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Il sonno dei siciliani

Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare. [Rosanna Spadini]

Il sonno dei siciliani

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7 Novembre 2017 - 07.42


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di Rosanna Spadini

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Pier Paolo Pasolini nella sua lungimiranza profetica disse che «Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni.»

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Attualmente potremmo aggiungere che un altro strumento fondamentale per il mantenimento del potere del neoliberismo, è quello della tecnologia. Se le strade, i ponti, la motorizzazione hanno strettamente unito il centro con la periferia, allora internet, pc, web e smartphone hanno unito il cuore del potere neoliberista della finanza con la provincia dei popoli europei. I popoli sono diventati superflui, utili idioti buoni solo per disegnare una X sul simbolo dei loro padroni.

E naturalmente non permetterà mai che vincano persone oneste e sganciate dal sistema di potere lobbistico, ma al contrario farà di tutto per sostenere i propri sgherri, corrotti, mafiosi e  impresentabili.

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Ma la rivoluzione del sistema dell’informazione è stata ancora più radicale e invasiva. Per mezzo della televisione il potere diffonde per 24h le proprie panzane vergognose, che solo pochi riescono a decifrare e a riconoscere, operando una sorta di colonizzazione delle coscienze, che serve perfettamente allo scopo di mantenere nella più densa nebbia cerebrale tutto il paese.

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Fake news che truccano le carte per prendere il potere. Tutte le tv sono schierate dalla parte dei partiti casta, tutti i giornalisti sono i loro gatekeepers: Gruber, Greco, Panella, Merlino, Mentana, Sardoni, Giannini, Parenzo, Floris, Formigli, Fazio, Gramellini, Saviano, Annunziata, Berlinguer, Santoro in attacco. In esterna Zucconi, Giletti e Nanni Moretti, Severgnini, Lerner, Mieli, Scalfari, Sgarbi, Ferrara, Sallusti, Morani, Meli, Calabrese, Caprarica, Minzolini. ecc ecc ecc.

In Sicilia comunque ha vinto il partito dell’astensionismo: più di un elettore su due non ha votato. Non ha partecipato al voto il 53,24% degli aventi diritto, più di un elettore su due. Secondo i dati dell’ufficio elettorale siciliano, dunque, hanno votato 2.179.474 elettori sugli oltre 4,6 milioni di aventi diritto.

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Con la tv il neoliberismo ha imposto i suoi modelli, voluti dal nuovo potere dominante, che non si accontenta più di un «uomo che consuma», ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo, solipsistico e individuale, una sorta di monoteismo laico,  ciecamente dimentico di ogni valore umanistico: l’edonismo di una massa tecnodipendente. La cultura così prodotta, di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impone una specie di paralisi delle facoltà intellettuali e morali.

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«La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme, non certo in quanto mezzo tecnico, ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione, non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre.» (P.P. Pasolini)

Il potere ha un fascino afrodisiaco e per farlo trionfare non c’è bisogno di votarlo, basta non votare. E non c’è neppure bisogno di apprezzarne i programmi; basta non opporsi. Perché tutta la schiera dei dipendenti assoldati si chiuderà a riccio, alla difesa dei propri privilegi, contro tutto il resto della popolazione. Da una parte la casta politica e giornalistica, e dall’altra le povere masse acefale dei teledipendenti.

Quindi grazie ai faccendieri, ai trasformisti, ai giornalai, responsabili di tutto ciò … oltre naturalmente agli astensionisti e a quelli che hanno predicato l’astensionismo. Perché l’astensione non è altro che disimpegno, e il disimpegno non ha mai fatto cadere alcun governo, l’indifferenza non ha mai provocato cambiamenti, anzi è sempre servita a mantenere lo status quo e a lasciare al potere i soliti noti.

Ogni epoca ha il suo fascismo e chi manca di contrastare il proprio per continuare a far finta di combattere quello già battuto (e per sempre) dalle precedenti generazioni, non serve alla causa dell’autodeterminazione dei popoli, tutt’al più a quella del gattopardismo.

Forse però è il risultato perfetto per i 5 Stelle, dice Scanzi: hanno ottenuto un risultato notevole, non hanno rimpianti, sono la prima forza politica nell’isola e non avranno l’onere di governare un’isola bellissima, ma anche complicatissima e prossima al default. Se avessero vinto sarebbe andata a finire come con Roma, con tutti pronti a evidenziare gli errori (reali e presunti). Se poi Musumeci cercherà la sponda con Micari, i 5 Stelle avranno gioco facile nel dire agli italiani quel che li attende. Ovvero il renzusconismo.

«Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali; e, sia detto fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia molti regali per noi nel bagagliaio. Tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le più violente: la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di scorsonera o di cannella; il nostro aspetto meditativo è quello del nulla che voglia scrutare gli enigmi del nirvana. Da ciò proviene il prepotere da noi di certe persone, di coloro che sono semi-desti; da ciò il famoso ritardo di un secolo delle manifestazioni artistiche ed intellettuali siciliane: le novità ci attraggono soltanto quando le sentiamo defunte, incapaci di dar luogo a correnti vitali; da ciò l’incredibile fenomeno della formazione attuale, contemporanea a noi, di miti che sarebbero venerabili se fossero antichi sul serio, ma che non sono altro che sinistri tentativi di rituffarsi in un passato che ci attrae appunto perché è morto.» (Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo)

 

(6 novembre 2017)

 

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