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'Turchia , la ''false flag'' per aggredire la Siria'

Un governo può organizzare falsi attacchi e falsi attentati. Si sapeva. Ora, in Era Post-Snowden, possiamo sentirlo dalla viva voce dei potenti intercettati. [M. Mazzucco]

'Turchia , la ''false flag'' per aggredire la Siria'
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4 Aprile 2014 - 09.55


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di Massimo Mazzucco.

Dopo aver chiuso ai propri cittadini l”accesso a Twitter, la scorsa
settimana la Turchia ha fatto la stessa cosa con il canale YouTube. Il
motivo di questa seconda chiusura sembra essere stato la presenza su
YouTube di una conversazione di alto livello – che doveva ovviamente
restare segreta – fra il ministro degli esteri Davutoğlu, il
viceministro Feridun Sinirlioğlu, il capo dei servizi segreti Hakan
Fidan, e il vicecapo delle forze armate turche, Yaşar Güler. In questa
conversazione i vari personaggi discutono di una possibile operazione
“false flag” da organizzare contro la stessa Turchia
, per creare un
incidente internazionale
che permetta alla NATO di intervenire in Siria.

Di seguito, alcuni estratti della conversazione:

Ahmet
Davutoğlu: Il primo ministro [Erdo
ğan] ha detto che nella situazione
attuale, questo attacco alla Tomba del Sulimano [1] deve essere visto
come una opportunità per noi.

Hakan Fidan: Posso mandare quattro
uomini in Siria, se questo sarà necessario. Posso costruire un pretesto
di guerra ordinando un attacco di missili alla Turchia. Oppure possiamo
preparare un attacco alla Tomba del Sulimano, se questo fosse
necessario.

Yaşar Güler: Si tratta di un motivo diretto di
guerra. Voglio dire, ciò che stiamo per fare costituisce un motivo
diretto di guerra.

Il sito indipendente Nsnbc International
ha messo online l”audio completo della conversazione, pubblicando anche la
traduzione in inglese, schermata per schermata. Eccone altri passaggi:
[2]

Ahmet Davutoğlu: che cosa dovrebbe fare il ministero degli
esteri? Se decidiamo di fare questa operazione, dobbiamo notificare le
Nazioni Unite e il consolato di Istanbul in Siria?

Feridun
Sinirlioğlu: Se decidiamo di fare quest”operazione, avrà un effetto
scioccante. Al di là di ciò che decideremo di fare, non credo che sia
saggio farlo sapere anticipatamente a nessuno.

Ahmet Davutoğlu:
Sì però in qualche modo dobbiamo prepararci. Per evitare errori dal
punto di vista della legge internazionale. Se i carri armati turchi
entrano nel loro territorio vuol dire che noi ci siamo coinvolti in ogni
caso, giusto?

Yaşar Güler: Sì, vuol dire che ci siamo coinvolti.

Ahmet Davutoğlu: Sì ma c”è una differenza fra entrare con gli aerei ed entrare con i carri armati…

Yaşar Güler: Forse possiamo dire al consolato in Siria che Al-Qa”ida attualmente sta collaborando con il regime siriano.

Ahmet Davutoğlu: glielo abbiamo già detto diverse volte, con diverse note diplomatiche.

[…]

Feridun
Sinirlioğlu: Ma qui la situazione è diversa. Una operazione condotta
dalla ISIL [3] fornirebbe una ottima giustificazione dal punto di vista
delle leggi internazionali. Lo faremo apparire come se fosse stata
Al-Qa”ida, e se la questione riguarda Al-Qa”ida non ci sono problemi. Se
poi dobbiamo difendere la Tomba del Sulimano, allora si tratta di
difendere la nostra terra.

Yaşar Güler: Io non ho nessun problema al riguardo.

Hakan
Fidan: Un attimo dopo che succede ci sarà un gran putiferio a livello
internazionale (diversi attentati con bombe avverranno nel frattempo ).
Il confine non è sotto controllo…

Feridun Sinirlioğlu: Certamente, è ovvio che ci debbano essere attentati con le bombe.

Yaşar
Güler: Mr. Fidan dovrebbe ricevere un appoggio immediato e noi dobbiamo
aiutarlo a far arrivare armi e munizioni ai ribelli. Dobbiamo parlarne
con il ministro degli interni, col nostro ministro della difesa.
Dobbiamo parlarne ed arrivare ad una decisione.

Ahmet Davutoğlu:
Ma come abbiamo fatto a far entrare in azione le nostre forze speciali,
quando c”era una minaccia nell”Iraq del Nord?

Feridun
Sinirlioğlu: Santo cielo Generale, gliel”ho spiegato già allora. Lei sa
benissimo come abbiamo fatto a far entrare quei carri armati, c”era
anche lei.

Yaşar Güler: Lei sta parlando della nostra roba?

Feridun
Sinirlioğlu: Sì. Come crede che siamo riusciti a far entrare i nostri
carri armati in Iraq? Come crede che abbiamo fatto entrare le forze
speciali e i nostri battaglioni? Io ho preso parte a quell”operazione, e
mi permetta di essere chiaro: non ci fu nessuna decisione del governo
in quel caso. Abbiamo fatto il tutto con un semplice ordine.

Yaşar Güler: Sono d”accordo con lei, su questo non si discute. Ma ci sono cose diverse che possiamo fare attualmente in Siria.

Ahmet Davutoğlu: Generale, il motivo per cui siamo contrari a quest”operazione è perché conosciamo le capacità di quegli uomini.

Yaşar
Güler: Ma la MKE (Mechanical and Chemical Industry Corporation) non è
forse agli ordini del nostro ministro? Dopotutto, il Qatar sta cercando
di comprare munizioni in contanti, soldi alla mano. E allora, perché non
lo fanno? Perché [la MKE] è agli ordini del nostro ministero.

Yaşar
Güler: La cosa più importante lì sono le armi e le munizioni. Anzi
nemmeno le armi, soprattutto le munizioni. Diciamo di mettere in piedi
un esercito di 1000 uomini. Se li buttiamo in quella guerra senza aver
predisposto una riserva di munizioni per almeno sei mesi, questa gente
ci tornerà indietro dopo un paio di mesi.

[…]

Ovviamente,
la Turchia non ha mai ammesso ufficialmente di aver pianificato dei
possibili attentati contro sè stessa, né tanto meno di aver pensato di
mandare combattenti armati in territorio siriano.

Mentre però infuriava in Turchia la polemica sulla chiusura di YouTube, il primo ministro Erdoğan si è lasciato scappare una frase particolarmente
significativa, durante un comizio elettorale: “[YouTube] ha persino
reso pubblico un meeting di sicurezza nazionale
Рha detto РQuesto ̬
perfido, questo è disonesto. Chi state aiutando, nel registrare
segretamente incontri di tale importanza?”

Naturalmente, il
problema per Erdoğan non era che la Turchia stesse programmando degli
attentati contro se stessa, pur di favorire un intervento della NATO in
Siria, ma che qualcuno fosse stato abbastanza “perfido e disonesto” da
rendere pubbliche queste discussioni.

Esattamente come nel caso
Dataleaks, dove – secondo il governo americano – il problema non era che
la NSA stesse spiando il mondo intero, ma che il buon Edward Snowden si
fosse comportato come uno “sporco traditore”.

Inoltre – guarda
caso – lo stesso Erdoğan aveva previsto un possibile attacco contro la
Tomba del Sulimano già due anni fa. “La Turchia ha fatto sapere – diceva
questo articolo del 2012 – che considererà qualunque attacco alla Tomba del Sulimano, in Siria, come un attacco al proprio territorio”.

Benvenuto nel mondo dei veggenti, Mr. Erdoğan.

NOTE:

[1] La “Tomba del Sulimano” è un luogo sacro per i turchi, che si trova in un enclave protetto, in territorio siriano. (cfr. Wikipedia).

[2]
La traduzione dal turco all”inglese non è certo delle migliori, per cui
noi abbiamo fatto il possibile per cercare di cogliere il senso della
conversazione, senza necessariamente aderire ad una traduzione letterale
dell”inglese (che spesso risulterebbe insensata). Potete comunque
verificare l”originale nel link di Nsnbc international.

[3] – ISIL = Islamic State of Iraq and the Levant. Organizzazione di lotta armata che si dichiara vicina ad Al-Qa”ida. (cfr. Wikipedia).

Fonte:  http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4451.

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