debole» nel nuovo fronteggiamento con la Russia e, di fatto, con la Cina.

Il
golpe del 1967, che portò al potere in Grecia i colonnelli, fu attuato in base
al piano «Prometeo» della Nato. I tempi sono cambiati, ma non gli interessi
politici e strategici su cui si fonda la Nato. Nel frattempo divenuta più
esperta nei metodi di destabilizzazione interna.

Fonte: il manifesto, 7 aprile 2015.

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