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di Fulvio Scaglione.
Rieccolo. Puntuale è partito il tormentone: la destra spaventa l’Europa, l’avanzata della destra blocca tutto, la Ue è messa in crisi dai populismi. Sempre la stessa canzone, intonata in marzo quando in Olanda, alle elezioni politiche, si affacciò la possibilità di una vittoria dello xenofobo Geert Wilders; poi in maggio quando si volle far credere che la destrorsa nazionalista Marine Le Pen avesse qualche possibilità di diventare presidente di Francia; e pure ora, quando in Germania Angela Merkel conserva il potere vedendo però arrivare in Parlamento una piccola orda di deputati destrissimi dell’Afd del duo Gauland-Weidel.
In omaggio all’idea che sia l’esistenza della destra a far danni, la canzone cede presto il passo al lamento. I grandi leader nei prossimi giorni dovevano trovarsi a Tallinn (Estonia) per brindare alla Merkel rieletta e prendere storiche decisioni. E invece ciccia, cosa volete decidere se la Germania non sa quale Governo avrà e, con ogni probabilità, non avrà un Governo prima di Natale, visto che la Bassa Sassonia rivoterà il 15 ottobre e nel land della Volkswagen l’Afd potrebbe salire ancora? E poi l’Eurosummit di dicembre, 19 capi di Stato e di Governo chiamati a discutere di moneta unica, di ministro unico delle Finanze per tutta la Ue, di budget comunitario, di riforme e novità, avrà ancora senso? Un summit dimezzato, con un Governo tedesco appena entrato in carica e ancora impegnato a guardarsi intorno?
Insomma: quante belle cose si potrebbero fare se non ci fosse la destra. I populisti. I nazisti. Gli anti-islam. I pro-Putin. I negazionisti. Gli euroscettici. I fascisti. I pessimisti. Quelli un po’ tristi. Eccetera eccetera.
Questo è esattamente l’atteggiamento che fa perdere voti ai partiti tradizionali l’Europa e li procura a tutti gli altri.
Non sono i cosiddetti populismi e i movimenti di destra a impedire all’Europa di funzionare.
È l’Europa che non funziona, che non non decide e non affronta le questioni che stanno a cuore alla gente, a incentivare e promuovere i cosiddetti populismi e i movimenti di destra.
È successo con la Brexit: al di là delle opposte retoriche e degli opposti egoismi, gli inglesi erano stufi di avere la più dinamica delle economie d’Europa e dover ascoltare le litanie di Bruxelles. Fatte le debite proporzioni, è quanto sta accadendo ovunque prendono forza le alternative ai partiti politici tradizionali.
I cosiddetti populisti non esistono da sempre.
Perché l’Europa non si è riformata prima, quando non aveva questi rompiscatole tra i piedi?
Chi e che cosa le ha impedito, per esempio, di darsi una politica comune seria ed efficace sui flussi migratori? Di mantenere le promesse, come quella di ricollocare entro il settembre 2017 (cioè adesso) 160 mila profughi e richiedenti asilo senza ritrovarsi ad averne sistemati (in 28 Paesi con 500 milioni di abitanti) la miseria di tre mila? Saranno pure stati i Paesi con Governi populisti a tirar su i muri ma quelli non populisti, convinti tra l’altro di essere i salvatori della patria, hanno eretto barriere non meno spinate (Francia, Spagna, Austria…) o hanno fatto in fretta a cambiare idea (Germania). Il Trattato di Dublino (quello che impone il dovere dell’asilo al Paese di primo sbarco del profugo o migrante illegale) è da riscrivere: ci vogliamo raccontare che è colpa di Geert Wilders o dell’Adf se ciò non è ancora stato fatto?
Non saranno mica i populisti ad averci impedito, poi, di avere una politica estera europea degna di tal nome. Il Parlamento europeo chiede l’embargo delle forniture di armi nei confronti dell’Arabia Saudita per le porcherie che commette nello Yemen, ma la responsabile per la politica estera e di sicurezza dice solennemente che con i Paesi del Golfo Persico noi europei teniamo molto ad andare d’accordo.
Poi, certo, c’è un po’ di terrorismo in giro, la gente si spaventa e quei Paesi sono noti per essere i principali finanziatori dei movimenti armati islamisti, ma in fondo che fa? La Merkel dice che “noi europei dobbiamo prendere il destino nelle nostre mani” e che “i tempi in cui potevamo fare affidamento sugli altri (leggi: gli Usa, n.d.r) sono passati”, ma verso la Russia la politica Ue delle sanzioni, tanto influenzata dalla Germania che nel frattempo si costruisce il North Stream d’intesa con il Cremlino per mettersi al sicuro con il gas, è quella dei generali che ormai controllano la Casa Bianca e hanno messo sotto tutela Donald Trump. Tutta colpa di Beppe Grillo?
E se gi agricoltori italiani ci rimettono 10 miliardi, come fa notare la Coldiretti, davvero pensiamo che nessuno di loro s’incazzi?
Insomma: destre e populismi vari sono figli nostri, della nostra pigrizia, delle nostre divisioni, delle nostre indecisioni. Far finta di non saperlo o, peggio, attribuire a quei movimenti il nostro perenne scrutarci l’ombelico, porterà solo a rafforzarli, trasferendo verso di loro quote sempre più consistenti di consensi.
Diamoci una mossa. Oppure, come avrebbe detto Nanni Moretti: continuiamo così, facciamoci del male.