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Intervista a Tiberio Graziani a cura di Tatiana Santi.
L’Italia valuta seriamente la possibilità di un ritorno al G8 con la Russia, ma sia all’interno dell’Ue sia nell’establishment americano una politica di apertura verso Mosca non è vista di buon occhio. Negli equilibri geopolitici la Russia però potrebbe essere l’asso nella manica dell’Italia.
G7 o G8? Difficile dirlo, non solo perché i tempi prima del vertice previsto a Taormina stringono, ma anche perché la politica nei confronti di Mosca divide i Paesi europei, come lo stesso establishment americano. L”insediamento alla Casa Bianca di Trump non significa l”annullamento immediato delle sanzioni antirusse né una normalizzazione automatica dei rapporti con Mosca.
L”Italia dal canto suo a più riprese ha ribadito la fondamentale importanza di Mosca sull”arena internazionale e ora si batte per un ritorno della Russia al tavolo del G8. Roma, da mesi in prima fila per togliere le sanzioni, potrebbe avere così il ruolo di anello mancante fra Russia ed Unione europea e ottenere inoltre un maggior peso in politica estera.
L”Italia dal canto suo a più riprese ha ribadito la fondamentale importanza di Mosca sull”arena internazionale e ora si batte per un ritorno della Russia al tavolo del G8. Roma, da mesi in prima fila per togliere le sanzioni, potrebbe avere così il ruolo di anello mancante fra Russia ed Unione europea e ottenere inoltre un maggior peso in politica estera.
L”Italia al centro degli appuntamenti internazionali del 2017 giocherà a suo favore la carta della Russia? Sputnik Italia ha raggiunto per un”intervista Tiberio Graziani, presidente dell”Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (l”IsAG), direttore della rivista “Geopolitica”.
— Il governo italiano sta valutando la possibilità di un ritorno della Russia al vecchio formato del G8. Tiberio, possiamo considerare questo gesto un ennesimo passo dell”Italia verso la Russia?
— Certamente, queste recenti dichiarazioni di Alfano proseguono la linea già intrapresa anche dal governo Renzi e comunque è una linea che l”Italia porta avanti in politica estera da parecchi anni per quanto riguarda i rapporti bilaterali con la Russia. C”è da tenere conto anche di alcuni aspetti: c”è il nuovo governo di Gentiloni che segue questo percorso, tuttavia vediamo delle resistenze all”interno del complicato panorama politico italiano più attratte dalle politiche multilaterali che ancora ci sono in Europa e nei rapporti con gli Stati Uniti.
— Se l”Italia riuscisse a portare avanti le trattative per un ritorno al G8 della Russia probabilmente sarebbe un passo avanti verso l”annullamento delle sanzioni antirusse? Ora che anche il nuovo presidente americano si è espresso favorevole a cessare questa guerra economica…
— È un ulteriore passo in avanti nella direzione verso la soluzione della questione delle sanzioni. Secondo me è più realistico che si apra una fase di negoziazioni per cercare di eliminare le sanzioni. Sia in ambito europeo sia in ambito statunitense ci sono ancora delle pressioni che contrastano l”apertura ai nuovi rapporti con la Federazione russa. Ci sono state recentemente delle dichiarazioni di esponenti dell”alta finanza, ad esempio Soros, che si muovono in un ambito dialettico in opposizione a Trump. Bisogna quindi tener conto anche di questi componenti che proseguono la politica della presidenza Obama.
Questo si riflette anche nella politica dell”Unione europea, dove ci sono consistenti gruppi politici, economici e culturali che sono contrari alla risoluzione delle sanzioni antirusse. Tuttavia passi in avanti sono da augurare e quasi certamente il tentativo dell”Italia si inserisce in questa possibilità di tornare ad un giusto equilibrio nei rapporti fra Russia ed Unione europea.
— Non bastano quindi per il momento i buoni intenti dell”Italia e di Trump per riavviare il dialogo con Mosca? La situazione è ben più complessa di quanto sembra?
— Sicuramente è molto complessa. La semplificazione della comunicazione e del linguaggio mediatico porta alla percezione che dopo Trump le sanzioni alla Russia vengano subito annullate. Non è proprio così, perché ci sono, ribadisco, delle resistenze all”interno dell”establishment statunitense e ci sono altrettante resistenze all”interno dell”Unione europea. Sono fenomeni di cui bisogna tener conto, ma credo che il buon senso prevarrà e vi sarà una nuova fase di negoziazioni.
— Secondo te questa posizione di apertura verso Mosca può rappresentare per l”Italia un”opportunità politica per essere più influente sull”arena europea e internazionale?
— L”Italia nel 2017 con i vari appuntamenti in campo internazionale può giocare una buonissima carta ai fini di un aumento del proprio grado di libertà in politica estera. Certamente il battersi per una normalizzazione dei rapporti con la Federazione russa giova all”Italia, non soltanto nel campo della politica estera, ma anche in quello economico e commerciale. Come tutti ben sappiamo i rapporti fra Italia e Russia sono molto importanti e vanno a beneficio delle rispettive economie.
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