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'Silicon Valley Vs Trump: ''Rischia la vita. Ma non può più tornare indietro'''

Decisioni sbagliate e inaccettabili sotto diversi profili, sì, ma ci dicono una cosa precisa: piaccia o non piaccia, Trump fa guerra alla globalizzazione [Giulietto Chiesa]

'Silicon Valley Vs Trump:  ''Rischia la vita. Ma non può più tornare indietro'''
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30 Gennaio 2017 - 23.33


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Intervista telefonica a Giulietto Chiesa a cura di Americo Mascarucci.


“Ho l”impressione che Trump stia rischiando la vita. Del resto non può tornare indietro rispetto a determinate scelte per lui inevitabili ma pericolose”.

E” l”opinione del giornalista Giulietto Chiesa, esperto di scenari geopolitici, che con Intelligonews commenta le misure anti-immigrazione adottate dal neo presidente Usa con la decisione di chiudere le frontiere agli immigrati provenienti da 7 paesi islamici.  


I colossi dell”informatica sono insorti contro Trump per le nuove misure contro l”immigrazione e la decisione di bloccare l”ingresso in Usa per chi proviene da 7 paesi islamici. Hanno ragione o stanno tutelando dei meri interessi economici?


“Bisogna distinguere i problemi. Che sono due. Il primo è il contenuto delle decisioni di Donald Trump. Che ritengo sbagliate e inaccettabili sotto diversi profili. Esse ci dicono comunque una cosa precisa: che, piaccia o non piaccia, indica che il nuovo presidente americano sta dichiarando guerra alla globalizzazione promossa e imposta dagli Stati Uniti d’America al resto del mondo. Questo produrrà effetti globali enormi, alcuni dei quali positivi e altri di imprevedibile complessità e forieri di conflitti. Il secondo punto riguarda i colossi dell’informazione /comunicazione. Che sono i meno qualificati per condurre battaglie di libertà. Sono i manipolatori dei pubblici mondiali. Al servizio permanente effettivo dei poteri globalizzatori impersonati da Obama e dalla leadership americana sconfitta da Trump. Le loro azioni fanno parte di un piano eversivo il cui ultimo obiettivo è il rovesciamento di Trump”.


Secondo lei Trump sta correndo troppo? Sta forzando troppo la mano con le prime misure introdotte?


“Penso che Trump sta rischiando la vita, oltre che la carica. Ma penso anche che debba correre e cambiare le carte sul tavolo il più presto possibile. Se resta a metà del guado finirà per affogare”.


Nel Regno Unito sono state raccolte oltre un milione di firme per bloccare la visita di Trump ma intanto con il primo ministro May c”è stato un primo incontro. Cosa è emerso a suo giudizio di positivo?


“Di positivo niente. I conservatori britannici saltano sul carro di Trump per primi. Dimostrando così di avere i riflessi più rapidi degli attuali leaders europei, che sono ancora sotto choc. Il resto è l’illusione eurocentrica del dominio mondiale anglosassone, sotto forme autarchiche invece che globalizzanti. Restano prepotenti come prima. Anche Trump non rinuncia alla “grandeur” americana, come la May non rinuncia a quella britannica. Trovo che queste idee siano ridicole e perniciose nel secolo che sarà cinese”.


Cosa coglie invece di rilevante nella prima telefonata fra Trump e Putin?


“La scelta di Trump di riprendere il dialogo con la Russia. Scelta giusta, ma tattica. In ogni caso allontana, per ora, l’ipotesi di uno scontro con Mosca, che sarebbe esiziale anche per l’America. Ma sullo sfondo resta, inesorabile, lo scontro con la Cina. Penso che Trump e i suoi sperino di staccare la Russia dall’alleanza con la Cina. Penso che non ci riusciranno”.





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