La
Germania e i suoi alleati nordici (Olanda, Slovacchia, Paesi baltici e
Finlandia) hanno imposto delle condizioni talmente forti per riaprire le
trattative per un terzo bail-out della Grecia che gli osservatori non
hanno esitato a definirle così umilianti da poter essere definite
provocatorie e con il fine ultimo di costringere la Grecia ad
abbandonare le trattative e in definitiva abbandonare l”area euro.
Tra
le condizioni peggiori, possono essere ricordate il ritorno
dell”odiatissima Trojka ad Atene per controllare l”attività governativa,
la richiesta di approvare entro mercoledì una riforma fiscale con
inasprimento dell”IVA, una riforma previdenziale con innalzamento
dell”età pensionabile a 67 anni e perfino l”approvazione di un nuovo
codice di procedura civile.
Inoltre — umiliazione delle umiliazioni —
viene istituito un fondo dove lo stato greco sarà obbligato a conferire
50 miliardi di assets pubblici a garanzia dei nuovi prestiti. Dopo
infinite trattative, su questo ultimo punto, la Grecia ha evitato che il
fondo avesse residenza in Lussemburgo, riuscendo a ottenere che
rimanesse sotto giurisdizione ellenica.
La prima cosa che viene in mente guardando a questo compromesso è che
in Europa è stato sancito un principio fondamentale: la parola del
creditore vale infinitamente di più del voto degli elettori. In altri
termini, il referendum greco di appena una settimana fa non ha contato
nulla rispetto alla volontà dei creditori, con buona pace dei tanto
sbandierati principi di democrazia che dovrebbero permeare tutte le
istituzioni europee.
Pericolo scampato? Direi di no. Le condizioni ultimative approvate
questa notte devono essere soddisfatte dal Parlamento greco entro
mercoledì. E” tutto da verificare, a tale proposito, se Tsipras riuscirÃ
ad avere una maggioranza che approvi queste misure. Sicuramente Syriza è
spaccata e molti parlamentari non voteranno a favore di questo
compromesso. Allo stesso tempo è da verificare che il soccorso che
senz”altro arriverà dall”opposizione di centro destra sia sufficiente.
Sicuramente una crisi di governo è dietro l”angolo.
Inoltre rimane del tutto aperto il problema del sistema bancario. La BCE ha lasciato invariato il tetto delle linee
emergenziali di credito (ELA) a 89 miliardi. Sfortunatamente questa
cifra è già praticamente raggiunta. Dunque, il sistema bancario rimarrÃ
chiuso ancora per qualche giorno, nella migliore delle ipotesi. Questo
vuol dire che l”attività economica della nazione rimarrà congelata con
ulteriori danni ai “fondamentali” quali il Prodotto Interno Lordo e
l”occupazione.
In definitiva il problema Grecia ci accompagnerà ancora a lungo e non sono da escludere minimamente colpi di scena.